Bianconiglio e Gegeniglia
   I VIAGGI E LE GITE DI DUE MOTOTURISTI

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  FRANCIA 2009: LOZERE, VERCORS E MONT-BLANC         

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11 agosto: dal Vercors alla Savoie (24 >> 27) - 163 km

24>>27: Ancora una volta salutiamo il Vercors, stupendoci di quanto poco sia conosciuto in rapporto a quanto abbia da offrire, anche motociclisticamente parlando... però in fondo non ci dispiace (saremo un po' egoisti?) che sia una zona ancora relativamente intatta anche come qualità del turismo, ma del resto la Francia è talmente grande che c'è posto per tutti. Lasciamo Méaudre (24) e l'hotel La Prairie ma, invece che scendere a Grenoble per la via più diretta che ormai ben conosciamo, decidiamo di verificare se la Route des Ecouges, che l'anno scorso trovammo chiusa, sia stata aperta: male che vada torneremo sui nostri passi. Partiamo allora in direzione opposta a quella naturale, percorrendo ancora le gorges del Meaudret, Les Jarrands, La Balme de Rencurel e via verso nord, dove riconosciamo il bivio dove la strada era chiusa, presso il Col de Romereye: adesso invece è aperta! Proseguiamo lungo la dolce valle ma sembra che davanti a noi ci sia il nulla, ed in effetti ci si trova, arrivati ad una curva, sull'orlo di una falesia praticamente verticale, con davanti il vuoto e, a sinistra, la spettacolare strada... chiusa. Le continue frane l'hanno resa troppo pericolosa e, pochi metri prima, è stato scavato un tunnel di 500 metri, o meglio un budello in cui passa una sola automobile per senso di marcia, che oltrepassa il tratto più esposto della Route. Peccato, possiamo percorrere a piedi solo qualche metro della strada fino a una rete che la chiude: solo pochi anni fa sarebbe stata percorribile, ma che paura, il muretto sarà alto 40 cm... Attendiamo che un'automobile percorra il tunnel verso di noi e poi ci addentriamo, sbucando dall'altra parte e scendendo ammirando il duplice salto della cascata della Drevenne su cui un paio di coraggiosi fanno alpinismo.

La Route des Ecouges è sempre chiusa ma...   ... c'è il tunnel: poco più di un budello, ma c'è.

Arrivati a Grenoble (25) la attraversiamo per viabilità ordinaria risalendo poi la bassa valle dell'Isére, dove il fiume è già ampio e ha scavato nelle ere geologiche quella che praticamente è una pianura: non ci sono grandi attrattive paesaggistiche nel percorrere l'una o l'altra strada ordinaria, anzi il ritmo è spezzato da mille paesi, limiti di velocità e rotonde, per cui dopo una ventina di km infiliamo l'autostrada A41-A43-A430 entrando in Savoia fino a raggiungere Albertville (26) dove torniamo su viabilità ordinaria mentre la valle si chiude e regala un po' di viste sulle Alpi incombenti. Qui la strada si fa più divertente ma anche più trafficata: abbiamo un primo assaggio di quel che troveremo in Alta Savoia, una delle zone più sfruttate turisticamente di Francia.. col senno del poi non ci torneremmo molto volentieri a causa dell'elevata urbanizzazione che la snatura, e dell'altrettanto elevata frequentazione e relativo ingorghi. Alla fine giungiamo a destinazione, la cittadina di St.-Gervais-les-Bains (27), elegante borgo ai piedi del Monte Bianco, presso la più ben nota Chamonix ma un po' meno caro: qui i prezzi degli alberghi, rispetto alle zone da cui proveniamo, sono decisamente più alti e, tra quelli alti, abbiamo scelto i più bassi...  Ci sistemiamo nell'hotel senza infamia e senza lode che abbiamo prenotato, a dieci minuti a piedi dal centro, centro che raggiungeremo ogni sera per cenare, non avendo l'hotel un ristorante: questo però ci permetterà di gustare la Tartiflette, un robusto piatto di formaggio, patate e pancetta dall'aspetto molto tradizionale, ma in realtà si tratta di una ricetta realizzata negli anni '80 del Novecento per promuovere il Reblochon, formaggio locale dal sapore pungente, se gustato al naturale.

Saint-Gervais-les-Bains: il municipio Saint-Gervais-les-Bains Saint-Gervais-les-Bains: campanile della chiesa dei Santi Gervazio e Protasio

 

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