Coloro i quali sono interessati
solo all'itinerario di viaggio possono saltare subito QUI...
:-)
(ma non godranno del
gusto di sapere come abbiamo pianificato il viaggio)
Indice
Prefazione
A coloro
che sono rimasti e che amano il gusto della lettura vorremmo raccontare la genesi di questo articolo che nelle prime
intenzioni avrebbe dovuto essere (appunto) solo uno studio di
itinerario per un possibile viaggio futuro in una parte di Sicilia
mai visitata, quella in cui la televisione ha trasposto le Storie
scritte dalla felice penna di
Andrea Camilleri.
Via via che raccoglievamo note e informazioni, lo scheletro
del programma di viaggio si arricchiva (anche a dismisura, col
progetto "da pensionati") e portava ad approfondire
tanti di quelli aspetti sì che dalle spigolature così care al Bian
è uscito non solo un viaggio con la fantasia, ma una ricerca
personale sull'universo creato dal drammaturgo (senza voler
reinventare l'acqua calda) scritta nella
primavera 2020 dell'Italian Lockdown
volando su "Le ali della sfinge", un progetto che aveva
iniziato a prendere "La forma dell'acqua" con le prime letture e
la visione dei
primi film, che poi era rimasto "Un filo di fumo" per via de "Il
corso delle cose" e che vorrebbe essere consolidato prima che arrivi
"L'età del dubbio"... scrivere questa pagina è
stata una vera e propria "Caccia al tesoro", c'è voluta "La pazienza
del ragno".
Il Bian si
avvicinò alla narrativa di Andrea Camilleri nel 2000 (anno
più, anno meno) grazie a un regalo di Natale dei suoceri, la
tredicesima ristampa (1999) del romanzo "La stagione della caccia",
edito nel 1992 da
Sellerio Editore in Palermo, uno di quei libri che
è bello anche tenere in mano e basta, per la gradevole sensazione
tattile che dona la carta Palatina delle cartiere Miliani di Fabriano.
Lo stesso Camilleri omaggerà di questo la Casa Editrice tra le righe del
romanzo "L'altro capo del filo" (2016, il suo centesimo libro) dove
uno dei personaggi recita "Ho una piccola casa editrice.
[...] ho seguito l'insegnamento di mio nonno: condividere tutto con
tutti [...] ho deciso di fare dei libri. Pochi, sceltissimi,
benissimo stampati. Non è che rendano molto, ma ho la pretesa che
possano giovare a chi li compra"; nel medesimo romanzo
omaggerà altresì lo scrittore
Antonio Manzini, creatore del personaggio di Rocco Schiavone, con la frase "Arriniscì macari
a liggirisi qualichi bella pagina di un romanzo che aviva come
protagonista a un viciquestori romano mannato tra le nivi d'Aosta.
Il solo pinsero d'arritrovarisi al posto di quel collega gli fici
veniri un bripido di friddo lungo la schina"... azione
impersonata da chi? ma dal suo collega
Salvo
Montalbano, ovviamente!
Ecco come
leggendo Camilleri si incontri
quella sapida commistione tra italiano e siciliano che, appena
accennata nei primi romanzi, si fa via via sempre più
marcata: il suocero del Bian, nativo di Caltanissetta, è stato di
grande aiuto nelle prime letture per comprendere questo idioma
diventato sempre più complesso romanzo dopo romanzo, arricchendosi
però di qualità e significato, particolarmente piacevole
all'orecchio ma non immediato da comprendere per un non-siciliano.
A
proposito di Caltanissetta, Bian e Gege sono già andati in
Sicilia,
nel 1991 in treno+auto per incontrare i parenti di Gege
che non avevano potuto partecipare al matrimonio l'anno prima, e il
desiderio di tornarvi è sempre stato forte: il deterrente di
svolgere un viaggio in motocicletta è però sempre stato il clima:
per noi che soffriamo il caldo sarebbe sgradevole viaggiare con le
tute tecniche durante "La vampa d'agosto"...
Introduzione
Andrea Camilleri
ha creato un vero e proprio universo in cui ambientare le sue
Storie, sia che si svolgano nel passato che nel presente: i
suoi romanzi storici prendevano spunto da apparentemente banali fatti
di cronaca riportati in polverosamente archiviati annali che
egli accuratamente studiava.
Lo
scrittore amava in particolare spigolare tra le
millequattrocento-e-rotti pagine dell'opera comunemente nota come "Inchiesta
sulle condizioni della Sicilia del 1876" di Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino, 1877.
I risvolti di copertina delle
edizioni Sellerio, scritti magistralmente da Salvatore Silvano Nigro,
ci anticipano questi eventi:
apprendiamo ad esempio che il romanzo "La stagione della caccia"
nasce dalla risposta alla domanda
se si fossero verificati fatti violenti in un paese: "Nooo, eccezion fatta per il farmacista che per
amore ha ammazzato sette persone"... Meravigliosa
Sicilianità: Sicilia centro del Mediterraneo, cuore
della culla della civiltà da cui sono passati tutti e
ognuno ha lasciato qualcosa, Sicilia che dal suo oceano di
contraddizioni ha fatto emergere illustri personaggi della
cultura italiana...
La ben nota serie dei
romanzi e racconti con protagonista il Commissario
Salvo Montalbano è ambientata nel tempo attuale: da questa
sono state tratte due serie televisive che hanno consacrato al
successo l'autore e i protagonisti (sia personaggi che interpreti) e
che per numero di film ha superato anche ben più costosi e longevi
franchising quali "007".
Ad oggi
(primavera 2020) possiamo identificare tre serie di film tratte
dalle opere di Camilleri, girate in
una ventina d'anni:
-
Il Commissario
Montalbano (trentasei film TV in quattordici stagioni,
più un film in lavorazione che sarà trasmesso nel 2021 e due in
progetto)
-
Il giovane Montalbano
(dodici film TV in due stagioni)
-
C'era una volta
Vigata (tratti dai romanzi storici)
-
La
scomparsa di Patò (2012, film cinematografico)
-
La
mossa del cavallo (2018, film TV)
-
La
stagione della caccia (2019, film TV)
-
La
concessione del telefono (2020, film TV)
Come già
detto, Camilleri
ricrea una Storia plasmandola su fatti reali e lo fa anche
nel ciclo di Montalbano dove diverse indagini si rifanno ad eventi
del tempo attuale: natìo
della Magna Grecia, Camilleri sposa in pieno l'antico detto greco per cui
"la Storia è un gigante e i suoi occhi sono la Geografia e la
Cronologia": la trasposizione televisiva delle sue opere, in
particolare quelle di Montalbano, ha fatto nascere in molti, e
anche in noi, il desiderio di andare a visitare i luoghi dove le
opere sono state ambientate sia per vivere l'atmosfera del posto
che per apprezzare similitudini e differenze... questa pagina
cercherà di esplorare dal nostro punto di vista la Geografia di
Camilleri nella sua trasposizione dalla carta allo schermo TV...
senza appunto reinventare l'acqua calda.
Fonti di
documentazione e di riscontro per questa pagina ce ne sarebbero tante
sparse per il web e non solo a carattere gratuito ma anche (se non
soprattutto) commerciale: avevamo iniziato dal sito
vigata.org del
Fan Club
di Camilleri che è
stato "in parte autorizzato" da Camilleri stesso ma che, a
parte qualche puntiforme aggiornamento, appare fermo al 2011: esso
riporta comunque alcuni link contenenti materiale interessante anche
se non aggiornato. Utilissimo per spigolare grazie alla sua primaria
funzione di indice è invece
camillerindex.it che è ben vivo, essendo avvenuto l'ultimo
aggiornamento un mese fa. Poi è saltato fuori
visitvigata.com che appare ben fatto, anzi, c'è praticamente
tutto, ma altrettanto c'è in
luoghimontalbano.it... e si potrebbe andare avanti: la stessa
casa editrice Sellerio pubblicò nel 2007 un volume, dapprima nel
formato tascabile della collana "La memoria" e poi in un formato
simile alle guide del TCI, che non venne mai ristampato e che ha
raggiunto su eBay e Amazon, per l'usato, quotazioni fino a 150 €...
Ora,
seguendo un nostro proprio filo, speriamo di poter aggiungere
qualcosa alla Geografia, ma prima... la Cronologia
Cronologia di Camilleriana
I
romanzi storici di Camilleri non costituiscono un ciclo legato a
un personaggio: ogni opera propone una ricostruzione alternativa di
particolari eventi ambientati in un orizzonte temporale
che parte dal Seicento e che si concentra in due periodi
particolarmente citati per via delle trasformazioni sociali in essi
avvenute: i decenni immediatamente successivi alla costituzione del
Regno d'Italia e il Ventennio fascista.
Pensavamo che i romanzi
storici fossero di difficile
trasposizione sullo schermo perché, nello stile di Camilleri,
protagonisti e antagonisti possono incontrarsi raramente o
addirittura mai, le loro
vicende sono legate da dei mediatori e questo aspetto lo si apprezza
bene nel romanzo scritto e pensavamo che si cogliesse meno nella trama televisiva.
Il romanzo
preferito del Bian, "Il birraio di Preston" ha un'ulteriore
caratteristica: l'ordine temporale dei capitoli è quasi casuale,
legato da una fine logica di alternanza che però può essere
rielaborata a piacere. Questo puzzle fa sì che il romanzo nella sua
interezza
possa essere compreso solo alla fine della lettura e non sia
traducibile in una sceneggiatura, a meno di non ricorrere a uno
sceneggiatore geniale, come peraltro fu lo stesso Camilleri
sceneggiando "La scomparsa di Patò", dove la trama del romanzo è
resa esclusivamente attraverso diversi tipi di documenti e di epistolari.
Ebbene siamo stati smentiti: le trasposizioni TV dei romanzi storici
sono godibilissime, ma occorre capire il siciliano...
C'è poi tra l'altro un'altra caratteristica simpatica nel Birraio che
è propria del solo scritto: l'incipit di ogni romanzo è una
parafrasi di un'opera reale, il Bian vi ha riconosciuto "Moby Dick",
"Il Capitale" e "Cent'anni di solitudine" ma, principalmente,
nel primo capitolo, quel
"Era una notte che faceva spavento, veramente scantùsa",
inconfondibile eco de "Era una notte buia e tempestosa" con cui si
apre quello che per antonomasia è "Il Romanzo" di Snoopy.
La
cronologia delle vicende del commissario Montalbano... sono due:
quella che si evince dai racconti e romanzi e che viene trasposta nella serie
"Il Commissario Montalbano"
(benché l'ordine degli episodi televisivi non segua quello dei romanzi ma la sceneggiatura di Camilleri stesso ha
rimesso
tutto a posto) e quella, dovuta a esigenze di copione, dei film
della serie "Il giovane Montalbano".
Anche se si
ispirava a fatti di cronaca, Andrea
Camilleri nei suoi scritti raramente citava date ed eventi sì da poter
"giocare col calendario": dal punto di vista del racconto poliziesco
ogni romanzo è autoconclusivo, le indagini che seguono a ogni
delitto hanno un inizio e una fine così che ogni libro (o film
derivato) possa essere fruito pressoché indipendentemente dagli
altri.
C'è comunque una linea temporale coerente che è tenuta insieme da un
paio di fil rouges: uno è lo sviluppo
del rapporto tra Salvo e l'eterna fidanzata Livia, l'altro
(apparentemente secondario ma più forte) sta nella vita del "ladro
di merendine", l'orfano François poi adottato dalla sorella di Mimì
Augello che in sottofondo cresce, studia, diventa poliziotto ("ccume
a tia" dirà, adolescente, a "zio Salvo") e infine tragicamente
muore in "Una lama di luce".
Meno palesi ma ugualmente da
citare ci sono sia il rapporto distaccatamente educato di Montalbano
con l'anziano boss mafioso Don Balduccio Sinagra e quelli con
i Questori suoi superiori, in particolare la sarcastico mancanza di
stima
che lui dimostra a Luca Bonetti-Alderighi il quale, di converso, lo
disprezza apertamente salvo poi mutare in una certa cordialità negli
ultimi episodi, e infine le comparsate di Pasquale Cirrinciò, ladro
sì ma pur sempre figlio della cammarera Adelina nonché valido ausilio nella
risoluzione di alcuni casi. Qui e là, poi ci sono riferimenti ad
eventi accaduti in racconti/puntate precedenti che danno ulteriore
corpo alla linea temporale.
Si potrebbero/dovrebbero rivedere con
calma tutti gli episodi per carpire inquadrature di titoli di
giornale, calendari appesi alle pareti, ritratti del Presidente
della Repubblica in carica e altri indizi simili per
datare correttamente gli eventi. Per via della durata ventennale
della serie anche gli interpreti danno nuova forma esteriore ai
personaggi a causa della naturale senescenza, fino alla tragica
scomparsa del medico legale dottor Carmelo Pasquano dovuta
alla morte del suo interprete, il compianto Marcello Perracchio.
Almeno una
volta sono citati testualmente una data e un preciso fatto di
cronaca, sì da collocare temporalmente la serie di romanzi/racconti e la
fiction
"Il Commissario Montalbano".
La prima è, nel romanzo "La prima indagine di
Montalbano", l'anno 1985 in cui il giovane Salvo riceve l'incarico
di dirigere il commissariato di Vigata. La datazione è rafforzata da
un dialogo occorso durante il primo incontro tra Montalbano con il
suo nuovo superiore dott. Alabisio, Questore di Montelusa, quando i due si riconoscono
protagonisti di un episodio di diciassette anni prima: nel 1968, a
Palermo, l'allora commissario Alabisio aveva "mollato un calcio nel
sedere" a Montalbano durante le contestazioni, ricevendone "un
cazzotto": all'obiezione di Alabisio "ma lei era un ragazzino"
Montalbano risponde "non precisamente, avevo diciotto anni".
Il Salvo
Montalbano dei romanzi nasce dunque nel 1950.
L'altro riferimento è precisato nel
romanzo "Il giro di boa" dove un Montalbano di mezza età, disgustato
dai fatti accaduti nel 2001 alla Caserma Diaz di Genova
durante il G8, pensa di dimettersi. Da qui, con calma e cercando
indizi (il Capodanno de "Gli arancini di Montalbano" ad
esempio), si potrebbero datare i singoli episodi...
Nella serie
televisiva "Il giovane Montalbano"
invece c'è un immediato anacronismo con il romanzo: dovrebbe correre l'anno 1985 ma
Montalbano guida la sua storica automobile, ormai famosa
quanto la Peugeot 403 Cabriolet del tenente Colombo: ebbene si
tratta di una Fiat Tipo, modello prodotto a partire dal 1988 che
quindi non potrebbe comparire nella fiction. Tra
l'altro, spigolando si capisce che non si tratta sempre
della "stessa" auto, ovvero dello stesso esemplare: ne "Il Giovane Montalbano"
essa
ha il formato targa coerente con l'epoca, con la sigla della
provincia (EN) e sei cifre, ne "Il Commissario Montalbano" ha il
formato targa introdotto nel 1994, cambia diverse volte targa (la
produzione usò evidentemente diversi esemplari diversi anche come
motorizzazione e allestimenti) per poi consolidarsi in AK696FW. Questo fatto perlomeno
separa le due serie: "Il Commissario Montalbano" deve svolgersi dal
1994 in poi e si potrebbe usare l'età di François per avere altri
riferimenti.
L'evento che palesemente data la serie si trova nell'ultimo episodio
della seconda stagione: l'attentato al Giudice Falcone del 1992.
Trattandosi della seconda stagione e avendo Montalbano gestito un
caso occorso l'anno prima nella notte di Capodanno, deduciamo che la
sua nomina a Vigata avviene nel 1990. Durante l'incontro con Alabisio, nella conversazione l'episodio del calcio risale a
"tredici anni prima" ovvero al 1977, altro anno di contestazioni
al pari del 1968, e
Montalbano sostiene di aver avuto vent'anni all'epoca, quindi nasce
nel 1957.
Se avete
letto fin qui, ne siamo felici, era solo una nostra palestra
letteraria... adesso si cercano i riferimenti geografici e si progetta il viaggio.
Geografia di Camilleriana
Molti
appassionati di ferrovie che siano anche modellisti (la cosa non è
ambivalente) avranno immaginato di dare il nome di Vigata o di
Montelusa alle loro stazioni in miniatura. Quindi non scontata ma comunque
grande è stata la sorpresa del Bian quando, nei
(*) colophon dell'"Atlante
ferroviario d'Italia e Slovenia", edizioni Schweers+Wall 2010,
ha trovato questa cartina da cui si è preso il nome "Camilleriana"
per questo articolo
©
Schweers+Wall, autorizzazione
alla riproduzione richiesta
Nota all'immagine: "Camillieriana"
è sbagliato, lo scrittore non si chiamava "Camillieri"
Si tratta
del dettaglio delle linee ferroviarie esistenti e cessate della zona
di Agrigento, però i toponimi reali sono stati sostituiti con quelli
dell'universo di Camilleri sia come egli lo aveva immaginato sia
grazie a un po' di fantasia degli estensori dell'Atlante.
Nato a Porto Empedocle, ivi Camilleri aveva collocato la sua Vigata
dal
toponimo che richiama la reale Licata; Agrigento era diventata Montelusa
che peraltro, contrariamente a quanto molti pensano, è un luogo reale: si
tratta di una necropoli in
frazione San Leone, presso Agrigento; lo stesso Camilleri aveva
preso in prestito il toponimo da Pirandello che lo usava al pari
dell'antico nome di Agrigento, Girgenti. Il fatto
è confermato dal romanzo "La prima indagine di Montalbano" dove si
asserisce che la distanza tra Montelusa e Vigata è di sei
chilometri, e tale è in linea d'aria la distanza tra Agrigento e
Porto Empedocle. La genesi dei nomi delle altre località è un gioco
con le lettere dell'alfabeto che richiama altre città della costa
sud della Sicilia da Trapani a Siracusa. Anche Marinella è un toponimo
reale ma si riferisce a una frazione di Selinunte, che però sempre
luogo Camilleriano è.
Vigata è sede di Commissariato di
Pubblica Sicurezza e la cosa è giustificata dal fatto d'essere
parificato a un centro abitato di circa 16.000 abitanti qual è Porto
Empedocle La Questura di
appartenenza è ovviamente quella di Montelusa, il capoluogo di
provincia.
Fin qui,
nella narrazione scritta va tutto bene: quando però i romanzi sono
stati portati sullo schermo, esigenze di copione e -perché no- di
promozione turistica hanno portato ad ambientare i luoghi letterari
in altre località e la scelta è stata dettata dalla bellezza delle
città barocche del Val di Noto: Vigata è una località "sparsa
qui e là" ma collegata alla Sicilia reale: nelle inquadrature
talvolta compaiono cartelli stradali (fittizi) che indicano strade principali
per Palermo e Catania (dove c'è l'aeroporto più vicino,
Fontanarossa, la cosa è confermata in un'intervista di Gigi Marzullo
ad Andrea Camilleri)); a Vigata la ferrovia non c'è o, se c'era, ora è un
ramo secco: quando viene a trovare Salvo, Livia raggiunge la città
in corriera. L'esercizio di questa pagina è di riassumere tutte le
location dei film del ciclo di Montalbano e ove si riuscirà, magari
in futuro, inserire anche quelli dei film tratti dai romanzi
storici.
Il mondo
televisivo di Camilleriana ci viene introdotto dalla sigla di testa
de "Il Commissario Montalbano", pressoché comune a tutte le
stagioni, ma innanzitutto per rispettare la cronologia spendiamo due parole sul
primo
episodio della serie "Il giovane Montalbano" che si intitola
ovviamente "La
prima indagine di Montabano" (come il racconto da cui è
tratto) e che si svolge nel paese di sua
prima assegnazione come vicecommissario, Mascalippa.
Dice il romanzo che il
paesino si trova sui Monti Erei, in provincia di Enna (sede della
Questura di competenza): la catena degli
Erei esiste veramente, benché misconosciuta rispetto ad altre
catene siciliane come gli Iblei,
i Nèbrodi, i Peloritani. Esistono altre due "Masca-" in Sicilia,
entrambe in provincia di Messina: Màscali e Mascalucìa; dall'etimo
della prima ("boscoso") potrebbe derivare la Mascalippa spersa tra
le montagne degli Erei.
Nei crediti dei titoli di coda della serie
sono citate Nicosia e Gangi, ma nessuna
delle due pare essere Mascalippa: unico indizio nel film, un muro
merlato in cima alla montagna, ma non sembra essere il castello di Nicosia.
Abbiamo scritto alla casa di produzione Palomar in merito, ma non
abbiamo ancora ricevuto risposta.
Nella sigla
di testa de "Il Commissario Montalbano" c'è un
primo assaggio delle ambientazioni: viene dapprima inquadrato il
porto di Mazara del Vallo: peraltro di Mazara si vene ben
poco nella serie, i
silos che si vedono su un molo forse sono quelli che vengono
demoliti all'inizio de "Un diario del '43".
Seguono poi diverse vedute aeree di Ibla, il più antico
quartiere di Ragusa, in particolare la
piazza del Duomo con la cattedrale di San Giorgio.
Il grande viadotto stradale (non si vede nella sigla delle prime
stagioni) è quello di Modica.
La famosa casa di Montalbano è a Punta Secca, frazione di
Santa Croce Camerina: nelle vedute aeree sono inquadrati il Faro e
la
Torre Scalambri: quest'ultima appare come un brutto cubo grigio
che stona con l'atmosfera del paese, fortunatamente un restauro del
2013 l'ha riportata all'aspetto originario con pietre a vista e come
tale appare negli episodi più recenti.
La veduta aerea della grande piazza Busacca ci introduce infine alla
città che ha donato alla serie le location più note:
Scicli. E' infatti qui, in via Francesco Mormino Penna, che si
trova il
Commissariato di Pubblica Sicurezza che compare in tutte le
puntate (tranne due, per esigenze della produzione): spesso nelle
inquadrature degli interni compare una cartina della provincia di
Ragusa che rinforza l'ambientazione. La Vigata di Montalbano ha questa via come punto focale ma
al Commissario basta girare l'angolo a piedi per ritrovarsi nella
Vigata-Ragusa o nella Vigata-Modica o altrove.
L'universo Camilleriano viene
ambientato in tante località reali ma le principali sono quasi tutte
nell'angolo sudest della Sicilia, tra le Provincie di Ragusa e
Siracusa, nel trionfo del Barocco siciliano (una decina di siti
UNESCO in 50 km di raggio) in una regione che ha
un'aria sempre esotica e misteriosa per noi nativi del nord, quasi
fosse un mondo a parte rimasto sospeso nel tempo e nello spazio,
anzi collocato in un suo tempo e un suo spazio proprio come un
eterno Gigante.
Le località dove sono state girate delle scene sono state raccolte in questa
cartina
senza pretesa
di completezza.
Per una
ricerca più agevole si
tenterà anche di creare una
tabella
che verrà
completata con le indicazioni necessarie ad ambientare il luogo con
gli episodi.
Le location migliori?
Ognuno seguirà il proprio gusto: noi troviamo affascinanti:
-
La
Mannara, ovvero la Fornace Penna in località Pisciotto, presso
Sampieri
-
Il
Castello di Donnafugata con il suo Labirinto
-
Villa
Fegotto a Chiaramonte Gulfi
-
La
Grotta delle Trabacche
-
La
Tonnara di Scopello
-
Il Loggiato del Sinatra a Ispica
-
Le Latomie di Cava Gonfalone
Il progetto del viaggio
Un viaggio
in Camilleriana non può e non dovrebbe toccare solo i luoghi citati nelle
fiction... ma bisogna stare attenti a non farsi prendere la mano
dalle cartine, la
Sicilia è un Continente. Oltre alla provincia di Ragusa (e alla
vicina Siracusa), altri due epicentri di
luoghi Camilleriani sono intorno ad Agrigento e in provincia di Trapani e per
visitarli tutti occorrerebbe un programma di viaggio assai ambizioso
che toccasse pressoché tutta l'isola, e allora verrebbe voglia di
visitare anche tutte le sue eccellenze... il problema è che la
Sicilia è grande, molto grande: dal
Capo Peloro al Capo Lilibeo ci sono circa 350 km di strada, da qui a Capo Passero
330 e per tornare a Messina 250, e se vogliamo anche toccare
l'interno dell'isola ne aggiungiamo ancora un bel po', circa 270
da Siracusa a Catania passando per Caltanissetta: arriviamo facilmente a 1200
km senza fare
troppe digressioni. Dite "300 km al giorno e in quattro giorni la
giriamo"? Sì, ma cosa vedreste? E se poi voleste passare
approfonditamente nell'interno? Non è il nostro genere di viaggio,
per noi occorre mixare tra il piacere della moto e quello di vivere
i luoghi.
Potremmo provare a costruire due
programmi di viaggio, uno per la sola zona del Barocco Ragusano
passando da Agrigento e
uno "da pensionati" (perché finché lavoreremo, probabilmente non
potremo svolgerlo) ripercorrendo anche strade e luoghi del
settembre 1991
per rivederli con occhi più maturi.
Guide turistiche, ritagli di articoli e atlante TCI alla mano, il
viaggio "da pensionati" è diventato frattale e vi si è dovuto
dedicare una pagina a sé, è anch'esso un gran bel viaggio con la
fantasia. Per entrambi i viaggi, partenza e arrivo coincidono con il porto di
Palermo poiché ipotizziamo la traversata da Genova.
Se togliamo il Trapanese, la
cartina di Camilleriana si focalizza sui dintorni di Agrigento e
sulle provincie di Ragusa e Siracusa... e ci vengono in aiuto le
parentele: nostro cognato Pietro è nativo di Rosolini (SR) e lì
possiede una casa mentre a Pietraperzia (EN) ci sono i parenti della Gegeniglia, così l'utile
funzione "Area tempo guida" di Autoroute Express 2007 (software
vecchiotto ma sempre valido) ci fa create tre isole di luoghi
raggiungibili in 30 minuti da Agrigento e da Pietraperzia, e 60 minuti da
Rosolini, da cui si possono
compiere dei tour "a margherita". A chi potrebbe pensare
che 30 minuti siano pochi basti pensare che in un tour "a
margherita" tra strade da percorrere, foto dei panorami e soste per
le visite si può passare in giro l'intera giornata e stare in sella
alla moto anche per qualche ora senza passare due volte per la
stessa strada.
Da Palermo ad Agrigento
(166 km)
Palermo val bene un paio di giorni per sé, con sconfinamenti
a Mondello, a Monreale e altre località (ed ecco la sua area tempo
guida di 30 minuti nella mappa), poi il richiamo della strada potrebbe far
propendere per la SS121 "Catanese", una delle più antiche
e importanti arterie dell'isola che però "si borda di verde"
nell'atlante TCI solo dopo Lercara Friddi, dove è già diventata da
un po' la SS189 "della Valle dei Platani" e va a raggiungere
Agrigento.
Per danzare sulle curve appare più interessante, a vedere la cartina,
l'uscita da Palermo (1) verso Altofonte e Piana
degli Albanesi per poi valicare Portella Sant'Agata (in
Sicilia ci sono pochi "passi" ma molte "portelle") e dirigersi
verso Corleone (2) infilando la SS118 "Corleonese
Agrigentina", che ci porterà ovviamente fino ad Agrigento.
Da Santo Stefano Quisquina (3) a Cianciana (4) e
Raffadali altre strade bordate di verde dovrebbero assicurare
panorami e piacere di guida fino ad arrivare ad Agrigento (5),
prima tappa di questo ipotetico viaggio.
Ad Agrigento varrebbe la pena fermarsi un giorno o due
perché oltre alla ben nota Valle dei Templi siamo arrivati alla
Vigata di Camilleri, la sua Porto Empedocle; inoltre in
Contrada Caos c'è la casa natale di Luigi Pirandello nonché
luogo di tumulazione delle sue ceneri, e in frazione San Leone,
a punta Akragas c'è la necropoli di Montelusa. A ovest di Agrigento
troviamo Realmonte e la Scala dei Turchi, come
popolarmente è nota Punta Grande, altro luogo vigatese.
Da Agrigento a Rosolini
(162 km) e poi Siracusa (48 km)
Il viaggio prosegue lungo la costa sulla SS115: una breve sosta a
Palma di Montechiaro ci dovrebbe far incontrare "Il Gattopardo"
o perlomeno il blasone della famiglia Tomasi nel soffitto ligneo di Palazzo Ducale.
Si procede per Licata e Gela e qui si può o seguire la
costa fino a Pozzallo o puntare all'interno verso Vittoria e Ragusa,
per arrivare a Rosolini, sosta per noi perché è luogo di
parentele.
L'area tempo guida di 60 minuti da Rosolini ci permette di
raggiungere comodamente tutte le località più famose per le
ambientazioni delle fiction: oltre alle già citate Ragusa e Vittoria
abbiamo Scicli, Santa Croce Camerina, la Mannara a
Sampieri, Ispica, Noto, Chiaramonte e così
via..., inoltre abbiamo diverse aree archelogiche (Cava d'Ispica,
Akrai, la Grotta delle Trabacche...), il mare a
Portopalo di Capo Passero con l'Isola delle Correnti e
Marzamemi con l'Oasi di Vendicari... e volendo anche
Siracusa raggiungibile e visitabile in giornata. Se a Siracusa (7) si vuol
dedicare più di una giornata (e merita davvero) ecco una nuova tappa
per una visita alla bella città, da Fonte Aretusa alle Latomie.
Da Siracusa a
Pietraperzia (150 km)
Lasciata Siracusa puntando verso l'interno il Duecentomila
del TCI ci inviterebbe a passare per Palazzolo Acreide,
Grammichele con la sua bella piazza esagonale, Caltagirone
con la sua bella scalinata fino a raggiungere Pietraperzia (8),
altro luogo di parentele da incontrare oltre che essere baricentro
di diversi luoghi interessanti. A meno di 30 minuti da Pietraperzia
ci sono infatti Caltanissetta, la bella Enna, il lago
di Pergusa col suo autodromo, Calascibetta e Piazza
Armerina con la sua la Villa Romana del Casale... e tante
belle strade curvose e bordate di verde.
Da Pietraperzia a
Palermo (136 km)
La nostra strada del ritorno sarebbe la A19, l'ultimo giorno per noi
non è mai dedicato alle visite, non ci riusciamo... alla fine, considerando il
traghetto A/R, due notti a Palermo, Agrigento, Siracusa e Pietraperzia, tre notti a Rosolini verrebbe fuori questo programma:
-
Milano
- Genova - Ferry
-
Ferry -
Palermo
-
Palermo
-
Palermo
- Agrigento
-
Agrigento
-
Agrigento - Rosolini
-
Rosolini (visita di Camilleriana)
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Rosolini (visita di Camilleriana)
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Rosolini - Siracusa
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Siracusa
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Siracusa - Pietraperzia
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Pietraperzia (visita di Enna, Calascibetta, Pergusa)
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Pietraperzia - Palermo - Ferry
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Ferry -
Genova - Milano
due
settimane tonde, da sabato a sabato, con domenica di riposo prima di
tornare al lavoro... non male.
Conclusione: il viaggio...
:-)
Strano parlare di "conclusione"
quando il viaggio non è iniziato né sappiamo ad oggi,
primavera 2020, se e quando sarà compiuto... ma sognare non costa
nulla.
Lasciamo
QUI
un segnalibro per il futuro, che sia di buon auspicio.
CC BY-SA |