Otto del mattino: sul binario 1 della stazione di
Siena il convoglio storico della FTI è già in attesa di caricare i
suoi passeggeri, sempre quegli strani tipi che pagano il biglietto tre volte
tanto per andare tre volte più piano. La locomotiva è in pressione,
i Maestri mi diranno che è stata accesa alle 15 del giorno
prima da fredda: alle tre del mattino era ancora a 8 atmosfere e
doveva raggiungere le 12… questi animali meccanici sono vivi e vanno curati giorno e
notte.
Pur partendo da Siena, il treno è classificato come Regionale 96197
per Siena, dove tornerà alle 18.45. Eravamo booked su
un viaggio FTI lo scorso novembre, che ci regalasse nell'aria fredda
le vedute di bianche fumate di
vapore condensato dal fumaiolo, ma il Bian ebbe la bella idea di
prendersi la broncopolmonite e così il viaggio saltò, ma lo
recuperiamo oggi. Siamo arrivati ieri e abbiamo fatto, dopo
quasi trent'anni, una bella passeggiata dal pomeriggio fino a tarda
sera in questa bellissima città, dove altri animali meccanici hanno
dato spettacolo: Siena è città di transito della
Mille Miglia
e quest'anno ricorre il 90° anniversario di questa epica gara, ma
noi non siamo qui per questo... |
Tra le tratte gestite dai volontari delle
Ferrovie Turistiche Italiane c’è la
Asciano-Monte Antico che attraversa le Crete Senesi e
costituisce il vecchio tracciato della
Siena-Grosseto, il che spiega le strane progressive
chilometriche dell'ordine dei 200 km: sono calcolate
da Roma Termini. Le infrastrutture sono di proprietà e manutenzione
di RFI e i rotabili che vi transitano sono del parco storico della
Fondazione FS. Su questa linea sono esercìti frequenti convogli sia
con locomotive a vapore e carrozze Centoporte che con automotrici
d’epoca, comunemente chiamate “Littorine” anche se Littorine non
sarebbero: ci
autocitiamo: "il
termine "Littorina" originariamente destinato alle primissime
ALb48, ALB64 e ALb80, venne esteso a tutte le automotrici della
prima generazione ed entrò talmente nell'immaginario collettivo che
ogni successivo tipo di automotrice continuò (e continua, a volte)
ad essere chiamato così."

Di fatto si
potrebbero compiere viaggi circolari sull'anello Siena-Asciano-Monte
Antico-Siena, con andata lungo le valli Asso e Orcia e ritorno dalle
valli Ombrone e Arbia (o viceversa) ma i treni sono rigidamente
impostati su tracce orarie che occupano per il minor tempo possibile
la tratta Siena-Asciano e non toccano (se non forse in pochissime
occasioni) la tratta che transita da Buonconvento.
La nostra
composizione è di cinque
Centoporte serie 36000: CIzCR 36376,
CIzCR 36129,
CIz 36909, Bz 36289 e
CIz 36740. In testa e in coda al treno, due presenze abbastanza
inconsuete e per questo molto piacevoli, su cui meglio spendere
qualche riga...
La
locomotiva è la Gr.741.120, accreditata di essere
l'unica locomotiva dotata di preriscaldatore sistema Franco-Crosti
ancora esistente al mondo. Costruita nel 1914 dalle Officine
Meccaniche e Navali di Napoli come Gr.740.120, venne convertita
nel 1958 installando un preriscaldatore sotto la caldaia per
migliorare le prestazioni della locomotiva, quando non si
costruivano più da anni locomotive a vapore nuove ma c'era
ancora un cospicuo parco di macchine in esercizio, e le Gr.740
erano state costruite in ben 470 esemplari.

Perchè i preriscaldatori? Semplificando
all'osso, il massimo dell'efficienza di
una macchina termica si raggiunge quando la differenza
di temperatura del fluido tra l'entrata e l'uscita è la più elevata
possibile (in realtà si dovrebbe parlare di differenza di
entalpia): in sintesi il
vapore deve entrare nei cilindri caldissimo e ad alta pressione, ed essere scaricato alle
più basse pressione e temperatura possibili; lo stesso deve avvenire per i
fumi della combustione: più sono freddi, più calore hanno ceduto
all'acqua da vaporizzare.
Nel corso dello sviluppo della macchina a
vapore si sono introdotti diversi accorgimenti tecnici per ottenere
questo risultato: uno di essi, forse l'ultimo in termini di
sviluppo, è il
preriscaldatore Franco-Crosti (dal nome dei due
ingegneri italiani che lo svilupparono). Il funzionamento è molto
semplice: prima di eiettare i fumi di scarico dal fumaiolo,
avendo essi ancora un'elevata temperatura, li si fanno passare
in uno scambiatore posto ai lati o sotto la caldaia per
preriscaldare l'acqua di alimento che, dalla temperatura
ambiente, viene portata già a 80-90°C, il che si traduce in
minor consumo di carbone e miglior rendimento generale del
sistema: di fatto queste macchine consumavano il 10-12% di
carbone in meno e la potenza passava da 980 a 1100 CV: per
inciso, questa Gr.741 consuma 15 kg di carbone a km.
L'aspetto delle locomotive trasformate cambia pesantemente: nel caso di un
singolo
preriscaldatore la caldaia deve essere rialzata per ospitarlo
sotto di essa, nel caso di una coppia di essi (come nelle Gr.743),
sono montati ai lati della caldaia, un po' come i booster dello
Space Shuttle... il fumaiolo è in posizione molto più
arretrata rispetto al normale perché il flusso dei fumi nel
preriscaldatore è contrario a quello nella caldaia.
In coda
alla composizione c'è una carrozza Centoporte a tre assi mista
seconda-bagagliaio, ma la sua marcatura è complessa: npBDIy
68903...: BD va bene, seconda classe e bagagliaio, I
per intercomunicante a mantici, y
sta per tre assi ma... n per navetta e p per
pilota su una carrozza di questo tipo "ci giunge nuova".
Su uno
dei frontali, ai lati dell'intercomunicante ci sono due
finestrini, uno ha il tergicristallo e la veletta ed è
sormontato da tromba e fischio... poi ci sono i fanali e un
grosso connettore. Sbirciamo dentro e vediamo manometri
della pressione, tachimetro e rubinetto del freno... è proprio
una carrozza pilota!
(parentesi a linguaggio adolescenziale, ma rende l'idea: dite
alla squinzia che se la tirava un cifrone presidiando la
carrozza riservata allo staff, che non mi ha fatto salire e che
mi ha risposto con sufficienza quando le ho chiesto
informazioni, che non basta accompagnarsi a un tipo con la
casacca della Fondazione FS per essere un'appassionata di
ferrovie)
Per informazioni su queste antiche carrozze semipilota ci è
venuto in aiuto, oltre a qualche cenno qui e là sparso nel web,
l'ottimo e frequentemente consultato blog
dal
quale scopriamo come nel 1940 vennero sperimentati, sulla linea
Roma-Nettuno, i primi treni navetta che consentivano un
risparmio di tempo ai capolinea perché non richiedevano
l'inversione della posizione della locomotiva. Quest'ultima era
frequentemente una E.626 che viaggiava, quando era in coda,
sempre presenziata dal macchinista ed era collegata attraverso
una condotta a 6+1 poli che correva lungo tutto il treno
(composto di Centoporte debitamente attrezzate) fino alla
semipilota. Le semipilota erano ottenute trasformando appunto
delle Centoporte a tre assi, aggiungendo finestrini, fanaleria,
dispositivi di segnalazione e posto per un altro macchinista,
collegato con quello in coda attraverso il Citofono Perego mediante il quale poteva impartire gli
ordini di marcia, avendo comunque a disposizione "almeno"
tromba, fischio e freno.
Finita la
parte "tecnica", torniamo al turismo. Ogni viaggio del
TrenoNatura (come è pubblicizzata questa iniziativa dal main
sponsor
TerreDiSiena) avviene in concomitanza di una festa o sagra lungo
un paese sulla tratta o presso di essa, e questo è il turno della
VIII Festa del Treno di
Torrenieri (vedi
anche
Wikipedia) frazione
della ben più famosa
Montalcino, patria del vino Brunello.
La Festa del Treno cade sempre nella prima domenica
successiva o coincidente con il 14 maggio, data in cui, nel 1865, la
costruenda ferrovia Asciano-Grosseto raggiunse Torrenieri dopo ben
cinque anni di lavori per soli 21 km.
Non cercate Torrenieri sulle guide turistiche, non la trovereste. La
volenterosa Pro Loco ha stampato per l'occasione un pieghevole
formato A3 del quale solo un sesto descrive il paese, due terzi sono
occupati dagli sponsor e un altro sesto dal programma della
manifestazione. La colorita descrizione del paese del pieghevole fa
risalire il toponimo Torrenieri a "Torre Nera", tale essendo il
colore della pietra con cui era edificata una torre di avvistamento
in cima al Poggio, dove ora c'è un'azienda vinicola. Personalmente,
"Torre Nera" ci evoca un famoso
ciclo di romanzi di Stephen King... Altre architetture di
rilievo solo Palazzo Ballati, accanto al passaggio a livello, dove
la via Francigena attraversa il torrente Asso e il Quadrivio dove
sorge la chiesa di Santa Maria Maddalena.
Ma come
siamo arrivati a Torrenieri? In un modo un po' contorto...
Partito da Siena con la locomotiva a tender avanti, il treno
ha percorso la tratta per Asciano (transito alle 9.10)
passando in mezzo alle
Crete, allontanandosi alquanto dalle strade e immergendosi in
placide colline, a seconda della stagione brulle o verdeggianti,
colline che, pur di limitata altezza, hanno richiesto di essere
attraversate con gallerie (ed ecco perché cinque anni per 21 km),
oltrepassando il bel ponte sull'Ombrone (dove c'è ancora un pezzo di
segnale ad ala), diverse fermate ormai abbandonate (alcune poco più
che casotti), la stazione di Torrenieri-Montalcino e
giungendo alle 10.40 a Monte Antico, dove la locomotiva ha
fatto rifornimento d'acqua e si è portata, finalmente nel giusto
orientamento, all'altro capo del convoglio che è ripartito dopo una
quarantina di minuti alla volta di
Torrenieri-Montalcino dove si è fermato alle 12.00, con
orario di ripartenza per Siena alle 17.10... ecco, pur con un
semplice ma buon pranzo all'Osteria dei Briganti e dei Poeti
(il gestore è sardo e ha trapiantato la sua tradizione culinaria in
questa terra), pur con la passeggiata fino alla (piccola) cantina su
al Poggio per la (breve) visita, pur col gironzolare tra le (poche)
bancarelle e nella (piccola) mostra di modelli e diorami
ferroviari... cinque ore a Torrenieri sono davvero tante senza un
mezzo di trasporto alternativo! Benvenute quindi le cinque del
pomeriggio, quando siamo ripartiti per giungere a Siena alle
18.45, giornata piena!
E Siena?
Ovviamente ci ha occupato il pomeriggio del sabato: la prima e
ultima volta in cui l'avevamo visitata era il 1988, in occasione di
una vacanza in campeggio in Toscana e abbiamo rivisto volentieri i
luoghi principali, ovvero il
Campo con il
Palazzo Pubblico e il
Duomo dedicato a Santa Maria Assunta, dallo sfarzoso interno e
con la mai vista prima (e come tale piacevolissima sorpresa)
Libreria Piccolomini. Pernottamento alla Villa Piccola Siena, un
gradevole B&B, e ottima cena, da ricordare, all'Osteria le
Sorelline, trovata grazie a Trip Advisor e a Google Maps... se no
col cavolo che la trovate!

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