Bianconiglio
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Cartoline dalla Toscana Le Nuove MotociclistePiùUna in Val d'Orcia |
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La compagnia si è allargata ancora!
... e la galleria fotografica è alla fine del report
;-)
Ormai la formula del giro "capra e cavoli" di noi motociclisti con una coppia di amici solo auto-dotati funziona bene (abbiamo più spazio per caricare eventuali souvenir) e di nuovo Bian e Gege sono stati invitati a programmare un giro di quattro giorni per sfruttare il bel ponte del 1° maggio 2018 che, lo diciamo subito sarà "quasi" tutto all'insegna del bel meteo malgrado il solito meteo-terrorismo di qualche giorno prima: la destinazione principale è il Patrimonio UNESCO della Val d'Orcia, luogo già noto in buona parte a Bian e Gege ma dove gli amici non sono mai stati; in più, sempre per accontentare "capra e cavoli", faremo anche una puntata al mare nella strada del ritorno.
Il programma di viaggio originario, variato un po' in corso d'opera
Sabato 28 aprile La prima cartolina toscana è culinaria. A Tavarnelle Val di Pesa usciamo dalla superstrada Firenze-Siena per cercare un posto per il pranzo, fortuitamente non troveremo un'osteria indicataci da due passanti ma cosa ci capita appena entrati a piedi nel centro? La bottega de "l'Fiorentino" che propone... lampredotto e altri "mangiari di strada"! Invadiamo il piccolo locale (ma ci siamo solo noi in giro, del resto) dove si mangia in piedi o su qualche sgabello appoggiandosi a una mensola lungo la parete o addirittura sul marciapiede, se no che mangiare di strada è? I due giovani che hanno aperto qui nel 2017 seguono la tradizione ma osano qualche positiva rivisitazione proponendo diversi gustosi piatti poveri. Una coppia del posto che arriva ci offre di assaggiare dal loro cartoccio la trippa fritta: fantastica la trippa e fantastica l'atmosfera.
La seconda cartolina è la visita della bella città di San Gimignano: anche se si è già passati da qui altre volte è una continua novità e ci fermiamo un paio d'ore per una visita e un gelato che non guastano mai.
Da San Gimignano raggiungiamo
Siena girandole intorno per la tangenziale e purtroppo l'orologio ci
fa capire che il giro da Asciano attraverso le Crete sarebbe non
particolarmente lungo ma sicuramente lento: allora scegliamo la SR2 ex-SS2 "Cassia" il cui
panorama è anch'esso uno spettacolo, specie perché ci
fa incontrare (anticipatamente, era previsto per domani) una terza cartolina: i
cipressi di San Quirico d'Orcia che noi avevamo già
incontrato nei viaggi
in Tuscia del 2004 e 2010: è d'obbligo fermarsi anche qui
perlomeno per una fotografia al boschetto visibile dalla Cassia. Se avessimo avuto un po' più di tempo,
in una decina di minuti a piedi avremmo potuto raggiungere dietro la collina
il Circolo del Cipressi: una piantumazione perfettamente circolare
scoperta casualmente da Google Maps.
La SP146 ci porta con il sole calante alle nostre spalle e danzando sulle curve, arrivando alle 19, alla destinazione di Chianciano Terme che ha il vantaggio di essere meno costosa in questa stagione rispetto ad altri luoghi della notoriamente cara Toscana. Abbiamo però esagerato a voler risparmiare: non citeremo il nome dell'hotel (indovinello: "un umile fiore in una via di regione"), spenderemo veramente poco ma avremo servizi al minimo (se non sotto) sindacale di una categoria inferiore di una stella. Raffaella e Nino ci aspettano dal balcone della loro camera, arrivati ben prima di noi percorrendo tutta l'autostrada fino all'uscita di Chiusi-Chianciano: a cena racconti reciproci, passeggiata e giornata finita. Domenica 29 aprile Eccoci alla quinta cartolina, Pienza della quale scrivemmo in passato: "già Corsignano fino al 1461, quando Papa Pio II (ove ne ebbe i natali come Enea Silvio Piccolomini, poi cresciuto a Siena) la volle trasformare in una città ideale cambiandone anche il nome, derivato da Pius Eneas Senens. Le proporzioni della pur piccola piazza su cui prospettano la Cattedrale di Maria Assunta con il suo museo e i sotterranei, Palazzo Piccolomini, Palazzo Borgia e il Palazzo Pubblico derivano dai canoni di Leon Battista Alberti. Il capolavoro architettonico rinascimentale rimase incompiuto per la morte sia del papa che dell'architetto Bernardo Rossellino, ma è comunque di effetto". Da segnalare la gelateria "Buon Gusto" dove il giovane gelataio osa arditi ma gustosi accostamenti, tipo basilico e spinaci. L'automobile inizia a essere usata come veicolo d'appoggio dopo una sosta al consorzio agrario, il Pecorino di Pienza è un must.
Ripercorrendo la strada dell'andata di noi moto, torniamo a San Quirico d'Orcia che in fondo meriterebbe la visita ma appare molto affollata, parcheggi pieni, e proseguiamo per la località (prevista per domani, ma oggi abbiamo tempo) di Bagno Vignoni, sesta cartolina del viaggio grazie alla sua piazza principale: una vasca di acque termali che ospita periodicamente sculture di arte moderna. Qui ci fermeremo anche per il pranzo, uno spuntino di salumi e formaggi della zona.
Lasciata Bagno Vignoni si parte per la settima cartolina, un luogo che è nuovo anche per Bian e Gege, la vetta del Monte Amiata, il vulcano ormai spento (ma con viscere nascoste ancora borbottanti) che con i suoi 1738 m è la cima più alta della zona e, essendo isolata, permette un panorama spettacolare a 360°... a patto di arrampicarsi sulla monumentale croce di ferro eretta sulla sua cima! Ci dirà il gestore del rifugio sulla vetta "il momento migliore per venire qui è in una tersa giornata di febbraio: la vista spazia dal Gran Sasso alla Corsica": in febbraio forse non ci verremo ma oggi siamo arrivati fin qui in cima dapprima per tortuose ma belle strade, principalmente la SS323 (fondo un po' irregolare ma lo si tollera) passando per Castiglione d'Orcia e Seggiano, poi attraversando le bellissime faggete che ne coprono le falde e infine salendo a piedi in vetta dal sentiero del versante nord la cui pista da sci è ancora coperta di neve.
La discesa dal Monte Amiata
avviene dalla parte opposta alla salita perché ci dirigiamo,
passando da Abbadia San Salvatore, verso
Radicofani l'ottava
cartolina del viaggio (ma quanti luoghi stiamo vedendo oggi! non
solo km in moto). Anche di questo luogo noi
scrivemmo in passato: "Bandiera
Arancione del TCI, è un paese ben conservato dall'atmosfera
silenziosa che vanta notevoli esponenze storico-architettoniche: la
bella chiesa di San Pietro del XIII secolo, Sant'Agata
del XV secolo e la Posta Medicea lungo la vecchia Cassia, che
passava sul colle; è possibile salire in moto fino alla Fortezza,
risalente al IX secolo ed utilizzata sino al 1735, quando
l'esplosione della polveriera lo danneggiò gravemente. Dal 1989 la
Fortezza è stata restaurata allo stato del 1500 circa ed allestita
come Archeoparco: tra le sue mura vengono organizzate
rievocazioni storiche e laboratori medievali per ragazzi, ed è sede
di raduni automobilistici d'epoca e, perché no, anche
motociclistici." Oggi non si arriva più alla fortezza in moto,
c'è un bel divieto di accesso, ma Sergio e Otto faranno una bella
scalata a piedi. Intanto noi ci godiamo il tardo pomeriggio in paese con
tanto di dimostrazione, da parte del parroco, dell'eccezionale
acustica dell'interno di Sant'Agata.
Lunedì 30 aprile
Questa volta la città sotterranea ci cattura subito, è praticamente
all'ingresso del borgo antico ed è tuttora di proprietà degli
Ercolani, una delle famiglie che in
epoca medievale, per reciproca difesa, condivisero le loro cantine.
Rispetto alla nostra prima visita il percorso accessibile è stato
ampliato e dopo aver ascoltato la storia dei sotterranei veniamo
condotti nella visita gratuita (tanto si sa che all'uscita si passa
per il negozio) dei sotterranei colmi di grandi botti, della caciaia
per la stagionatura del formaggio (perché l'agrifoglio viene
chiamato anche "pungitopo"? perchè veniva messo a protezione delle
forme di cacio dall'assalto dei ratti) e delle scuderie che facevano
anche da via di fuga, con parola d'ordine "ungere il palo", con infiocchettamento di aneddoti sul Pozzo degli Innamorati e sulla
verità circa il Vin Santo (se la bottiglia costa 15 Euro è un vino
fatto col metodo moderno, iniettando artificialmente i lieviti; se
invece costa 50/60 Euro è fatto con la feccia madre derivata da un
caratello attaccato naturalmente dal lievito "giusto"). All'uscita
dal negozio l'automobile di appoggio si rivelerà ancor più utile.
La SP146 già percorsa all'andata nonché ieri ci riporta a San Quirico e la Cassia ci conduce di nuovo a Buonconvento dove deviamo sulla SP34 poi SP33 che da Murlo ci porta nella valle del Merse a San Lorenzo e poi prosegue per Monticiano, un nastro d'asfalto piacevole e deserto dove ogni tanto possiamo allungare un po', Sergio fa costantemente "la molla" e non perdiamo mai l'auto. Finalmente arriviamo alla decima cartolina, un vero classico: l'Abbazia di San Galgano, la chiesa dal tetto di cielo che di certo non ha bisogno di presentazioni: credo che sia la quarta volta che veniamo qui (l'ultima nel 2013, per gli amici è la prima) e il luogo è sempre di intensa suggestione. La passeggiata ci conduce tra le mura e nella sala capitolare, e poi il sentiero ci porta fino all'Eremo di Montesiepi. La sosta è ovviamente, data l'ora, occasione per il pranzo al ristoro e per un po' di riposo. Si punta verso il mare sulla tortuosa e divertente SP441 che si innesta sulla SR439 poco prima di Massa Marittima: sarebbe bello fermarsi anche qui per vedere la cittadina dagli interessanti monumenti e rivivere (noi) l'atmosfera del giorno prima del I° Raduno Nazionale HDCI del 2002, quando la visitammo prima di imbarcarci per l'Elba a Piombino. Puntiamo invece proprio su quest'ultima località (anche se la cartina dice Marina di Bibbiona) ma prima compiamo una deviazione per l'undicesima cartolina, la vista del Tirreno e del Golfo di Baratti dalla torre di Populonia così anche Raffaella che voleva vedere il mare è accontentata... ma non solo lei, anche questo luogo ha qualcosa di speciale con il suo parco archeologico.
Ci sistemiamo all'Hotel Moderno di Piombino e stavolta il nome lo facciamo perché lo merita: a dispetto del nome (a volte occorre dubitare della modernità) l'albergo è veramente bello e il personale gentilissimo, ci prenoteranno un ristorante dove gusteremo una buona cena, non era facile trovare posto per dodici la vigilia del 1° maggio... prima della cena passeggiata fino a piazzale Bovio da dove si può quasi toccare l'Elba e a momenti anche la Corsica. Martedì 1° Maggio Arrivederci alle prossime cartoline... speriamo insieme anche ad Anna e Giuseppe! Le gallerie fotografiche
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