Bianconiglio e Gegeniglia
   I VIAGGI E LE GITE DI DUE MOTOTURISTI

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  ARCHEOLOGIA FOTOGRAFICA (del BianConiglio)         

Un po' come per la lettura, nella mia famiglia non c'è mai stata una tradizione consolidata di documentare, o meglio, di conservare i ricordi e la documentazione del passato con la fotografia: rovistando in solaio nel corso delle canoniche periodiche pulizie, spuntarono fuori immagini ingiallite datate anche 70 anni fa, in cui comparivano per lo più volti sconosciuti... immagini scattate poi chissà con quale apparecchio...

Le foto che mi ritraggono nella mia infanzia sono per lo più delle b/n in formato 6x6 scattate con una macchina finita ingloriosamente sul banco di un rigattiere... come vorrei avere ancora quella Ferrania 3M Eura, tutta di plastica, una ghiera di messa a fuoco, due diaframmi, il contatto per il lampo, da caricarsi con un rullino formato 120. Oltre alle fotografie, conservo ancora dei negativi, belli grossi e definiti nei contorni, anche se un po' sbiaditi ormai

Ferrania 3M "Eura"

Non ricordo di avere mai usato metodicamente quella macchina, anche perchè quando iniziai ad interessarmi alla fotografia, lo feci con una di quelle macchine ultracompatte che tanto andavano di moda verso il 1975, la Kodak Ektra 12 EF, con la pellicola alta 13 mm racchiusa nel caricatore 110: peccato che la pellicola che andava per la maggiore, la 400 ASA, produceva stampe che sembravano state impresse sulla carta vetrata...

Kodak Ektra 12-EFKodak 277X Instamatic

Alla ricerca di una qualità migliore abbandonai la tascabile per passare a... no, nulla di professionale: semplicemente alla Kodak 277X Instamatic della Gegeniglia, una macchinina dal diaframma con le nuvolette ed i solicelli, ma che montava i caricatori 126 da 28x28 mm... se non fosse stato per le lenti di plastica, le immagini ottenute non avrebbero avuto molto da invidiare a foto scattate con altre macchine, in particolare quando usavo la pellicola Agfa 100, che in condizioni di luce scarsa dava risultati molto migliori della Kodak 100 Gold... imbattibile quest'ultima però nelle condizioni di sole pieno.

Nel 1989, il grande balzo... "grande", insomma... volevo passare alla reflex ad obiettivi intercambiabili, ma senza spendere uno sproposito, e così il negoziante di fiducia mi indirizzò su un prodotto dell'allora Repubblica Democratica Tedesca (la ex-Germania Est): e mi ritrovai in mano una Praktica BC1 con il suo obiettivo 50mm/f1.8, a cui si aggiunsero nel corso degli anni altri pezzi a formare il mio corredo: un 28mm/f2.8 (l'obiettivo che più ho adoperato, per la sua estrema versatilità, soprattutto nei panorami e nelle riprese architettoniche), uno zoom 70-210mm/f4.5-5.6 (invero, poco pratico e pesante), un duplicatore di focale (che ho usato soprattutto con il 50mm, per qualche ritratto) ed un flash elettronico dedicato. Niente filtri e filtrini, a parte i neutri Skylight sul 28 e sul 50, UV sullo zoom, ed un polarizzatore, che usavo talvolta al mare.

Pentacon Praktica BC1Nikon Coolpix 5600

Nulla di trascendente, dunque: anzi, al giorno d'oggi decisamente antiquato e con un valore prossimo allo zero... ma la spartana BC1 mi ha regalato comunque grandi soddisfazioni, sebbene a prezzo di un peso ed un ingombro non indifferenti da trascinarsi dietro, specie nei viaggi in moto: a questo proposito, ho meditato a lungo di cambiare radicalmente rotta abbandonando pellicole per stampe e diapositive e passando ad una macchina fotografica digitale: ci ha pensato la Gegeniglia che, dopo avermi regalato verso il 2000 una compatta a pellicola che non vene usata molto, nel Natale del 2005 mi ha fatto trovare sotto l'albero, come graditissimo dono, una piccola Nikon Coolpix 5600.

Questa è un autentico gioiellino: sinora ci ho scattato circa 8000 fotografie, dalla pioggia olandese al deserto libico, e non perde un colpo. Per molti sarà anch'essa un oggetto ormai archeologico, con i suoi "soli" 5 MPix e nessun riconoscimento facciale, di sorrisi, ecc.., ma le sue ottime lenti e l'affidabile elettronica mi garantiscono belle immagini di qualità superiore per il web. Ricordate che per il web basta una risoluzione di 72 pixel per pollice (corrispondente al classico dot-pitch di 0.28 inch/pixel dei comuni monitor) e dato che le risoluzioni orizzontali non superano i 1600 pixel (quando va più, ma più che bene su schermi di qualità) non occorre scattare immagini con formati superiori ai 3 MPix, a meno che non vogliate ingrandirle per la stampa o pubblicarle con tecniche panoramiche.

E' collaterale alla fotografia un modo di documentare gli eventi che non mi aveva mai sfiorato, finché un'autentica occasione mi persuase a tentare la nuova strada: la videoripresa. Ero rimasto sempre dubbioso e perplesso circa le potenzialità di una telecamera amatoriale: un filmato va sceneggiato, ripreso, montato e sonorizzato per ottenere la parvenza di documentario, altrimenti ci si riduce a banali sprazzi di immagini senza capo nè coda, che annoiano dopo essere stati visti una volta. E per fare questo, ci vogliono tempo ed attrezzatura... Tuttavia, ancora ai tempi della Lira, una telecamera Samsung Video8 MyCam nuova (fondo di magazzino) al prezzo di 990 Frf (circa 300.000 Lit) non era da lasciarsi scappare. Piccola, compatta, con uno zoom 8x, era adatta ad essere trasportata in moto e sufficientemente versatile per un utilizzo amatoriale. Il guaio è che: o si guarda il panorama, o si guarda nell'oculare, per poi rivedere a casa la ripresa con una qualità infinitamente peggiore... assolutamente non può sostituire la fotografia. Comunque l'ho avuta, ed anzi l'ho sostituita grazie a una "rottamazione" con un'ancor più piccola (per i tempi passati) Casio DV.

Ad ogni modo, non mi sento di consigliarla: o si vive l'evento, o lo si guarda nell'oculare, quest'ultima cosa talvolta decisamente frustrante...

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