Bianconiglio e Gegeniglia
   I VIAGGI E LE GITE DI DUE MOTOTURISTI

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SCOZIA - raduno internazionale DMD 2013 Anstruther

        

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Lunedì 10 giugno: Newcastle-upon-Tyne - Edinburgh - 285 km
Avevamo puntato la sveglia del cellulare ma non è stato necessario: alle 6.30 dai diffusori delle cabine in tutta la nave arriva l'annuncio. Far scendere millecinquecento persone con veicoli armi e bagagli da una nave che attracca alle nove del mattino richiede tempo. Ci prepariamo, facciamo colazione e prima di scendere al ponte veicoli guardiamo fuori: il cielo è ancora uniformemente grigio, il nord dell'Inghilterra ci accoglie quasi nella migliore tradizione, manca solo la pioggia. Giù nelle viscere della nave fa caldo: quando l'altoparlante dà il via liberiamo la moto dai legacci, salutiamo i nostri compagni di viaggio tedeschi che punteranno subito a nord e ci prepariamo a scendere. Anche qui, una volta toccata terra, nuove formalità doganali ma finalmente siamo in Gran Bretagna, questo "strano" paese che è sì europeo ma dove sono in vigore: l'ora di Greenwich, le distanze in miglia, la benzina in litri ma la birra in pinte, le sterline, le Opel che diventano Vauxhall e che, insieme a tutti gli altri veicoli, tengono la sinistra.... ma è davvero Europa? Ebbene sì, siamo a South Shields, sulla foce del Tyne, presso Newcastle-upon-Tyne, 600 km a nord da Dover, classico accesso alla Gran Bretagna per i più ma non per noi.

Sfatiamo innanzitutto un dubbio: guidare a sinistra non è per nulla difficile per un motociclista, alla seconda rotonda si è capito il trucco: è come stare allo specchio. Certo, per un automobilista deve essere più complicato, posto di guida a destra, cambio e tutta la mole dell'auto a sinistra: molti turisti infatti noleggiano auto col cambio automatico, un problema in meno. La cosa che ci colpisce sia immediatamente che nel resto del viaggio è l'assoluto rispetto dei conducenti alle regole del codice della circolazione. Tutti rispettano i limiti di velocità, i divieti di sorpasso, le precedenze, i divieti di sosta. La segnaletica sia orizzontale che verticale è impeccabile anche se non allineata del tutto a quella europea, sia in meglio (la diminuzione del limite di velocità è segnalata da tre pannelli distanziometrici così non bisogna frenare di colpo) che in "diverso": ad esempio molti incroci sono marcati a righe gialle, è la zona da lasciare assolutamente libera in caso di traffico fermo. Gli autovelox sono tutti ampiamente segnalati. Usciamo da South Shields e da Newcastle dirigendoci a sud anche se la Scozia è a nord: a pochi km... anzi no, a poche miglia da Newcastle c'è Durham, una città di poco meno di 90.000 abitanti che vanta il nome "in campo verde" sulle guide per la presenza di una notevole Cattedrale normanna fondata nel 1093, oggi Patrimonio UNESCO dell'Umanità. L'idea sarebbe proprio quella di visitare il centro e la Cattedrale ma Durham non è amichevole nei confronti dei mototuristi appena sbarcati da una nave con il bagaglio per due settimane: il centro, sulla collina, è completamente pedonale e ci costringerebbe ad una bella salita in abiti da astronauti: dopo due giri alla ricerca di un accesso veicolare al centro, desistiamo e riprendiamo la strada verso nord.

Dopo Consett e  Corbridge troviamo le indicazioni per Jedburgh sulla A68: questa strada appare pressoché dritta sulla cartina, ma nella realtà è piena di curve... altimetriche! La strada è tutta un saliscendi lungo le file delle Cheviot Hills, catene di colline che caratterizzano il Northumberland ed i Borders. Il segnale orizzontale più frequente è "SLOW" e quello verticale "Blind summit": ogni dosso è infatti cieco, arrivati al culmine non si sa cosa ci sia dall'altra parte, magari una mucca in mezzo alla strada, chissà... la strada è battuta dal vento laterale, molti degli alberi più esposti sono eloquentemente piegati in forme definitive.


Immagine tratta da Google Maps

Sotto un cielo sempre grigio e saliscendi dopo saliscendi arriviamo a Carter Bar, un passo alla modesta quota di 418 metri che però segna il confine tra l'Inghilterra e... emozione: sono le 11.50 GMT del 10 giugno 2013... siamo in Scozia, altro strano paese dove sia laghi che fiordi diventano Loch, gli estuari dei fiumi si imparentano con i fiordi stessi diventando Firth e gli stretti tra le isole diventano Sound... ma al mare ci arriveremo dopo. Per il momento siamo nei Borders, e peccato che il cielo non sia come quello della foto precedente, presa da Google Maps... però ci siamo !!!

 

OK, il clima non è dei migliori, ma da questo passo che è poco più di un dosso si stende, davanti a noi, la Scozia! Benvenuti... o meglio:

 

A poche decine di miglia davanti a noi si ergono le quattro Abbazie dei Borders:  Melrose, Kelso, Jedburgh e Dryburgh, edificate in stile gotico nel XII secolo durante l'evangelizzazione cattolica della Scozia, sono ancor oggi una drammatica testimonianza del periodo dei conflitti di religione del XVI secolo tra cattolici e riformatori sull'Isola Britannica, conflitti che segnarono anche l'evoluzione del potere politico con l'avvicendamento al trono di sovrani di diverse professioni di fede cristiana: la famosa testa della cattolica Mary Stuart (Maria Stuarda secondo la grafia italiana) cade proprio per ordine della cugina Elisabetta I Tudor, anglicana; tuttavia alla morte senza eredi di quest'ultima nessun pretendente Tudor è abbastanza forte da contrastare Giacomo Stuart, figlio di Maria, che riunisce sulla sua testa, ben salda sul collo, le Corone di Inghilterra, Scozia e Irlanda: questa unione delle Corone, benché si parli sempre di tre regni subalterni ad uno stesso Re, è l'embrione del futuro Regno Unito.

Arriviamo a Jedburgh e, prima di visitare l'Abbazia, ci infiliamo in una piccola e graziosa caffetteria-pasticceria: ci vuole una bella cioccolata calda... in giugno! Il vento lungo la strada l'ha resa necessaria. Dopo esserci riscaldati (e a buon peso gustato una torta locale) andiamo a visitare i resti della grandiosa chiesa che ricorda molto la toscana San Galgano dal tetto di cielo, benché non sia inserita in un contesto così ampio. La suggestione è comunque grande.

Lasciata Jedburgh passiamo non distanti dalle rovine di Dryburgh ma ci dirigiamo a Melrose, dove quella che era la più grande Abbazia delle quattro è un suggestivo rudere circondato da prati verdissimi e dal tipico, rasserenante cimitero all'inglese, proprio a ridosso della tranquilla cittadina.

People: mentre parcheggiamo la moto e ci avviciniamo al parchimetro, una gentilissima turista olandese si avvicina e ci porge il suo tagliando, su cui c'è ancora un'oretta di sosta pagata: è vero che non sarebbe ammesso usufruirne ma in fondo non stiamo rubando niente e occupiamo anche poco spazio, no?

 

Il contesto in cui si trova l'Abbazia di Melrose è davvero affascinante, coinvolgente e rilassante allo stesso tempo: i simbolismi che permeano l'architettura gotica sono tanti, ma il più simpatico è un doccione a forma di maialino con cornamusa, il simpatico Pig Playing Pipe.

Proseguiamo verso Edinburgh lungo la dolce valle del fiume Tweed e a Peebles puntiamo a nord seguendo le puntuali indicazioni stradali. Arrivati quasi alla Capitale scozzese, deviamo per Roslin... ma non anticipiamo niente, sappiate solo che la famosa cappella sta per chiudere, ci torneremo tra un paio di giorni. Ora non dobbiamo fare altro che andare sempre dritto e, magillamente, arriviamo nel pieno centro della Old Town di Edinburgh, all'angolo tra High Street e North Bridge, dove c'è l'hotel dove passeremo due notti, l'Ibis.

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