Bianconiglio e Gegeniglia
   I VIAGGI E LE GITE DI DUE MOTOTURISTI
 

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  21 maggio 2017: vapore in Val d'Orcia   

Otto del mattino: sul binario 1 della stazione di Siena il convoglio storico della FTI è già in attesa di caricare i suoi passeggeri, sempre quegli strani tipi che pagano il biglietto tre volte tanto per andare tre volte più piano. La locomotiva è in pressione, i Maestri mi diranno che è stata accesa alle 15 del giorno prima da fredda: alle tre del mattino era ancora a 8 atmosfere e doveva raggiungere le 12… questi animali meccanici sono vivi e vanno curati giorno e notte.

Pur partendo da Siena, il treno è classificato come Regionale 96197 per Siena, dove tornerà alle 18.45. Eravamo booked su un viaggio FTI lo scorso novembre, che ci regalasse nell'aria fredda le vedute di bianche fumate di vapore condensato dal fumaiolo, ma il Bian ebbe la bella idea di prendersi la broncopolmonite e così il viaggio saltò, ma lo recuperiamo oggi. Siamo arrivati ieri e abbiamo fatto, dopo quasi trent'anni, una bella passeggiata dal pomeriggio fino a tarda sera in questa bellissima città, dove altri animali meccanici hanno dato spettacolo: Siena è città di transito della Mille Miglia e quest'anno ricorre il 90° anniversario di questa epica gara, ma noi non siamo qui per questo...

Tra le tratte gestite dai volontari delle Ferrovie Turistiche Italiane c’è la Asciano-Monte Antico che attraversa le Crete Senesi e costituisce il vecchio tracciato della Siena-Grosseto, il che spiega le strane progressive chilometriche dell'ordine dei 200 km: sono calcolate da Roma Termini. Le infrastrutture sono di proprietà e manutenzione di RFI e i rotabili che vi transitano sono del parco storico della Fondazione FS. Su questa linea sono esercìti frequenti convogli sia con locomotive a vapore e carrozze Centoporte che con automotrici d’epoca, comunemente chiamate “Littorine” anche se Littorine non sarebbero: ci autocitiamo: "il termine "Littorina" originariamente destinato alle primissime ALb48, ALB64 e ALb80, venne esteso a tutte le automotrici della prima generazione ed entrò talmente nell'immaginario collettivo che ogni successivo tipo di automotrice continuò (e continua, a volte) ad essere chiamato così."

Di fatto si potrebbero compiere viaggi circolari sull'anello Siena-Asciano-Monte Antico-Siena, con andata lungo le valli Asso e Orcia e ritorno dalle valli Ombrone e Arbia (o viceversa) ma i treni sono rigidamente impostati su tracce orarie che occupano per il minor tempo possibile la tratta Siena-Asciano e non toccano (se non forse in pochissime occasioni) la tratta che transita da Buonconvento.

La nostra composizione è di cinque Centoporte serie 36000: CIzCR 36376, CIzCR 36129, CIz 36909, Bz 36289 e CIz 36740. In testa e in coda al treno, due presenze abbastanza inconsuete e per questo molto piacevoli, su cui meglio spendere qualche riga...

La locomotiva è la Gr.741.120, accreditata di essere l'unica locomotiva dotata di preriscaldatore sistema Franco-Crosti ancora esistente al mondo. Costruita nel 1914 dalle Officine Meccaniche e Navali di Napoli come Gr.740.120, venne convertita nel 1958 installando un preriscaldatore sotto la caldaia per migliorare le prestazioni della locomotiva, quando non si costruivano più da anni locomotive a vapore nuove ma c'era ancora un cospicuo parco di macchine in esercizio, e le Gr.740 erano state costruite in ben 470 esemplari.

Perchè i preriscaldatori? Semplificando all'osso, il massimo dell'efficienza di una macchina termica si raggiunge quando la differenza di temperatura del fluido tra l'entrata e l'uscita è la più elevata possibile (in realtà si dovrebbe parlare di differenza di entalpia): in sintesi il vapore deve entrare nei cilindri caldissimo e ad alta pressione, ed essere scaricato alle più basse pressione e temperatura possibili; lo stesso deve avvenire per i fumi della combustione: più sono freddi, più calore hanno ceduto all'acqua da vaporizzare.
Nel corso dello sviluppo della macchina a vapore si sono introdotti diversi accorgimenti tecnici per ottenere questo risultato: uno di essi, forse l'ultimo in termini di sviluppo, è il preriscaldatore Franco-Crosti (dal nome dei due ingegneri italiani che lo svilupparono). Il funzionamento è molto semplice: prima di eiettare i fumi di scarico dal fumaiolo, avendo essi ancora un'elevata temperatura, li si fanno passare in uno scambiatore posto ai lati o sotto la caldaia per preriscaldare l'acqua di alimento che, dalla temperatura ambiente, viene portata già a 80-90°C, il che si traduce in minor consumo di carbone e miglior rendimento generale del sistema: di fatto queste macchine consumavano il 10-12% di carbone in meno e la potenza passava da 980 a 1100 CV: per inciso, questa Gr.741 consuma 15 kg di carbone a km.
L'aspetto delle locomotive trasformate cambia pesantemente: nel caso di un singolo preriscaldatore la caldaia deve essere rialzata per ospitarlo sotto di essa, nel caso di una coppia di essi (come nelle Gr.743), sono montati ai lati della caldaia, un po' come i booster dello Space Shuttle... il fumaiolo  è in posizione molto più arretrata rispetto al normale perché il flusso dei fumi nel preriscaldatore è contrario a quello nella caldaia.

In coda alla composizione c'è una carrozza Centoporte a tre assi mista seconda-bagagliaio, ma la sua marcatura è complessa: npBDIy 68903...: BD va bene, seconda classe e bagagliaio, I per intercomunicante a mantici, y sta per tre assi ma... n per navetta e p per pilota su una carrozza di questo tipo "ci giunge nuova". Su uno dei frontali, ai lati dell'intercomunicante ci sono due finestrini, uno ha il tergicristallo e la veletta ed è sormontato da tromba e fischio... poi ci sono i fanali e un grosso connettore. Sbirciamo dentro e vediamo manometri della pressione, tachimetro e rubinetto del freno... è proprio una carrozza pilota!
(parentesi a linguaggio adolescenziale, ma rende l'idea: dite alla squinzia che se la tirava un cifrone presidiando la carrozza riservata allo staff, che non mi ha fatto salire e che mi ha risposto con sufficienza quando le ho chiesto informazioni, che non basta accompagnarsi a un tipo con la casacca della Fondazione FS per essere un'appassionata di ferrovie)

Per informazioni su queste antiche carrozze semipilota ci è venuto in aiuto, oltre a qualche cenno qui e là sparso nel web, l'ottimo e frequentemente consultato blog

scalaeNNe – Note Sparse
(Treni, Ferrovie e loro modellazione in Scala N)

dal quale scopriamo come nel 1940 vennero sperimentati, sulla linea Roma-Nettuno, i primi treni navetta che consentivano un risparmio di tempo ai capolinea perché non richiedevano l'inversione della posizione della locomotiva. Quest'ultima era frequentemente una E.626 che viaggiava, quando era in coda, sempre presenziata dal macchinista ed era collegata attraverso una condotta a 6+1 poli che correva lungo tutto il treno (composto di Centoporte debitamente attrezzate) fino alla semipilota. Le semipilota erano ottenute trasformando appunto delle Centoporte a tre assi, aggiungendo finestrini, fanaleria, dispositivi di segnalazione e posto per un altro macchinista, collegato con quello in coda attraverso il Citofono Perego mediante il quale poteva impartire gli ordini di marcia, avendo comunque a disposizione "almeno" tromba, fischio e freno.

Finita la parte "tecnica", torniamo al turismo. Ogni viaggio del TrenoNatura (come è pubblicizzata questa iniziativa dal main sponsor TerreDiSiena) avviene in concomitanza di una festa o sagra lungo un paese sulla tratta o presso di essa, e questo è il turno della VIII Festa del Treno di Torrenieri (vedi anche Wikipedia) frazione della ben più famosa Montalcino, patria del vino Brunello. La Festa del Treno cade sempre nella prima domenica successiva o coincidente con il 14 maggio, data in cui, nel 1865, la costruenda ferrovia Asciano-Grosseto raggiunse Torrenieri dopo ben cinque anni di lavori per soli 21 km.
Non cercate Torrenieri sulle guide turistiche, non la trovereste. La volenterosa Pro Loco ha stampato per l'occasione un pieghevole formato A3 del quale solo un sesto descrive il paese, due terzi sono occupati dagli sponsor e un altro sesto dal programma della manifestazione. La colorita descrizione del paese del pieghevole fa risalire il toponimo Torrenieri a "Torre Nera", tale essendo il colore della pietra con cui era edificata una torre di avvistamento in cima al Poggio, dove ora c'è un'azienda vinicola. Personalmente, "Torre Nera" ci evoca un famoso ciclo di romanzi di Stephen King... Altre architetture di rilievo solo Palazzo Ballati, accanto al passaggio a livello, dove la via Francigena attraversa il torrente Asso e il Quadrivio dove sorge la chiesa di Santa Maria Maddalena.

Ma come siamo arrivati a Torrenieri? In un modo un po' contorto... Partito da Siena con la locomotiva a tender avanti, il treno ha percorso la tratta per Asciano (transito alle 9.10) passando in mezzo alle Crete, allontanandosi alquanto dalle strade e immergendosi in placide colline, a seconda della stagione brulle o verdeggianti, colline che, pur di limitata altezza, hanno richiesto di essere attraversate con gallerie (ed ecco perché cinque anni per 21 km), oltrepassando il bel ponte sull'Ombrone (dove c'è ancora un pezzo di segnale ad ala), diverse fermate ormai abbandonate (alcune poco più che casotti), la stazione di Torrenieri-Montalcino e giungendo alle 10.40 a Monte Antico, dove la locomotiva ha fatto rifornimento d'acqua e si è portata, finalmente nel giusto orientamento, all'altro capo del convoglio che è ripartito dopo una quarantina di minuti alla volta di Torrenieri-Montalcino dove si è fermato alle 12.00, con orario di ripartenza per Siena alle 17.10... ecco, pur con un semplice ma buon pranzo all'Osteria dei Briganti e dei Poeti (il gestore è sardo e ha trapiantato la sua tradizione culinaria in questa terra), pur con la passeggiata fino alla (piccola) cantina su al Poggio per la (breve) visita, pur col gironzolare tra le (poche) bancarelle e nella (piccola) mostra di modelli e diorami ferroviari... cinque ore a Torrenieri sono davvero tante senza un mezzo di trasporto alternativo! Benvenute quindi le cinque del pomeriggio, quando siamo ripartiti per giungere a Siena alle 18.45, giornata piena!

E Siena? Ovviamente ci ha occupato il pomeriggio del sabato: la prima e ultima volta in cui l'avevamo visitata era il 1988, in occasione di una vacanza in campeggio in Toscana e abbiamo rivisto volentieri i luoghi principali, ovvero il Campo con il Palazzo Pubblico e il Duomo dedicato a Santa Maria Assunta, dallo sfarzoso interno e con la mai vista prima (e come tale piacevolissima sorpresa) Libreria Piccolomini. Pernottamento alla Villa Piccola Siena, un gradevole B&B, e ottima cena, da ricordare, all'Osteria le Sorelline, trovata grazie a Trip Advisor e a Google Maps... se no col cavolo che la trovate!

 

La galleria fotografica, del viaggio e di Siena

 


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