Bianconiglio
e Gegeniglia |
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"Insomma... prima una tratta in automobile, poi una in treno, poi una
in battello...
Programma di viaggio per sabato 25 giugno 2016 1° tratta: in
auto 2° tratta: treno
Trenord 6054 Iseo: distanza stazione-imbarcadero 15-20 min a piedi (c’è tempo per il gelato, Iseo è carinissima) 3° tratta:
traghetto NLI 219 già prenotato per tutti (biglietti nominativi 4€
cad.) Tutto il tempo che vogliamo per passeggiare sui Floating Piers
Ed è andata proprio così. L'idea lanciata dalla solita inarrestabile Raffaella di andare a vedere l'opera di Land Art "The Floating Piers" dell'artista Christo e della sua compianta compagna Jeanne-Claude era nata tra noi quattro (noi due e Nino, marito di Raffaella) e si era concretizzata nel programma qui sopra già il 22 maggio grazie al Bian-pianificatore che, quando si tratta di salire sui treni, si dimentica della motocicletta. Poi si sono piacevolmente aggiunti Giuseppe, Anna e loro figlio Alessio, ed i loro cognati Mario e Maria dalla profonda Puglia.
Dopo l'apertura al pubblico dell'opera il 18 giugno, sulla Rete e nei media rimbalzavano notizie abbastanza allarmistiche: chiusura notturna decisa dalla Prefettura, difficoltà di raggiungere gli accessi malgrado la logistica, meteo instabile, soppressione di corse ferroviarie, folla alla stazione di Brescia e treni pieni ecc... quasi quasi sarebbe venuta voglia di lasciar perdere. "Ma no" ci siamo detti venerdì 24: "è un buon programma, seguiamolo fino in fondo". Partiti con due auto anticipatamente alle 14.10 per timore di code in autostrada (dati i cartelli visti dal Bian durante una trasferta infrasettimanale) alle 15.00 parcheggiavamo all'ombra accanto alla piccola stazione di Bornato-Calino, sulla Brescia-Iseo-Edolo con l'allegra rassegnazione di aspettare quasi un'ora il treno previsto: invece 10 minuti dopo ecco arrivare un altro treno, o il 6052 in ritardo o un convoglio straordinario, esercìto con una doppia di ATR125 e ATR115, pressoché vuoto: dopo meno di 15 minuti passati seduti al fresco dei condizionatori scendevamo a Iseo accolti dall'automotrice storica ALn1204, una Macchifer degli anni '50 derivata dagli Schienenbus tedeschi.
L'attesa della partenza del traghetto é passata in fretta gironzolando per Iseo ad ammirare piazza Garibaldi e la bella Pieve di Sant'Andrea, con tanto di matrimonio in corso. Alle 16.40, grazie ai biglietti prenotati via Internet tre settimane prima, eravamo alla corsia prioritaria dell'imbarco sotto gli occhi invidiosi delle oltre quattrocento persone che avrebbero dovuto aspettare in coda sotto il sole i primi traghetti liberi, dalle 18.10 in poi. Una ventina di minuti di navigazione ed eccoci sbarcare su Monte Isola al molo di Peschiera Maraglio, con una folla da Corso Vittorio Emanuele a calpestare il tessuto giallo oro che identifica il percorso verso i Piers. E così, dirigendoci verso ovest, abbiamo raggiunto la prima passerella che si stacca dall'isola tra Peschiera e Sensole, notando però che era accessibile solo per metà, idem l'altra che parte quasi da Sensole a ricongiungersi con la prima presso l'isola di San Paolo. Questa passerella appariva però meno frequentata e, considerando che avevamo prenotato dal mattino il ristorante a Sensole, ci siamo diretti sulla seconda sperimentando la sensazione di camminare su questo lungo, grande, bellissimo tappeto dorato in un continuo movimento esaltato dai passaggi dei battelli che creavano onde lunghe e quasi oniriche. Clima accettabilissimo, non sole pieno ma velato, ogni tanto qualche nuvola, temperatura OK: in effetti la mancata accessibilità dei Piers era dovuta a previsioni meteo negative che facevano presagire un temporale, così ci han detto gli addetti che limitavano l'accesso dato che la completa evacuazione dei Piers pieni avrebbe richiesto, secondo simulazioni, ben quattro ore. Dopo una sosta ci siamo diretti alla Trattoria del Sole a Sensole, scelta su Trip Advisor. Beh, in questa occasione la classificazione va a farsi benedire, la trattoria proponeva (per ragioni organizzative, visto l'afflusso in queste due settimane) il "menu dei Floating Piers" con una scelta molto limitata che comunque comprendeva le specialità del lago: alborelle fritte, coregone al forno, persico fritto. Mentre eravamo al ristorante, i Piers sono stati aperti completamente e dalla nostra tavola in veranda li abbiamo visti animarsi, decisamente un bell'effetto, pazienza se non abbiamo potuto fare il percorso completo e che non ci sarà il tempo per "la prossima volta". La voglia di tornare a Monte Isola per visitarlo in condizioni "normali" però ci è venuta. Dopocena, ritorno fino a Peschiera Maraglio e poi l'ultima passerella che portava a Sulzano, illuminata da lampade a scomparsa dato che si era all'imbrunire. Il percorso dorato proseguiva sulla terraferma con un bell'effetto. Arrivati alla stazione, la coda in attesa del treno faceva presagire una lunga e paziente sosta e invece dopo 10 minuti, fuori orario (gli orari della linea devono essere completamente saltati) ecco un'altra doppia composizione che ci ha accolti tutti seduti. Tutto liscio come l'olio... ma no, troppo perfetto, qualcosa dovevamo guastarla, no? All'andata avevamo fatto una fermata intermedia, quindi nel buio dopo Iseo abbiamo contato una fermata (le stazioni della Brescia-Iseo-Edolo hanno un solo pannello di località sul fabbricato viaggiatori) e siamo scesi alla successiva. A causa del rombante powerpack dell'automotrice lo scambio di battute tra noi e il capotreno, un po' distante, era stato del tipo: "Guardate che questa e' Bor...ato" e noi "Sì, ok, Bornato" e lui "Sì ok", salendo sul treno e dando il segnale di partenza al macchinista... peccato che fosse la stazione di Borgonato :D E così l'abbiamo messa sul ridere attendendo quaranta minuti il treno successivo giunto alle 23, tanto faceva fresco! Cinque minuti cinque ed eccoci a Bornato... ah, questi bresciani che non hanno fantasia per la toponomastica! I Floating
Piers verranno smontati dopo il prossimo weekend: l'artista (che
abbiamo visto passare su un battello) ha categoricamente escluso
qualsiasi proroga. Dell'opera si può dire bene o male, a seconda
delle correnti di pensiero. A noi è piaciuta come espressione di
un'arte da fruire per vivere un territorio in modo completamente
diverso, con nuove sensazioni: la distinzione tra un'opera di
ingegneria e un'opera d'arte in fondo è labile. Il critico Philippe Daverio (che a
Bian piace) la detesta, mentre Vittorio Sgarbi (grandissimo
arrogante , ma chapeau quando parla di arte) la gradisce
purché essa non vada a discapito del territorio. Di fatto Christo ha
sempre fatto discutere molto, sul lago e non solo se ne parlerà per
anni. Chissà se mai riusciremo a vedere realizzata un'altra opera di
questo visionario... |
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