Bianconiglio e Gegeniglia
   I VIAGGI E LE GITE DI DUE MOTOTURISTI

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MOTO e non solo: il PIANCAVALLO e la
VECCHIA STRADA della VALCELLINA

        

Lunghezza: 60 km in moto, cinque o sei a piedi
Inizio e termine itinerario
: Barcis (PN)
Tappe intermedie:
Centrale elettrica "Antonio Pitter" (Malnisio); Piancavallo
Cartografia
: atlante stradale 1:200.000 per la moto, ci vorrebbe una bella cartina Tabacco per l'escursione del Dint

 
Visualizza 20110818 Malnisio e Piancavallo in una mappa di dimensioni maggiori

L'indice del report

 

La galleria fotografica

Tra Veneto e Friuli

In occasione del nostro viaggio di agosto 2011 tra Veneto e Friuli, una zona da noi mai esplorata, abbiamo compiuto questo itinerario alla scoperta di alcune evidenze segnalateci dai membri di alcuni forum da noi frequentati (vedi l'indice del report). Dal nostro campo base di Barcis (PN) attraversiamo rapidamente le tre recenti gallerie (1992) per giungere a Montereale Valcellina e percorrere un breve tratto di Pedemontana fino a Malnisio, frazione dove sorge imponente la Centrale elettrica "Antonio Pitter" risalente al 1905 e dismessa dall'ENEL nel 1988. Dal 2006 la ex-Centrale è un polo educativo del Museo dell'Immaginario Scientifico di Trieste.

 la ex-centrale "Antonio Pitter", con il locale valvole e le quattro condotte forzate

La centrale sfruttava le acque del torrente Cellina che, attraverso un canale adduttore sul quale venne poi realizzata la vecchia strada, veniva portata  al locale valvole sopra l'edificio della centrale e, attraverso quattro condotte forzate, alla sala macchine equipaggiata con quattro gruppi ad asse orizzontale composti ciascuno da una turbina Francis dal caratteristico distributore a chiocciola, e da un alternatore a poli salienti. Altri due piccoli gruppi turbina Francis - dinamo assicuravano l'eccitazione degli alternatori. La sala macchine era dominata a un'estremità da un pulpito su cui si trovavano i quadri di controllo.

 la sala macchine vista dal pulpito, in primo piano i due gruppi di eccitazione          gruppo turbina Francis (a sinistra) e alternatore (a destra)

Parcheggiata la moto nel cortile della centrale, un cartello sulla porta dell'edificio ci informa che la centrale è aperta... solo la domenica. Mentre stiamo per andare via vediamo un addetto uscire dall'edificio e gli chiediamo se sia possibile almeno dare una rapida occhiata alla sala macchine, non abbiamo bisogno di una guida, il Bian è pur sempre un perito elettrotecnico: e così possiamo accedere alla sala in tutta tranquillità. L'addetto, un giovane del luogo, ci informa che in futuro verranno aperti anche altri ambienti nella centrale: ci rammarichiamo che questo ben conservato esempio di archeologia industriale, pur valorizzato dall'impegno di un'associazione del luogo, sia pressoché sconosciuto.

Proseguiamo lungo la Pedemontana superando Aviano fino al bivio per Piancavallo, da qui la strada sale allegra per lunghi rettilinei raccordati da ampi tornanti permettendo di liberare i cavalli ed ammirando la pianura con le sue centuriazoni agricole fino ad arrivare a Piancavallo, la prima stazione sciistica ad innevamento artificiale d'Italia. Ovviamente di neve non ce n'è adesso, ma si possono compiere escursioni nella vicina foresta del Cansiglio o godersi il sole dei quasi milletrecento metri di altezza. Non ci sono molti spunti di interesse per noi, invero, quindi proseguiamo infilandoci nella strada che, con numerosi tornanti, scende nel bosco verso Barcis: col senno del poi, questa strada sarebbe molto più divertente in salita.

Giunti sulle rive del lago di Barcis attraversiamo la diga omonima e ci rechiamo in località Ponte Antoi per il pranzo e, soprattutto, perché da qui si accede attraverso una galleria alla vecchia strada della Valcellina, che dal 1906 fino al 1992 assicurava l'accesso alla valle dalla pianura friulana. La strada è compresa ora nella Riserva Naturale Forra del Cellina, che tutela l'ambiente, la flora e la fauna di questa piccola ma bellissima gola, ed è percorribile solo a piedi o in bicicletta. Caschetto protettivo in testa, la percorriamo fin dove possibile, ovvero alla centrale elettrica di Barcis, ma in futuro si prevede di rendere accessibile l'intera strada sino a Montereale. Tornati a Ponte Antoi, il sentiero del Dint, in un curioso ambiente di sottobosco fatto di rocce disseminate qui e là (detto "Carso a blocchi") ci porta allo Skywalk, una piattaforma panoramica che domina la diga e consente una spettacolare vista del lago e della forra. Non lasciate il sentiero, sia per la presenza di doline ed inghiottitoi celati dalla vegetazione, che per i possibili incontri ravvicinati con le vipere, ne abbiamo vista una che, fortunatamente, ha preferito defilarsi.

 il lago e la diga di Barcis dallo Skywalk una galleria della vecchia strada


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