Bianconiglio e Gegeniglia
   I VIAGGI E LE GITE DI DUE MOTOTURISTI

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Sicilia 1991: il pozzo dei ricordi


Tempo di lettura: 8 minuti

Visitammo la Sicilia nel settembre del 1991 in auto ma a quei tempi non scrivevamo report di viaggi in moto perché non avevamo la moto, né avevamo la macchina fotografica digitale: era un oggetto apparso da pochissimo sul mercato e costava uno sproposito, Bian aveva una reflex e scattavamo diapositive che andrebbero pazientemente passate allo scanner. Queste righe sono state abbozzate nel luglio 2018 per un post sul Forum di Mototurismo e solo in questi giorni di Italian Lockdown della primavera 2020 sono state riorganizzate dando maggior fondo al pozzo dei ricordi. Quello che è certo è che dal 1991 la voglia di tornare in Sicilia c'è sempre, possibilmente in moto (e i progetti di viaggio in Wonderland ne sono testimonianza): l'unica cosa che ci frena è il caldo che entrambi soffriamo molto, dovremmo scendere in aprile-maggio o settembre-ottobre ma al momento non ne abbiamo la possibilità...

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Ricordi da ripescare qui e là tra i neuroni? Vediamo...

Decidemmo di scendere in Sicilia in treno con la nostra auto al seguito (a quei tempi avevamo una Austin Metro 1000), prenotando una cabina in vagone letto. Il treno partiva alle 15 dalla triste stazione di Milano Porta Vittoria (la vecchia stazione prima della realizzazione del Passante, sita in superficie, dove non c'era neanche un bar) e sarebbe arrivato a Catania Centrale venti ore dopo. "Vuoi che su un treno del genere non ci sia la carrozza ristorante?": no, non c'era, né c'era la carrozza self-service, né c'era l'addetto col carrellino ristoro e né c'erano fermate intermedie se non quelle di servizio in binari molto lontani dalle banchine, come a Napoli verso le 22. Ecco perché gli altri passeggeri erano saliti con borse frigo sotto i nostri sguardi di sufficienza. Morale? Digiuno fino alla mattina dopo, quando abbiamo assaltato il bar del traghetto Villa San Giovanni - Messina alla ricerca perlomeno di un cappuccino con una brioche.

Eravamo ancora inesperti di viaggi anche se la Guida Rapida TCI faceva già parte del bagaglio e avevamo appena abbozzato un programma di viaggio, andando dove l'estro ci avrebbe consigliato: Catania, l'Etna, Siracusa, Agrigento, Enna e ritorno a Catania... ma eccoci arrivati: appena scesi dal treno a Catania (1) il grande caos della città e il traffico impazzito (i semafori erano un'opinione) ci fanno desistere (scappare...) dal fermarci un paio di giorni e visitarla; raggiungiamo Giarre (2) dove ci fermeremo per alcuni giorni in un campeggio con la nostra tenda canadese, il posto era comodo per visitare diversi luoghi limitrofi. Col senno di poi abbiamo saltato "le nove Aci" ma visitiamo Taormina (4) e Giardini-Naxos, stupende anche se molto care, ma era (ed è) come andare a Portofino, no?
La brioche con gelato passa dall'essere considerata una barbarie al guadagnare un posto d'onore nella summa teologica dell'arte pasticcera insieme a cannoli, cassate e a tutto il resto della cucina siciliana che assaggeremo nei successivi giorni, tra cui la ricotta 'nfurnata e i cavati all'araba.
Non potremo godere al meglio le Gole dell'Alcantara (3), uno spettacolo della natura purtroppo parzialmente inagibile e temporaneamente chiuso dalla magistratura per una disgrazia occorsa a un turista poche settimane prima. Ci rifaremo però con la salita sull'Etna ('a Muntagna), addentrandoci tra le colate solidificate in pulmino 4x4 ma dal lato del Rifugio Citelli anziché dal più noto Rifugio Sapienza.
Unico inconveniente del periodo (e dell'intero viaggio) un parziale furto in tenda dopo essere stati narcotizzati proprio l'ultima notte di permanenza a Giarre, ci vengono rubate circa ottantamila lire (il grosso era chiuso in auto) e il biglietto ferroviario del ritorno: il campeggiatore dispiaciuto dell'accaduto non ci farà pagare nulla per la permanenza.

Tappa successiva, il paese di Avola (5) in provincia di Siracusa. Avola non è evidenziata nella "Rapida", ma col senno del poi avrebbe un bel centro storico da visitare. Troviamo un campeggio con annessa palazzina di appartamenti: la proprietaria, dopo averci visti armeggiare con la tenda all'approssimarsi di un temporale, ci offre un monolocale a poco più del prezzo della piazzola.
Siracusa (6)
viene citata come una delle città con la peggior qualità della vita ma tra palazzi e chiese del Barocco, l'isola di Ortigia, la Fonte Aretusa, il Teatro Greco e le Latomie è una meraviglia architettonica e urbanistica. Al porto, sotto il sole cocente, un anziano e simpaticissimo ambulante ci vende un chilo di pesche e uno d'uva freschissimi e dissetanti a duemila lire, meno della metà di Milano.
Visitiamo Noto con la sua bellissima Cattedrale, anche lì il Barocco la fa da padrone. La sera ad Avola (7), su indicazione della nostra albergatrice, monumentale cena di pesce dall'antipasto al dolce (quest'ultimo non di pesce...) passando per stupende seppie alla griglia: trentamila lire in due, compresi vino e caffè.

Puntiamo quindi verso l'interno diretti verso Enna, al centro della Sicilia. Attraversiamo una profonda forra su un ponte in pietra e mattoni, dovrebbe essere la valle del fiume Anapo presso Palazzolo Acreide. Visitiamo durante il viaggio la cittadina di Caltagirone con la famosa scalinata (e non solo quella) e la stupenda Villa Romana del Casale presso Piazza Armerina. Iniziamo ad apprezzare le curiosità stradali: la medesima strada (la SS124 "Siracusana") alterna l'essere poco più di un tratturo sommariamente asfaltato a brevi tratti addirittura a quattro corsie, probabilmente in base all'importanza delle influenze locali: per fortuna per la maggior parte del percorso è una normale strada statale a singola carreggiata. Scopriremo che diverse altre strade interne hanno la medesima caratteristica.

Premessa a un episodio simpatico: la Austin Metro non ha la spia della riserva ma solo la zona rossa a inizio scala dell'indicatore, quando la lancetta arriva lì meglio trovare un distributore. Eravamo già rimasti a piedi una volta e non era il caso di ripetere l'esperienza al centro della Sicilia dove tra una località e l'altra non c'è quasi niente.
In un paese che non ricordiamo, alle 12.15 è tutto deserto tranne alcuni ragazzi dai 10 ai 20 anni che prendono il fresco sotto un grande albero e noi siamo in riserva... "Per favore, dove c'è un distributore?": loro ci guardano la targa (MI...) per poi rispondere asciuttamente "Apre alle due".
Rispondiamo con un tono tra lo speranzoso e il dispiaciuto "Peccato, speravamo di arrivare a Pietraperzia dagli zii per quell'ora...". Un quindicenne guarda un ventenne, che annuisce. Al che il quindicenne ordina a un bambinetto "Accompagna i signori all'automatico...": il picciliddru inforca la bici e in pochi minuti ci porta a un distributore self service.

Altro episodio simpatico dello stesso giorno. Verso il tramonto, dopo aver seguito le puntuali indicazioni per Barrafranca (il paese vicino a Pietraperzia, tra i due vige un marcato campanilismo) ci ritroviamo improvvisamente a un quadrivio  in mezzo a una zona boscosa dove non c'è nessuna indicazione: da che parte si andrà? La cartina 1:800.000 della "Rapida" non è di nessun aiuto e non si vede nessuno in giro né una luce di una casa (per forza, siano in un bosco al centro della Sicilia...). Stiamo per tirare a indovinare quando alle nostre spalle arriva un'automobile... ma ha la targa francese! L'auto rallenta, la coppia a bordo si guarda intorno, scende, ci guardiamo e ci mettiamo tutti a ridere. Alla fine con la loro cartina un po' più dettagliata troviamo tutti la direzione giusta, noi dritti verso Pietraperzia, loro a sinistra verso Barrafranca: lui è il figlio di gente del posto emigrata in Francia e sta portando la fidanzata a conoscere i futuri parenti.

A Pietraperzia (8) gli zii ci sono davvero: mica avevamo finto quando eravamo in riserva, la Gegeniglia è metà siciliana e metà piacentina. Il proprietario dell'hotel dove scendiamo (non c'era campeggio) li conosce e ci accompagna da loro... "Ma perché siete andati in hotel???": veniamo sequestrati. Nei giorni successivi ci porteranno a Enna, Caltanissetta, Pergusa e anche a vedere una gara automobilistica di velocità in salita, la famosa Coppa Nissena, correva e vinse Mauro Nesti "Il Re della Montagna". Nel frattempo decideremo di cambiare il nostro viaggio non rientrando a Catania ma puntando su Palermo dove traghetteremo per Genova. Dopo tre giorni passati coi parenti faremo una gita in giornata ad Agrigento (9) e alla Valle dei Templi.

Il giorno dopo per andare a Palermo "la prendiamo larga": deviamo per la raccolta, silenziosa Selinunte (10) che con la sua zona archeologica proprio in riva al mare ci piace ancor di più di Agrigento, dove il panorama della Valle dei Templi è guastato dalla vista delle propaggini della città. Poco distante dalla zona archeologica c'era la stazione della ferrovia Castelvetrano-Ribera che se sfruttata turisticamente sarebbe stata formidabile e invece cadde, con la cessazione dell'esercizio il 31 dicembre 1985, sotto la scure che potò tutta la rete FS a scartamento ridotto della Sicilia e altri mille "rami secchi" in tutta Italia dal 1960 in poi. Al momento della nostra visita la linea era ancora armata e il fabbricato viaggiatori di Selinunte era ancora in piedi benché già cannibalizzato degli infissi.

Da Castelvetrano puntiamo a nord via autostrada, vedendo solo da lontano il tempio di Segesta. Palermo (11) è terribilmente caotica, ben più di Catania, e ha un inquietante sottofondo acustico, sirene dappertutto... ma che incanto trovarsi dentro San Giovanni degli Eremiti dove sembra di essere fuori dal tempo, e poi il Duomo, Palazzo dei Normanni, il taxista che ci riporta da Monreale in città e ci fa fare un giro turistico facendoci da guida lui stesso ma alla metà del prezzo di una guida ufficiale... passiamo lì alcuni giorni piacevolissimi senza peraltro riuscire a vedere tutto, perché Palermo è davvero pregna di eccellenze.

Il traghetto Tirrenia ci riporterà in 24 ore esatte a Genova, a bordo il ristorante c'è e c'è anche il cinema per passare la serata: non è una crociera ma a noi le crociere non interessano... Arrivederci Sicilia: ci torneremo soprattutto per il Trapanese e per il Ragusano, si potrebbe inventare un bel "Montalbano Tour".... ma si potrebbe anche pensare a un giro più ampio, di cose da vedere e rivedere ce ne sono davvero tante...

 


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