Gli
uomini tracciano confini, ma la natura ha i propri: tutte le
acque surgive e meteoriche della Val di Lei, in quel
triangolo di Lombardia che si incunea nel Canton Grigioni a
nord di Chiavenna (SO), finiscono nel Mare del Nord.
Questa
stretta valle idrograficamente orientata da sud a nord è
percorsa da un ramo del grande fiume Reno (Rhein) che
attraverserà Svizzera, Germania e Francia per sfociare sulle
coste dei Paesi Bassi con un grande delta.
Il Reno ha due sorgenti principali, quella del Reno
Anteriore (Vorderrhein) presso il versante est del
passo dell'Oberalp, e quella del Reno Posteriore (Hinterrhein)
presso il San Bernardino:
in quest'ultimo fiume si getta, nelle Gole della Rofla, anche il cosiddetto Reno di Lei.
Negli anni '50 tra la Repubblica Italiana e la
Confederazione Elvetica vennero stipulati diversi trattati
finalizzati allo sfruttamento delle acque del Reno
Posteriore e venne costituita la società
Kraftwerke
Hinterrhein (KHR) SA a capitale misto elvetico-italiano
(20% della quota è Edison), concessionaria per la generazione di
energia da fonte idroelettrica. Il motivo era che il punto
più favorevole per la realizzazione della diga che avrebbe
creato il principale bacino era in territorio italiano.
Superata rapidamente la parte burocratica, in soli cinque
anni (estate 1957 - autunno 1962) veniva eretta da aziende e
maestranze italiane la grande diga ad arco dalle dimensioni
imponenti, la terza in Svizzera:
-
altezza massima: 138 m
-
sviluppo al coronamento: 690 m
-
spessore al coronamento: 15 m
-
spessore massimo: 28 m
-
volume di calcestruzzo: 840.000 mc
-
volume dell'invaso: 197 Mmc
-
massimo/minimo invaso: 1931/1830 m slm
Lo
stesso sito della KHR cita testualmente "L'impianto di
sbarramento della Valle di Lei è un capolavoro realizzato da
ingegneri, impresari edili e operai italiani."
Al completamento dell'opera, per trattato la diga passò
completamente in gestione alla Svizzera e quindi venne
effettuata una cessione di terreni tra i due paesi, da cui
il curioso ritaglio rettangolare che si vede chiaramente
sulla tavoletta 1:25.000 appesa a una parete dell'Albergo
Posta, a Montespluga, perchè la curiosità di vedere questa
diga ci ha portati, il 10 giugno 2017, a fare un bel girone
di oltre 400 km... accidenti ma quant'è lontana Chiavenna da
Milano... |
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Il tour in moto
135 km di vasca... tanto dista
Chiavenna da casa nostra: 100 km di A4 e SS36 fino a Colico e poi i
35 km della noiosissima SS38 che corre per il Piano di Spagna e la
parte meridionale della Valchiavenna, il tutto anche al ritorno.
Continuiamo a odiare cordialmente Valtellina e Valchiavenna.
Dopo Chiavenna si sale,
finalmente, e ci si diverte anche, specie dopo Campodolcino e
la sequenza di stretti tornanti, anche in galleria, che si arrampica
come una scala fino al falsopiano del lago artificiale di
Montespluga. Sosta all'Hotel Posta dove, per una dimenticanza di
qualche giorno prima, la macchina fotografica è rimasta in modalità
"documento" e la foto è deliziosamente in un bianco e nero d'altri
tempi. Si riparte per la rampa sud valicando il Passo dello
Spluga 2114 m e poi giù per la bellissima rampa nord con
un'altra scala di tornanti in discesa. E' proprio vero che l'erba
del vicino è sempre più verde: sul versante italiano boschi di
latifoglie, qui invece conifere e prati ben tenuti. A Splugen si svolta a
sinistra, stando attenti a non prendere la strada "a vignetta", fino
a giungere alle Gole della Rofla dove si stacca la strada della Val
Ferrera. Siamo passati da qui tante volte ma mai abbiamo
svoltato in questa valle che ci permetterà di arrivare alla diga del
lago di Lei. Qualche km dopo il paese di Interferrera, ad un
bivio prendiamo a destra, saliamo per pochi km e un paio di tornanti
e ci si para davanti il portale regolato da semaforo della galleria
di circa 1 km che attraversa la montagna e ci porta alla spalla
destra della diga.
Colazione al sacco seduti su
alcune travi (un'area picnic la si poteva fare con tutto questo
spazio... forse la Baita del Capriolo sul versante opposto
della valle ne avrebbe avuto a male?), poi gironzoliamo per il
coronamento e visitiamo l'Inforama, punto informativo
bilingue, tedesco e italiano, che illustra anche ai profani il
sistema di impianti della KHR che riassumiamo qui di seguito: chi
non è interessato può passare oltre.
Schema
dell'asta idroelettrica del Reno Posteriore
Oltre che essere
alimentato da acque surgive e pluviali, e dal disgelo del
manto nevoso, il bacino del lago di Lei riceve altre acque
intercettate da prese site nelle valli adiacenti che afferiscono al
bacino di
accumulazione di Preda tramite condotte a pelo libero
interrate. Dalla diga di Lei una galleria dotata di pozzo
piezometrico*
porta alla condotta forzata che alimenta le turbine della
centrale di Ferrera.
(*) bellissimo in
tedesco, wasserschloss, "castello d'acqua"
Le caratteristiche
della diga del lago di Lei sono le seguenti:
-
altezza massima: 138 m
-
sviluppo al coronamento: 690 m
-
spessore al coronamento: 15 m
-
spessore massimo: 28 m
-
volume di calcestruzzo: 840.000 mc
-
volume dell'invaso: 197 Mmc
-
massimo/minimo invaso: 1931/1830 m slm
Immagine
elaborata sulla base di quella del sito
http://www.khr.ch/it/anlagen/profilo-longitudinale.html
La
centrale di Ferrera è realizzata in una caverna ed è
dotata di tre gruppi orizzontali la cui linea d'asse è:
turbina Francis - alternatore - eccitatrice - giunto -
pompa, perché si tratta di una centrale reversibile: la
notte, o comunque in momenti di bassa richiesta di carico,
dalla vasca di accumulazione adiacente alla centrale dove
viene restituita parte dell'acqua turbinata, la stessa viene
ripompata nel lago di Lei.
-
Salto utile: 524 m
(eccezionalmente alto per le Francis, normalmente si
arriva a 450 m)
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Portata in produzione: 45 mc/s
-
Potenza in produzione: 185 MVA
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Portata in pompaggio: 16 mc/s
-
potenza in pompaggio: 90 MVA
La
restante acqua è convogliata nel bacino di Sufers
formato da una diga ad arco con queste caratteristiche:
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altezza massima: 58 m
-
sviluppo al coronamento: 125 m
-
spessore al coronamento: 3 m
-
spessore massimo: 8 m
-
volume di calcestruzzo: 22.100 mc
-
volume dell'invaso: 17,5 Mmc
-
massimo/minimo invaso: 1401/1372 m slm
che
riceve acque anche da altre prese. Attraverso pozzo e
condotta forzata l'acqua viene turbinata nella centrale
di Baremburg, dotata di quattro turbine Francis che
restituiscono l'acqua al bacino di compensazione di
Baremburg, realizzato grazie alla particolare
costruzione della centrale che è, di fatto, una diga a
gravità nel cui corpo è ricavata la sala macchine e sul cui
largo coronamento è installato il parco AT
- Salto
utile: 321 m
- Portata:
80 mc/s
- Potenza
220 MVA
- altezza:
64 m
-
lunghezza coronamento: 110 m
- spessore
alla base: 41 m
- volume
di calcestruzzo: 55.000 mc
Dal bacino di
Baremburg un ultimo sistema idraulico porta l'acqua
alla centrale di Sils, equipaggiata con
quattro gruppi verticali a turbina Francis e due
gruppi monofasi a 16+2/3
Hz
per l'alimentazione della linea di contatto della
RhB (Rhatische Bahn, il "trenino rosso").
L'acqua viene infine restituita al fiume Albula.
- Salto
utile: 413 m
- Portata:
73 mc/s
- Potenza:
245 MVA
- di cui 5
MVA per RhB
Tramite la
stazione di smistamento 220/380 kV di Sils, oltre
che la KHR anche altre reti del cantone Grigioni
vengono connesse alla rete svizzera e interconnesse
verso le reti del resto d'Europa, Italia in
particolare.
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Schema della
centrale di Baremburg, dal depliant preso all'Inforama |
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Risaliti in
sella torniamo a Rofla percorrendo la quindicina di km della val
Ferrera e decidiamo (invero incautamente, sono già le 16) di
scendere fino a Thusis, indi Tiefencastel e quindi
affrontare il passo Julier 2284 m. La strada dello Julier la
conosciamo già da tempo ma è sempre bellissima, specie la rampa
nord. Approfittiamo del transito presso la diga di Marmorera
per una breve sosta. Si tratta di una diga a gravità alta 90 m e con
un coronamento di 400 m, dal paramento di valle completamente
prativo, che forma il lago artificiale di 60 Mmc che alimenta
un'asta di centrali di proprietà della compagnia
EWZ.
Discesi a Silvaplana la strada è ben nota... e a quest'ora
appare mostruosamente lunga: si costeggiano i laghi di Silvaplana e
di Sils, ci si arrotola giù per il Maloja, poi la dogana di
Castasegna, la vista della cascata dell'Acqua Fraggia
che brilla controluce, ma è tardi, tardi, niente foto...
"finalmente" Chiavenna, i 35 km maledetti e i 100km di
SS36+A4 e alle 20 siamo in box... accidenti, siamo stanchi... domani
si dormirà fino alle 12, nel pomeriggio parteciperemo a una
visita.
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