Bianconiglio e Gegeniglia
   I VIAGGI E LE GITE DI DUE MOTOTURISTI
 

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Tempo di lettura 20 minuti

 

Wonderland: viaggi con la fantasia
Camilleriana (*)


CC BY-SA

13 maggio 2020

Coloro i quali sono interessati solo all'itinerario di viaggio possono saltare subito QUI...  :-)
(ma non godranno del gusto di sapere come abbiamo pianificato il viaggio)


Indice


Prefazione

A coloro che sono rimasti e che amano il gusto della lettura vorremmo raccontare la genesi di questo articolo che nelle prime intenzioni avrebbe dovuto essere (appunto) solo uno studio di itinerario per un possibile viaggio futuro in una parte di Sicilia mai visitata, quella in cui la televisione ha trasposto le Storie scritte dalla felice penna di Andrea Camilleri.
Via via che raccoglievamo note e informazioni, lo scheletro del programma di viaggio si arricchiva (anche a dismisura, col progetto "da pensionati") e portava ad approfondire tanti di quelli aspetti sì che dalle spigolature così care al Bian è uscito non solo un viaggio con la fantasia, ma una ricerca personale sull'universo creato dal drammaturgo (senza voler reinventare l'acqua calda) scritta nella primavera 2020 dell'Italian Lockdown volando su "Le ali della sfinge",  un progetto che aveva iniziato a prendere "La forma dell'acqua" con le prime letture e la visione dei primi film, che poi era rimasto "Un filo di fumo" per via de "Il corso delle cose" e che vorrebbe essere consolidato prima che arrivi "L'età del dubbio"... scrivere questa pagina è stata una vera e propria "Caccia al tesoro", c'è voluta "La pazienza del ragno".

Il Bian si avvicinò alla narrativa di Andrea Camilleri nel 2000 (anno più, anno meno) grazie a un regalo di Natale dei suoceri, la tredicesima ristampa (1999) del romanzo "La stagione della caccia", edito nel 1992 da Sellerio Editore in Palermo, uno di quei libri che è bello anche tenere in mano e basta, per la gradevole sensazione tattile che dona la carta Palatina delle cartiere Miliani di Fabriano.  Lo stesso Camilleri omaggerà di questo la Casa Editrice tra le righe del romanzo "L'altro capo del filo" (2016, il suo centesimo libro) dove uno dei personaggi recita "Ho una piccola casa editrice. [...] ho seguito l'insegnamento di mio nonno: condividere tutto con tutti [...] ho deciso di fare dei libri. Pochi, sceltissimi, benissimo stampati. Non è che rendano molto, ma ho la pretesa che possano giovare a chi li compra"; nel medesimo romanzo omaggerà altresì lo scrittore Antonio Manzini, creatore del personaggio di Rocco Schiavone, con la frase "Arriniscì macari a liggirisi qualichi bella pagina di un romanzo che aviva come protagonista a un viciquestori romano mannato tra le nivi d'Aosta. Il solo pinsero d'arritrovarisi al posto di quel collega gli fici veniri un bripido di friddo lungo la schina"... azione impersonata da chi? ma dal suo collega Salvo Montalbano, ovviamente!

Ecco come leggendo Camilleri si incontri quella sapida commistione tra italiano e siciliano che, appena accennata nei primi romanzi, si fa via via sempre più marcata: il suocero del Bian, nativo di Caltanissetta, è stato di grande aiuto nelle prime letture per comprendere questo idioma diventato sempre più complesso romanzo dopo romanzo, arricchendosi però di qualità e significato, particolarmente piacevole all'orecchio ma non immediato da comprendere per un non-siciliano.
A proposito di Caltanissetta, Bian e Gege sono già andati in Sicilia, nel 1991 in treno+auto per incontrare i parenti di Gege che non avevano potuto partecipare al matrimonio l'anno prima, e il desiderio di tornarvi è sempre stato forte: il deterrente di svolgere un viaggio in motocicletta è però sempre stato il clima: per noi che soffriamo il caldo sarebbe sgradevole viaggiare con le tute tecniche durante "La vampa d'agosto"...


Introduzione

Andrea Camilleri ha creato un vero e proprio universo in cui ambientare le sue Storie, sia che si svolgano nel passato che nel presente: i suoi romanzi storici prendevano spunto da apparentemente banali fatti di cronaca riportati in polverosamente archiviati annali che egli accuratamente studiava. Lo scrittore amava in particolare spigolare tra le millequattrocento-e-rotti pagine dell'opera comunemente nota come "Inchiesta sulle condizioni della Sicilia del 1876" di Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino, 1877.
 I risvolti di copertina delle edizioni Sellerio, scritti magistralmente da Salvatore Silvano Nigro, ci anticipano questi eventi:  apprendiamo ad esempio che il romanzo "La stagione della caccia" nasce dalla risposta alla domanda se si fossero verificati fatti violenti in un paese: "Nooo, eccezion fatta per il farmacista che per amore ha ammazzato sette persone"... Meravigliosa Sicilianità: Sicilia centro del Mediterraneo, cuore della culla della civiltà da cui sono passati tutti e ognuno ha lasciato qualcosa, Sicilia che dal suo oceano di contraddizioni ha fatto emergere illustri personaggi della cultura italiana...
La ben nota serie dei romanzi e racconti con protagonista il Commissario Salvo Montalbano è ambientata nel tempo attuale: da questa sono state tratte due serie televisive che hanno consacrato al successo l'autore e i protagonisti (sia personaggi che interpreti) e che per numero di film ha superato anche ben più costosi e longevi franchising quali "007".

Ad oggi (primavera 2020) possiamo identificare tre serie di film tratte dalle opere di Camilleri, girate in una ventina d'anni:

  • Il Commissario Montalbano (trentasei film TV in quattordici stagioni, più un film in lavorazione che sarà trasmesso nel 2021 e due in progetto)

  • Il giovane Montalbano (dodici film TV in due stagioni)

  • C'era una volta Vigata (tratti dai romanzi storici)

    • La scomparsa di Patò (2012, film cinematografico)

    • La mossa del cavallo (2018, film TV)

    • La stagione della caccia (2019, film TV)

    • La concessione del telefono (2020, film TV)

Come già detto, Camilleri ricrea una Storia plasmandola su fatti reali e lo fa anche nel ciclo di Montalbano dove diverse indagini si rifanno ad eventi del tempo attuale: natìo della Magna Grecia, Camilleri sposa in pieno l'antico detto greco per cui "la Storia è un gigante e i suoi occhi sono la Geografia e la Cronologia": la trasposizione televisiva delle sue opere, in particolare quelle di Montalbano, ha fatto nascere in molti, e anche in noi, il desiderio di andare a visitare i luoghi dove le opere sono state ambientate sia per vivere l'atmosfera del posto che per apprezzare similitudini e differenze... questa pagina cercherà di esplorare dal nostro punto di vista la Geografia di Camilleri nella sua trasposizione dalla carta allo schermo TV... senza appunto reinventare l'acqua calda.

Fonti di documentazione e di riscontro per questa pagina ce ne sarebbero tante sparse per il web e non solo a carattere gratuito ma anche (se non soprattutto) commerciale: avevamo iniziato dal sito vigata.org del Fan Club di Camilleri che è stato "in parte autorizzato" da Camilleri stesso ma che, a parte qualche puntiforme aggiornamento, appare fermo al 2011: esso riporta comunque alcuni link contenenti materiale interessante anche se non aggiornato. Utilissimo per spigolare grazie alla sua primaria funzione di indice è invece camillerindex.it che è ben vivo, essendo avvenuto l'ultimo aggiornamento un mese fa. Poi è saltato fuori visitvigata.com che appare ben fatto, anzi, c'è praticamente tutto, ma altrettanto c'è in luoghimontalbano.it... e si potrebbe andare avanti: la stessa casa editrice Sellerio pubblicò nel 2007 un volume, dapprima nel formato tascabile della collana "La memoria" e poi in un formato simile alle guide del TCI, che non venne mai ristampato e che ha raggiunto su eBay e Amazon, per l'usato, quotazioni fino a 150 €... 

Ora, seguendo un nostro proprio filo, speriamo di poter aggiungere qualcosa alla Geografia, ma prima... la Cronologia


Cronologia di Camilleriana

I romanzi storici di Camilleri non costituiscono un ciclo legato a un personaggio: ogni opera propone una ricostruzione alternativa di particolari eventi ambientati in un orizzonte temporale che parte dal Seicento e che si concentra in due periodi particolarmente citati per via delle trasformazioni sociali in essi avvenute: i decenni immediatamente successivi alla costituzione del Regno d'Italia e il Ventennio fascista.
Pensavamo che i romanzi storici fossero di difficile trasposizione sullo schermo perché, nello stile di Camilleri, protagonisti e antagonisti possono incontrarsi raramente o addirittura mai, le loro vicende sono legate da dei mediatori e questo aspetto lo si apprezza bene nel romanzo scritto e pensavamo che si cogliesse meno nella trama televisiva. Il romanzo preferito del Bian, "Il birraio di Preston" ha un'ulteriore caratteristica: l'ordine temporale dei capitoli è quasi casuale, legato da una fine logica di alternanza che però può essere rielaborata a piacere. Questo puzzle fa sì che il romanzo nella sua interezza possa essere compreso solo alla fine della lettura e non sia traducibile in una sceneggiatura, a meno di non ricorrere a uno sceneggiatore geniale, come peraltro fu lo stesso Camilleri sceneggiando "La scomparsa di Patò", dove la trama del romanzo è resa esclusivamente attraverso diversi tipi di documenti e di epistolari. Ebbene siamo stati smentiti: le trasposizioni TV dei romanzi storici sono godibilissime, ma occorre capire il siciliano...
C'è poi  tra l'altro un'altra caratteristica simpatica nel Birraio che è propria del solo scritto: l'incipit di ogni romanzo è una parafrasi di un'opera reale, il Bian vi ha riconosciuto "Moby Dick", "Il Capitale" e "Cent'anni di solitudine" ma, principalmente, nel primo capitolo, quel "Era una notte che faceva spavento, veramente scantùsa", inconfondibile eco de "Era una notte buia e tempestosa" con cui si apre quello che per antonomasia è "Il Romanzo" di Snoopy.

La cronologia delle vicende del commissario Montalbano... sono due: quella che si evince dai racconti e romanzi e che viene trasposta nella serie "Il Commissario Montalbano" (benché l'ordine degli episodi televisivi non segua quello dei romanzi ma la sceneggiatura di Camilleri stesso ha rimesso tutto a posto) e quella, dovuta a esigenze di copione, dei film della serie "Il giovane Montalbano".

Anche se si ispirava a fatti di cronaca, Andrea Camilleri nei suoi scritti raramente citava date ed eventi sì da poter "giocare col calendario": dal punto di vista del racconto poliziesco ogni romanzo è autoconclusivo, le indagini che seguono a ogni delitto hanno un inizio e una fine così che ogni libro (o film derivato) possa essere fruito pressoché indipendentemente dagli altri.
C'è comunque una linea temporale coerente che è tenuta insieme da un paio di fil rouges: uno è lo sviluppo del rapporto tra Salvo e l'eterna fidanzata Livia, l'altro (apparentemente secondario ma più forte) sta nella vita del "ladro di merendine", l'orfano François poi adottato dalla sorella di Mimì Augello che in sottofondo cresce, studia, diventa poliziotto ("ccume a tia" dirà, adolescente, a "zio Salvo") e infine tragicamente muore in "Una lama di luce".
Meno palesi ma ugualmente da citare ci sono sia il rapporto distaccatamente educato di Montalbano con l'anziano boss mafioso Don Balduccio Sinagra e quelli con i Questori suoi superiori, in particolare la sarcastico mancanza di stima che lui dimostra a Luca Bonetti-Alderighi il quale, di converso, lo disprezza apertamente salvo poi mutare in una certa cordialità negli ultimi episodi, e infine le comparsate di Pasquale Cirrinciò, ladro sì ma pur sempre figlio della cammarera Adelina nonché valido ausilio nella risoluzione di alcuni casi. Qui e là, poi ci sono riferimenti ad eventi accaduti in racconti/puntate precedenti che danno ulteriore corpo alla linea temporale. Si potrebbero/dovrebbero rivedere con calma tutti gli episodi per carpire inquadrature di titoli di giornale, calendari appesi alle pareti, ritratti del Presidente della Repubblica in carica e altri indizi simili per datare correttamente gli eventi. Per via della durata ventennale della serie anche gli interpreti danno nuova forma esteriore ai personaggi a causa della naturale senescenza, fino alla tragica scomparsa del medico legale dottor Carmelo Pasquano dovuta alla morte del suo interprete, il compianto Marcello Perracchio.

Almeno una volta sono citati testualmente una data e un preciso fatto di cronaca, sì da collocare temporalmente la serie di romanzi/racconti e la fiction "Il Commissario Montalbano".
La prima è, nel romanzo "La prima indagine di Montalbano", l'anno 1985 in cui il giovane Salvo riceve l'incarico di dirigere il commissariato di Vigata. La datazione è rafforzata da un dialogo occorso durante il primo incontro tra Montalbano con il suo nuovo superiore dott. Alabisio, Questore di Montelusa, quando i due si riconoscono protagonisti di un episodio di diciassette anni prima: nel 1968, a Palermo, l'allora commissario Alabisio aveva "mollato un calcio nel sedere" a Montalbano durante le contestazioni, ricevendone "un cazzotto": all'obiezione di Alabisio "ma lei era un ragazzino" Montalbano risponde "non precisamente, avevo diciotto anni". Il Salvo Montalbano dei romanzi nasce dunque nel 1950
.
L'altro riferimento è precisato nel romanzo "Il giro di boa" dove un Montalbano di mezza età, disgustato dai fatti accaduti nel 2001 alla Caserma Diaz di Genova durante il G8, pensa di dimettersi. Da qui, con calma e cercando indizi (il Capodanno de "Gli arancini di Montalbano" ad esempio), si potrebbero datare i singoli episodi...

Nella serie televisiva "Il giovane Montalbano" invece c'è un immediato anacronismo con il romanzo: dovrebbe correre l'anno 1985 ma Montalbano guida la sua storica automobile, ormai famosa quanto la Peugeot 403 Cabriolet del tenente Colombo: ebbene si tratta di una Fiat Tipo, modello prodotto a partire dal 1988 che quindi non potrebbe comparire nella fiction. Tra l'altro, spigolando si capisce che non si tratta sempre della "stessa" auto, ovvero dello stesso esemplare: ne "Il Giovane Montalbano" essa ha il formato targa coerente con l'epoca, con la sigla della provincia (EN) e sei cifre, ne "Il Commissario Montalbano" ha il formato targa introdotto nel 1994, cambia diverse volte targa (la produzione usò evidentemente diversi esemplari diversi anche come motorizzazione e allestimenti) per poi consolidarsi in AK696FW. Questo fatto perlomeno separa le due serie: "Il Commissario Montalbano" deve svolgersi dal 1994 in poi e si potrebbe usare l'età di François per avere altri riferimenti.
L'evento che palesemente data la serie si trova nell'ultimo episodio della seconda stagione: l'attentato al Giudice Falcone del 1992. Trattandosi della seconda stagione e avendo Montalbano gestito un caso occorso l'anno prima nella notte di Capodanno, deduciamo che la sua nomina a Vigata avviene nel 1990. Durante l'incontro con Alabisio, nella conversazione l'episodio del calcio risale a "tredici anni prima" ovvero al 1977, altro anno di contestazioni al pari del 1968, e Montalbano sostiene di aver avuto vent'anni all'epoca, quindi nasce nel 1957.

Se avete letto fin qui, ne siamo felici, era solo una nostra palestra letteraria... adesso si cercano i riferimenti geografici e si progetta il viaggio.


Geografia di Camilleriana

Molti appassionati di ferrovie che siano anche modellisti (la cosa non è ambivalente) avranno immaginato di dare il nome di Vigata o di Montelusa alle loro stazioni in miniatura. Quindi non scontata ma comunque grande è stata la sorpresa del Bian quando, nei (*) colophon dell'"Atlante ferroviario d'Italia e Slovenia", edizioni Schweers+Wall 2010, ha trovato questa cartina da cui si è preso il nome "Camilleriana" per questo articolo


© Schweers+Wall, autorizzazione alla riproduzione richiesta
Nota all'immagine: "Camillieriana" è sbagliato, lo scrittore non si chiamava "Camillieri"

Si tratta del dettaglio delle linee ferroviarie esistenti e cessate della zona di Agrigento, però i toponimi reali sono stati sostituiti con quelli dell'universo di Camilleri sia come egli lo aveva immaginato sia grazie a un po' di fantasia degli estensori dell'Atlante.
Nato a Porto Empedocle, ivi Camilleri aveva collocato la sua Vigata dal toponimo che richiama la reale Licata; Agrigento era diventata Montelusa che peraltro, contrariamente a quanto molti pensano, è un luogo reale: si tratta di una necropoli in frazione San Leone, presso Agrigento; lo stesso Camilleri aveva preso in prestito il toponimo da Pirandello che lo usava al pari dell'antico nome di Agrigento, Girgenti. Il fatto è confermato dal romanzo "La prima indagine di Montalbano" dove si asserisce  che la distanza tra Montelusa e Vigata è di sei chilometri, e tale è in linea d'aria la distanza tra Agrigento e Porto Empedocle. La genesi dei nomi delle altre località è un gioco con le lettere dell'alfabeto che richiama altre città della costa sud della Sicilia da Trapani a Siracusa.  Anche Marinella è un toponimo reale ma si riferisce a una frazione di Selinunte, che però sempre luogo Camilleriano è.
Vigata è sede di Commissariato di Pubblica Sicurezza e la cosa è giustificata dal fatto d'essere parificato a un centro abitato di circa 16.000 abitanti qual è Porto Empedocle  La Questura di appartenenza è ovviamente quella di Montelusa, il capoluogo di provincia.

Fin qui, nella narrazione scritta va tutto bene: quando però i romanzi sono stati portati sullo schermo, esigenze di copione e -perché no- di promozione turistica hanno portato ad ambientare i luoghi letterari in altre località e la scelta è stata dettata dalla bellezza delle città barocche del Val di Noto: Vigata è una località "sparsa qui e là" ma collegata alla Sicilia reale: nelle inquadrature talvolta compaiono cartelli stradali (fittizi) che indicano strade principali per Palermo e Catania (dove c'è l'aeroporto più vicino, Fontanarossa, la cosa è confermata in un'intervista di Gigi Marzullo ad Andrea Camilleri)); a Vigata la ferrovia non c'è o, se c'era, ora è un ramo secco: quando viene a trovare Salvo, Livia raggiunge la città in corriera. L'esercizio di questa pagina è di riassumere tutte le location dei film del ciclo di Montalbano e ove si riuscirà, magari in futuro, inserire anche quelli dei film tratti dai romanzi storici.

Il mondo televisivo di Camilleriana ci viene introdotto dalla sigla di testa de "Il Commissario Montalbano", pressoché comune a tutte le stagioni, ma innanzitutto per rispettare la cronologia spendiamo due parole sul primo episodio della serie "Il giovane Montalbano" che si intitola ovviamente "La prima indagine di Montabano" (come il racconto da cui è tratto) e che si svolge nel paese di sua prima assegnazione come vicecommissario, Mascalippa.
Dice il romanzo che il paesino si trova sui Monti Erei, in provincia di Enna (sede della Questura di competenza): la catena degli Erei esiste veramente, benché misconosciuta rispetto ad altre catene siciliane come gli Iblei, i Nèbrodi, i Peloritani. Esistono altre due "Masca-" in Sicilia, entrambe in provincia di Messina: Màscali e Mascalucìa; dall'etimo della prima ("boscoso") potrebbe derivare la Mascalippa spersa tra le montagne degli Erei.
Nei crediti dei titoli di coda della serie sono citate Nicosia e Gangi, ma nessuna delle due pare essere Mascalippa: unico indizio nel film, un muro merlato in cima alla montagna, ma non sembra essere il castello di Nicosia. Abbiamo scritto alla casa di produzione Palomar in merito, ma non abbiamo ancora ricevuto risposta.

Nella sigla di testa de "Il Commissario Montalbano" c'è un primo assaggio delle ambientazioni: viene dapprima inquadrato il porto di Mazara del Vallo: peraltro di Mazara si vene ben poco nella serie, i silos che si vedono su un molo forse sono quelli che vengono demoliti all'inizio de "Un diario del '43".
Seguono poi diverse vedute aeree di Ibla, il più antico quartiere di Ragusa, in particolare la piazza del Duomo con la cattedrale di San Giorgio. Il grande viadotto stradale (non si vede nella sigla delle prime stagioni) è quello di Modica.
La famosa casa di Montalbano è a Punta Secca, frazione di Santa Croce Camerina: nelle vedute aeree sono inquadrati il Faro e la Torre Scalambri: quest'ultima appare come un brutto cubo grigio che stona con l'atmosfera del paese, fortunatamente un restauro del 2013 l'ha riportata all'aspetto originario con pietre a vista e come tale appare negli episodi più recenti.
La veduta aerea della grande piazza Busacca ci introduce infine alla città che ha donato alla serie le location più note: Scicli. E' infatti qui, in via Francesco Mormino Penna, che si trova il Commissariato di Pubblica Sicurezza che compare in tutte le puntate (tranne due, per esigenze della produzione): spesso nelle inquadrature degli interni compare una cartina della provincia di Ragusa che rinforza l'ambientazione. La Vigata di Montalbano ha questa via come punto focale ma al Commissario basta girare l'angolo a piedi per ritrovarsi nella Vigata-Ragusa o nella Vigata-Modica o altrove.
L'universo Camilleriano viene ambientato in tante località reali ma le principali sono quasi tutte nell'angolo sudest della Sicilia, tra le Provincie di Ragusa e Siracusa, nel trionfo del Barocco siciliano (una decina di siti UNESCO in 50 km di raggio) in una regione che ha un'aria sempre esotica e misteriosa per noi nativi del nord, quasi fosse un mondo a parte rimasto sospeso nel tempo e nello spazio, anzi collocato in un suo tempo e un suo spazio proprio come un eterno Gigante.

Le località dove sono state girate delle scene sono state raccolte in questa cartina senza pretesa di completezza.

Per una ricerca più agevole si tenterà anche di creare una tabella che verrà completata con le indicazioni necessarie ad ambientare il luogo con gli episodi.

Le location migliori? Ognuno seguirà il proprio gusto: noi troviamo affascinanti:

  • La Mannara, ovvero la Fornace Penna in località Pisciotto, presso Sampieri

  • Il Castello di Donnafugata con il suo Labirinto

  • Villa Fegotto a Chiaramonte Gulfi

  • La Grotta delle Trabacche

  • La Tonnara di Scopello

  • Il Loggiato del Sinatra a Ispica

  • Le Latomie di Cava Gonfalone

 


Il progetto del viaggio

Un viaggio in Camilleriana non può e non dovrebbe toccare solo i luoghi citati nelle fiction... ma bisogna stare attenti a non farsi prendere la mano dalle cartine, la Sicilia è un Continente. Oltre alla provincia di Ragusa (e alla vicina Siracusa), altri due epicentri di luoghi Camilleriani sono intorno ad Agrigento e in provincia di Trapani e per visitarli tutti occorrerebbe un programma di viaggio assai ambizioso che toccasse pressoché tutta l'isola, e allora verrebbe voglia di visitare anche tutte le sue eccellenze... il problema è che la Sicilia è grande, molto grande: dal Capo Peloro al Capo Lilibeo ci sono circa 350 km di strada, da qui a Capo Passero 330 e per tornare a Messina 250, e se vogliamo anche toccare l'interno dell'isola ne aggiungiamo ancora un bel po', circa 270 da Siracusa a Catania passando per Caltanissetta: arriviamo facilmente a 1200 km senza fare troppe digressioni. Dite "300 km al giorno e in quattro giorni la giriamo"? Sì, ma cosa vedreste? E se poi voleste passare approfonditamente nell'interno? Non è il nostro genere di viaggio, per noi occorre mixare tra il piacere della moto e quello di vivere i luoghi.

Potremmo provare a costruire due programmi di viaggio, uno per la sola zona del Barocco Ragusano passando da Agrigento e uno "da pensionati" (perché finché lavoreremo, probabilmente non potremo svolgerlo) ripercorrendo anche strade e luoghi del settembre 1991 per rivederli con occhi più maturi. Guide turistiche, ritagli di articoli e atlante TCI alla mano, il viaggio "da pensionati" è diventato frattale e vi si è dovuto dedicare una pagina a sé, è anch'esso un gran bel viaggio con la fantasia. Per entrambi i viaggi, partenza e arrivo coincidono con il porto di Palermo poiché ipotizziamo la traversata da Genova.

Se togliamo il Trapanese, la cartina di Camilleriana si focalizza sui dintorni di Agrigento e sulle provincie di Ragusa e Siracusa... e ci vengono in aiuto le parentele: nostro cognato Pietro è nativo di Rosolini (SR) e lì possiede una casa mentre a Pietraperzia (EN) ci sono i parenti della Gegeniglia, così l'utile funzione "Area tempo guida" di Autoroute Express 2007 (software vecchiotto ma sempre valido) ci fa create tre isole di luoghi raggiungibili in 30 minuti da Agrigento e da Pietraperzia, e 60 minuti da Rosolini, da cui si possono compiere dei tour "a margherita". A chi potrebbe pensare che 30 minuti siano pochi basti pensare che in un tour "a margherita" tra strade da percorrere, foto dei panorami e soste per le visite si può passare in giro l'intera giornata e stare in sella alla moto anche per qualche ora senza passare due volte per la stessa strada.

Da Palermo ad Agrigento (166 km)
Palermo
val bene un paio di giorni per sé, con sconfinamenti a Mondello, a Monreale e altre località (ed ecco la sua area tempo guida di 30 minuti nella mappa), poi il richiamo della strada potrebbe far propendere per la SS121 "Catanese", una delle più antiche e importanti arterie dell'isola che però "si borda di verde" nell'atlante TCI solo dopo Lercara Friddi, dove è già diventata da un po' la SS189 "della Valle dei Platani" e va a raggiungere Agrigento.
Per danzare sulle curve appare più interessante, a vedere la cartina, l'uscita da Palermo (1) verso Altofonte e Piana degli Albanesi per poi valicare Portella Sant'Agata (in Sicilia ci sono pochi "passi" ma molte "portelle") e dirigersi verso Corleone (2) infilando la SS118 "Corleonese Agrigentina", che ci porterà ovviamente fino ad Agrigento. Da Santo Stefano Quisquina (3) a Cianciana (4) e Raffadali altre strade bordate di verde dovrebbero assicurare panorami e piacere di guida fino ad arrivare ad Agrigento (5), prima tappa di questo ipotetico viaggio.

Ad Agrigento varrebbe la pena fermarsi un giorno o due perché oltre alla ben nota Valle dei Templi siamo arrivati alla Vigata di Camilleri, la sua Porto Empedocle; inoltre in Contrada Caos c'è la casa natale di Luigi Pirandello nonché luogo di tumulazione delle sue ceneri, e in frazione San Leone, a punta Akragas c'è la necropoli di Montelusa. A ovest di Agrigento troviamo Realmonte e la Scala dei Turchi, come popolarmente è nota Punta Grande, altro luogo vigatese.

Da Agrigento a Rosolini (162 km) e poi Siracusa (48 km)
Il viaggio prosegue lungo la costa sulla SS115: una breve sosta a Palma di Montechiaro ci dovrebbe far incontrare "Il Gattopardo" o perlomeno il blasone della famiglia Tomasi nel soffitto ligneo di Palazzo Ducale. Si procede per Licata e Gela e qui si può o seguire la costa fino a Pozzallo o puntare all'interno verso Vittoria e Ragusa, per arrivare a Rosolini, sosta per noi perché è luogo di parentele.
L'area tempo guida di 60 minuti da Rosolini ci permette di raggiungere comodamente tutte le località più famose per le ambientazioni delle fiction: oltre alle già citate Ragusa e Vittoria abbiamo Scicli, Santa Croce Camerina, la Mannara a Sampieri, Ispica, Noto, Chiaramonte e così via..., inoltre abbiamo diverse aree archelogiche (Cava d'Ispica, Akrai, la Grotta delle Trabacche...), il mare a Portopalo di Capo Passero con l'Isola delle Correnti e Marzamemi con l'Oasi di Vendicari... e volendo anche Siracusa raggiungibile e visitabile in giornata.  Se a Siracusa (7) si vuol dedicare più di una giornata (e merita davvero) ecco una nuova tappa per una visita alla bella città, da Fonte Aretusa alle Latomie.

Da Siracusa a Pietraperzia (150 km)
Lasciata Siracusa puntando verso l'interno il Duecentomila del TCI ci inviterebbe a passare per Palazzolo Acreide, Grammichele con la sua bella piazza esagonale, Caltagirone con la sua bella scalinata fino a raggiungere Pietraperzia (8), altro luogo di parentele da incontrare oltre che essere baricentro di diversi luoghi interessanti. A meno di 30 minuti da Pietraperzia ci sono infatti Caltanissetta, la bella Enna, il lago di Pergusa col suo autodromo, Calascibetta e Piazza Armerina con la sua la Villa Romana del Casale... e tante belle strade curvose e bordate di verde.

Da Pietraperzia a Palermo (136 km)
La nostra strada del ritorno sarebbe la A19, l'ultimo giorno per noi non è mai dedicato alle visite, non ci riusciamo... alla fine, considerando il traghetto A/R, due notti a Palermo, Agrigento, Siracusa e Pietraperzia, tre notti a Rosolini verrebbe fuori questo programma:

  1. Milano - Genova - Ferry

  2. Ferry - Palermo

  3. Palermo

  4. Palermo - Agrigento

  5. Agrigento

  6. Agrigento - Rosolini

  7. Rosolini (visita di Camilleriana)

  8. Rosolini (visita di Camilleriana)

  9. Rosolini - Siracusa

  10. Siracusa

  11. Siracusa - Pietraperzia

  12. Pietraperzia (visita di Enna, Calascibetta, Pergusa)

  13. Pietraperzia - Palermo - Ferry

  14. Ferry - Genova - Milano

due settimane tonde, da sabato a sabato, con domenica di riposo prima di tornare al lavoro... non male.


Conclusione: il viaggio... :-)

Strano parlare di "conclusione" quando il viaggio non è iniziato né sappiamo ad oggi, primavera 2020, se e quando sarà compiuto... ma sognare non costa nulla.
Lasciamo
QUI un segnalibro per il futuro, che sia di buon auspicio.


CC BY-SA


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