Bianconiglio e Gegeniglia
   I VIAGGI E LE GITE DI DUE MOTOTURISTI

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  Vacanze 2010: Tuscia, Maremma, Val d'Orcia e non solo...         

15 luglio: Todi e la SS79bis "Millecurve"

17 luglio: la SS2 "Cassia" e la Val d'Orcia

16 luglio: il lago di Vico

Lunghezza: mah... forse 150 km... abbiamo girato a zonzo :)
Inizio itinerario
: Montefiascone (VT)
Tappa intermedia:
Caprarola (VT)
Transiti importanti:
Vetralla (VT), Soriano nel Cimino (VT), Vitorchiano (VT)
Termine itinerario
: Montefiascone (VT)
Cartografia
: qui ci vorrebbe la mappa 1:50.000 o anche 1:25.000 del solo lago

Questa volta la cartina è veritiera soltanto nei tratti 1-2-3 e 9-10-11. Il lago di Vico è forse il meno "accessibile", motociclisticamente parlando, dei laghi vulcanici, ed anche il meno contaminato. Nessun abitato sorge sulle sue rive perlopiù scoscese, tranne il piccolo abitato di Punta del Lago, a sud. Strade minori percorrono a mezza costa ombrose faggete dove il lago appare e scompare tra tronchi e fronde, regalando pochi punti panoramici. La zona paludosa poi è raggiungibile solo tramite strade bianche. Abbiamo quindi percorso e ripercorso più volte le strade provinciali "di Montefogliano" e "della valle di Vico" godendoci il fresco ed effettuando l'unica importante tappa per la visita di Palazzo Farnese, a Caprarola: il resto sono stati strade, boschi e la faggeta di Monte Cimino.

1-2-3: trasferimento anonimo da Montefiascone (1) a Vetralla (2) lungo la Cassia e la circonvallazione di Viterbo quindi, lasciata perdere la cartina 1:200.000, abbiamo seguito i neuroni-bussola di Bian fino ad un passaggio a livello (3).

3-4-5: la strada provinciale "di Montefogliano" inizia con una Via Crucis dapprima rettilinea e poi disegna curve e saliscendi, il tutto all'ombra dei faggi. Si prosegue poi verso il lago per tratti appena meno ombreggiati accostati a valli coperte di humus, con la volta degli alberi a quindici metri d'altezza... Ci credereste se vi diciamo che l'abbiamo ripercorsa più volte?

5-6-7: si costeggia il lago, mai troppo visibile perchè i faggi formano una foresta che arriva sino a riva. Si risalgono le balze del vulcano estinto sino a giungere a San Martino al Cimino (6), paese che appare dimesso ma che "nasconde" una piazza semicircolare e la chiesa cistercense di San Martino.  Da qui si attraversano i boschi a nord del lago percorrendone le strade in senso orario, fino a deviare per Caprarola (7).

Caprarola, oltre che il sito ufficiale del Comune, vanta anche ben due siti con suffisso .org e .com (e l'onnipresente link su Wikipedia), notevole per un paesino così piccolo... questa grandeur probabilmente è diretta conseguenza della presenza del famoso Palazzo Farnese, dalla pianta pentagona con cortile circolare e giardino all'italiana con giochi d'acqua. Tale capolavoro del rinascimento merita assolutamente la visita, ahimè sminuita dal fatto che il palazzo è sotto la cura del Ministero per i beni e le attività culturali, quindi a piena gestione statale, ed i custodi del palazzo che accompagnano i visitatori nei tour sono solo custodi, non guide (occorre rivolgersi al Comune), quindi si limitano ad accompagnarvi assicurandosi che non compiate atti vandalici; a dire il vero, il custode che ci ha accompagnato ci ha lasciato "liberi" di visitare il Giardino all'Italiana, essendosi fermato a riposare su una panchina all'inizio del viale alberato tra il Palazzo e la Palazzina del Giardino... La guida rapida TCI ha parzialmente colmato la lacuna culturale facendoci apprezzare anche gli interni, con l'ardita Scala Regia e le sale affrescate, in particolare la Sala del Mappamondo. Lato positivo, il prezzo del biglietto di ingresso: 2 € (due!) per ammirare una sontuosa dimora. Nei dintorni, a Bagnaia, è possibile visitare anche Villa Lante, altro sito a gestione ministeriale.

Caprarola: Palazzo FarnesePalazzo farnese: sala del MappamondoPalazzo Farnese: scorcio del giardino

7-8-9-10-11-12: lasciata Caprarola (7) siamo tornati sui nostri passi (8) completando il giro del lago in senso orario alla ricerca di un punto panoramico individuato su una mappa e, trovatolo, abbiamo potuto dare una vista d'insieme al lago dalla parte in origine paludosa e poi bonificata. Si procede poi in direzione di Soriano nel Cimino (9) con la possibilità di salire alla faggeta del monte Cimino che non offre panorami ma regala la curiosità del Sasso Menicante, un macigno di 250 tonnellate, noto dai tempi storici, che può essere mosso (impercettibilmente) facendo leva su un tronco. Soriano nel Cimino vanta palazzo Chigi-Albani e la Rocca Orsini (non visitabile) ma noi ci siamo solo passati. Mediante la SP23 si giunge a Vitorchiano (10), altro interessante paese  arroccato su una rupe tufacea e segnalato sulle guide TCI: lo abbiamo ammirato dal belvedere, quindi abbiamo fatto ritorno alla base transitando da Grotte di Santo Stefano (11).

veduta di Soriano nel Ciminoveduta di Vitorchiano

17 luglio: la SS2 "Cassia" e la Val d'Orcia


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