Bianconiglio
e Gegeniglia
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SPIGOLATURE FERROVIARIE
DEL BIAN "E l'Uomo inventò il Treno" NOTA: diverse immagini illustrate in questa pagina sono tratte da siti web, che a loro volta le hanno acquisite da archivi storici e/o da collezioni private: per quanto possibile citerò sempre la fonte e linkerò la pagina originale. Questo sito ha carattere esclusivamente amatoriale, non si intende infrangere alcun copyright. |
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Sono nato nel dicembre del 1962 e la passione per
le ferrovie è sicuramente per me un caso di
imprinting visto che (non a memoria mia ma a quella della nonna)
salii sul primo treno della mia vita due settimane dopo la nascita
per andare con i nonni a Ospedaletti (IM) per le feste di fine anno.
Col senno del poi mi sarebbe piaciuto essere nato nel 1952, sì da
poter godere all'età giusta della vista delle ultime locomotive a
vapore in servizio regolare, nonché della fine della storica
trazione trifase (vedere "Storia
delle ferrovie in Italia" su Wikipedia)... tutti eventi
peraltro che avrei potuto vivere anche nascendo nel '62 se solo
avessi avuto un carattere meno schivo e più intraprendente: fu
imprinting anche quello,
dovuto ad una nonna-molto-troppo-protettiva... pazienza. Che meraviglia sarebbe stato vedere quel mondo dal vivo... Comunque, per un'infinità di anni salii su quel direttissimo Milano-Ventimiglia per scendere a Ospedaletti e, appena uscito dalla stazione, trovarmi alla Pensione Savoia. Fu triste quando i direttissimi saltarono il piccolo paese, costringendoci a scendere a Sanremo e prendere il filobus: il traffico passeggeri non giustificava la fermata se non dei locali. "La leggenda" vuole che mio nonno, durante le sue lunghe trasferte di lavoro, fosse andato con amici al Casinò di Sanremo e la sera, essendo inavvicinabili gli hotel sanremesi, la combriccola prese un treno scendendo a Ospedaletti e trovando alloggio al Savoia: era il 1948 e da allora il nonno divenne grande amico dei proprietari Omero e Alda, passando pressoché tutte le vacanze estive e invernali il quel luogo, nonna e me compresi... Dalle finestre della camera e dalla sala ristorante ovviamente si vedeva la ferrovia e tutte le sere alle 20 mia nonna mi rincorreva con il piatto della cena perché io volevo veder passare il Trans Europ Express "Ligure" allora esercìto con le eleganti automotrici automotrici ALn.442/448 Breda del 1957 dalla vivace colorazione TEE rosso-giallo che spiccava in un mondo di locomotive marroni e carrozze grigie... ed i loro prematuramente dimenticati rimorchi intermedi Ln.60. Concepiti per il servizio TEE, il cui capitolato fissava la qualità dei servizi di bordo ma non la tecnologia del rotabile, così che ogni amministrazione aderente sviluppò un suo progetto, i treni Breda vennero realizzati come coppie di automotrici a comando multiplo con un eventuale rimorchio intermedio a formare un treno bloccato Aln+Ln+Aln. Purtroppo i motori risultarono sottodimensionati per il traino del rimorchio su rampe acclivi, e nel servizio TEE le Alpi o gli Appennini andavano sempre valicati, così l'originaria capienza di un treno da 150 posti a sedere venne ridotta a 90, "rinforzando" il treno con altre automotrici o elettromotrici nel tratto italiano: il "Ligure" per Marsiglia o Avignone viaggiava accoppiato, fino a Sanremo, tipicamente con una Ale.601 ed una Le.660 (ah, le ALe.601, meriterebbero anch'esse una pagina...)
Dal bel sito StagniWeb (CC BY-SA 3.0): spettacolare composizione del TEE Ligure tra Milano e Ventimiglia nel 1972 (cfr. foto sul libro "Il paesaggio dei treni", di Paolo Gregoris). La coppia di ALn 442/460 in testa proseguiva fino a Marseille, mentre il rinforzo a trazione elettrica era limitato a Ventimiglia. L'ALe 601 tiene entrambi i pantografi in presa, sotto la linea di contatto ex-trifase. Ebbi l'onore ed il piacere di viaggiare su un esemplare di TEE Breda in due occasioni durante servizi speciali amatoriali negli anni'80, in particolare sull'ultimo complesso in ordine di marcia all'epoca, nel frattempo riclassificato ALn.460/448.2008 dopo la cessazione dei servizi TEE, amorevolmente accudito dalle maestranze del DL di Treviso, l'ultimo che lo ebbe in carico fino all'accantonamento. Voglio ricordare questo bellissimo treno con una foto ufficiale di fabbrica che lo ritrae nella composizione a tre elementi, con la speranza che l'ultimo esemplare sopravvissuto, proprio il 2008 attualmente accantonato, possa essere rimesso in ordine di marcia. Fu amore per quel rotabile, e fu amore per il Treno. Se non proprio amore, è sicuramente passione, di cui una buona parte è stata trasmessa da me anche alla Gegeniglia (malgrado lei, in ferrovia, ci lavori...) e grazie a ciò tra i nostri viaggi in moto talvolta intercaliamo o inseriamo una giornata ferroviaria.
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