Bianconiglio e Gegeniglia
   I VIAGGI E LE GITE DI DUE MOTOTURISTI

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15-18 agosto 2013: VAL VENOSTA e
Ö
TZTALER GLETSCHERSTRASSE (A)

        

Con quattro giorni di tempo a disposizione grazie al ponte di Ferragosto abbiamo messo in pratica l'idea che ci stuzzicava da un po': un tour molto montano per raggiungere la strada asfaltata aperta al traffico più alta d'Europa che da Sölden in Austria, porta al ghiacciaio Ötztaler, più una veloce esplorazione di due valli laterali della val Venosta: la val Senales e la val Martello.


Visualizza 20130815 Val Venosta e non solo in una mappa di dimensioni maggiori

La galleria fotografica

Val Venosta

<-- La mappa

in verde il tracciato andata/ritorno
in rosso il tour tour alla Ötztaler Gletscherstrasse
in blu il tour in val Senales e Val Martello

15 agosto: Milano - Coldrano/Goldrain (BZ) - 300 km
Come di consueto si parte da Milano via A4 per uscire a Ponte dell'Oglio, raggiungendo il lago d'Iseo a Sarnico per stradine quasi deserte vista la giornata più che festiva. Percorriamo la Sebina Occidentale (ex SS469) con tranquilla scioltezza, il traffico è inesistente ma gli autovelox in agguato: il tratto finale tra Riva di Solto e Castro è sempre piacevole per il suo essere quasi a filo d'acqua sotto le falesie incombenti. A Lovere ci fermiamo per il pranzo, optando per una semplicissima formula "panino + bibita + dolce + caffè" a 7€ di una gelateria per non stazionare due ore nei ristoranti che offrono il classico menù fisso di Ferragosto.

La SS42 "del Tonale" è anch'essa sgombra e ci porta rapidamente a Edolo e poi, per il tratto decisamente più montano, a Ponte di Legno: qui ci rifacciamo il palato motociclistico con la SS300 del passo Gavia 2621 m slm, dato che l'ultima volta che l'avevamo percorsa con i Randagi (tredici mesi fa, metà luglio 2012) era immersa nelle nubi basse e nella pioggerellina, oggi invece ce la godiamo sotto il sole estivo. La salita da Ponte di Legno è impegnativa ma non difficilissima, anche se la strada è stretta e in molti punti non protetta, peccato che la parte più alta del versante bresciano sia un po' dissestata. Apprezziamo ancora una volta la gentilezza dei tedeschi nei confronti dei motociclisti quando raggiungiamo una Corvette cabriolet targata Koln che mette la freccia a destra e si ferma per darci strada. La discesa dal versante della Valfurva è più agevole ed il manto d'asfalto è tenuto un po' meglio; alla nostra destra si indovinano i primi contrafforti del Cevedale e del Gran Zebrù. Da Santa Caterina Valfurva scendiamo agevolmente a Bormio infilando la SS38 in direzione dello Stelvio...

Versante lombardo della rampa dello Stelvio visto dalla Seconda Cantoniera

... e qui, "gente, non ce n'è"... gli austriaci avranno la loro Ötztaler Gletscherstrasse (e questo viaggio ha lo scopo di percorrerla), i francesi avranno il loro (falso) col del la Bonette, in più avranno anche il loro col del'Iseran che è di una dozzina di metri più alto, ma qui, dopo qualche coppia di tornanti nella parte più rettilinea della valle del Braulio, una volta superata la Prima Cantoniera e qualche galleria in cui prestare un po' di attenzione, eccoci al cospetto del gruppo dell'Ortles e, per noi centauri, di Sua Altezza il Passo dello Stelvio, 2758 m slm da raggiungersi con la prima scalata (vista da giù è proprio una scala) fino alla Seconda Cantoniera e poi con l'ultimo strappo dalla Quarta Cantoniera a Cima Coppi. Era da molto che mancavamo dallo Stelvio, ed il percorrerlo in tutta sicurezza con il sempre scarso traffico odierno è ben altra soddisfazione che buttarsi nella bolgia del motoraduno internazionale di luglio: va bene la kermesse, ma migliaia di motociclette (sì, diverse migliaia) su questa strada non permettono di affrontarla con serenità d'animo. La sosta al Passo (eh sì, merita la maiuscola) è doverosa e rinfrancante, e permette di ammirare la lunga teoria di tornanti del versante atesino, quarantotto in tutto, mentre sono trentasei sul versante lombardo.

Versante atesino della rampa dello Stelvio visto dal Passo

 La discesa avviene sulla parte ora in ombra passando anche per il forte di Gomagoi sino ad arrivare, di nuovo al sole, nelle distese di meleti della Val Venosta che percorriamo in direzione Merano sino a Coldrano/Goldrain, frazione di Laces all'imbocco della Val Martello. Qui alloggeremo all'hotel Goldrainerhof, accanto alla stazione ferroviaria, sito in ottima posizione per esplorare la Val Venosta, le sue valli laterali e diversi passi alpini. L'hotel si merita un buon voto per il rapporto qualità prezzo molto favorevole, la buona cucina e -malgrado la regione- l'ottima pizzeria, la piscina interna, la posizione silenziosa tra i meleti (la ferrovia non disturba affatto) e il garage per le motociclette, anche se piccolo (ce ne staranno 8-10), ma non c'è nessun problema di sicurezza nel lasciare il mezzo nel parcheggio esterno. Ci sistemiamo, facciamo un bagnetto in piscina, ceniamo, due passi per il paese (anche se non c'è quasi niente) e poi a nanna.

16 agosto: tour alla Ötztaler Gletscherstrasse (Sölden, Austria) - 230 km
Dopo la colazione, partenza in direzione Merano per infilare la Val Passiria... è un po' un'impresa però, la viabilità per l'attraversamento di Merano è un po' contorta specie se si proviene da ovest, ma in qualche modo ne usciamo sulla SS44 mentre, in direzione opposta, troviamo una lunghissima coda che scende dalla val Passiria a Merano: non li invidiamo proprio. Qui in valle si notano un po' di segni dell'irredentismo sudtirolese: molte case espongono la bandiera austriaca con la scritta "Sudtirol ist nicht Italien" che, fatto salvo il rispetto dell'etnia e delle proprie tradizioni, noi troviamo assolutamente contraria all'idea di Europa che nasce anche grazie al nostro Giuseppe Mazzini, quasi due secoli fa. A San Leonardo in Passiria si svolta per la SS44bis in direzione del Passo del Rombo / Timmelsjoch 2509 m slm.

Il Passo del Rombo / Timmelsjoch nel 2010: ad oggi il casello doganale è stato rimosso

La strada del Passo del Rombo può essere considerata un museo a cielo aperto grazie alle cinque installazioni (due per versante e una al culmine) realizzate nel 2010 su progetto dell'architetto atesino Werner Tscholl, a significare l'importanza storica di questo passo apparentemente minore che invece ha avuto una storia travagliata e intrecciata con quella delle genti confinanti: già la presenza di quest'opera dovrebbe rafforzare il concetto di una Europa unita, dove queste impervie strade superano anche metaforicamente le divisioni. La rampa sud (versante italiano) è una ex-mulattiera che si arrampica ripida a tornanti serrati nella parte più alta, la rampa nord austriaca è più "dolce", mantenendo sempre le caratteristiche della strada di montagna. Qui si trova anche il casello (la strada è a pedaggio) dove paghiamo i 14 € del pedaggio moto per andata e ritorno (12 € solo andata) poiché intendiamo tornare per la stessa strada

Discesi dal Rombo, in una ventina di km siamo a Sölden dove un visibilissimo portale "autostradale" (anche questa strada è a pedaggio, motociclette 5,50 €, con passeggero 9 €) ci invita ad infilare la nostra meta, la Ötztaler Gletscherstrasse che in altri 15 km e diversi tornanti ci porta al piazzale delle funivie del ghiacciaio Rettenbach, e una galleria di 1750 metri (la più alta asfaltata d'Europa) ci porta all'ultimo piazzale delle funivie del ghiacciaio Tiefenbach, dove il nastro d'asfalto, all'uscita della galleria, tocca la ragguardevole quota di 2829 m slm segnalata della tautologica indicazione Tunnelausgang ("uscita della galleria", che fantasia). Il paesaggio estivo qui però è desolante, il ghiacciaio è molto ritirato e sporco, poche auto punteggiano il piazzale e i locali di ristoro appaiono dimessi.

Il ghiacciaio Tiefenbach al Tunnelausgang, il più alto punto della Otztaler Gletscherstrasse (2829 m slm)

Dopo le foto di rito torniamo sulle nostre traiettorie e scendiamo a valle dove ci fermiamo per il pranzo in un localino con terrazza esterna appena fuori Sölden, ottima cucina austriaca. Il ritorno è senza particolare storia se non per vedere gli stessi panorami da un'altra angolazione, ripercorriamo la strada già percorsa (un'alternativa sarebbe il giro, ben più lungo, dal passo di Resia che abbiamo fatto tre anni fa) e rientriamo così in hotel per un bel bagno in piscina :)

17 agosto: val Senales e val Martello - 110 km: sono due valli laterali della Val Venosta che non abbiamo mai esplorato: questa è l'occasione... ma al mattino il clima è incerto e la notte è caduta qualche goccia di pioggia: decidiamo per un giro in treno a Merano, ci basta cadere dal letto per essere in stazione e prendere uno dei variopinti convogli della Ferrovia della Val Venosta. Già "ramo secco" delle FS e come tale chiusa nel 1990, è stata acquisita dalla Provincia Autonoma di Bolzano, e riaperta nel 2005 dopo un riammodernamento degli impianti fissi e l'acquisto di nuovi e moderni rotabili, ed assicura un efficace servizio sia agli abitanti che ai turisti. In un'ora siamo nell'elegante cittadina passeggiando per il centro, ma c'è davvero troppa gente in giro, e in più la temperatura si alza... dopo un paio d'ore riprendiamo il treno per rientrare a Coldrano e salire in moto.

La val Senales si annuncia con un ingresso stretto tra due incombenti contrafforti di roccia grigio/bruna: il primo km di strada, tortuoso e impervio, è stato aggirato con una galleria, ma poi si entra in valle per strada molto curvaiola, apprezzandone l'orografia selvaggia: a giudicare dai prezzi degli alberghi immaginavamo un luogo molto più mondano, e invece il luogo natio di Reinhold Messner è una severa valle con pochi agglomerati, adatta agli escursionisti a piedi, in mountain bike e agli alpinisti; probabilmente durante la stagione sciistica l'atmosfera cambia... La valle è dominata dalla base del monte Similaun, dove è stata trovata la famosa mummia del cacciatore del neolitico soprannominato Ötzi. Una grande diga a gravità dal coronamento lungo ben 500 metri e dal contrafforte completamente ricoperto d'erba forma il lago di Vernago.

La val Martello sbocca nella val Venosta proprio a Coldrano: la strada sale con maggiore dolcezza che nella precedente valle, tranne per i simpatici sei tornanti stretti che la movimentano in mezzo al bosco proprio accanto alla base della grande diga del lago di Gioveretto, facendo prendere quota di un centinaio di metri in nemmeno un km. Dopo la sosta alla diga, osservando con un brivido il grande sfioratore che inghiotte acqua (chissà che fine si fa cascandoci dentro...) rientriamo all'hotel.

18 agosto: Coldrano-Milano - 360 km: ovviamente per il ritorno si cambia strada! Lasciamo con un ottimo ricordo l'Hotel Goldrainerhof, che si meriterà un positivo giudizio su Booking e puntiamo su Merano, dove imbocchiamo la SS238 del Passo delle Palade, strada agevole e divertente che ci porta in Val di Non. Piccola sosta a Fondo (ricordi di gioventù...) con il suo piccolo ma bellissimo lago Smeraldo e la sua forra... certo che in 25 anni è cambiato un bel po' il luogo, compreso l'hotel dove Bian raggiungeva Gege che lavorava in colonia in estate...

L'alta valle di Non è anch'essa un tripudio di meleti (le famose Renette) che circondano il grande lago di Santa Giustina formato dalla diga che sbarra il torrente Noce: optiamo per la SS42 che passa da Cles, più varia rispetto alla SS43 perché gira intorno al lago offrendo un bellissimo punto di vista dal paese di Cagnò:

Il lago di Santa Giustina visto da Cagnò (TN)

Proseguiamo verso sud seguendo proprio il corso del torrente Noce lungo la SS43, anche oggi si viaggia benissimo e il traffico è scarso: il grosso degli italiani deve essere ad arrostirsi in spiaggia nella puzza dell'olio solare... va bè, de gustibus... noi invece affrontiamo la bella salita a tornanti veloci che ci porta sull'altopiano della Paganella, nel paese di Fai della Paganella dove ci fermiamo gustando ottime specialità trentine in una Stube. Sotto le vette delle Dolomiti di Brenta proseguiamo per Andalo e Molveno con il suo bel lago, notando durante la consultazione della cartina incrociata con i cartelli stradali come ci siamo molte possibili strade da percorrere in queste belle lande, che emozionano ad ogni curva. Presso Comano Terme infiliamo la forra del Limarò, all'estremità delle valli Giudicarie, dalla parte delle gallerie: varrebbe la pena esplorare la zona -appunto- per vedere se è possibile percorrere anche la strada dell'altro versante (ma una veloce Googlata a posteriori ci fa pensare che sia stata trasformata in ciclabile), poi la valle si apre e giungiamo a Tione di Trento: qui inizia la lunga strada che punta a sud verso l'Eridio, il "lago triste" (a Bian il lago d'Idro fa questa impressione...). Sosta a Idro per fare due passi vicino al bar, classico ritrovo dei motociclisti "spietati", e poi via ancora verso sud dove le indicazioni invitano a seguire la nuova SS237 con le sue gallerie, oggi inconsuetamente scevra di traffico. Sia per evitare un possibile traffico più a sud, dove arrivano le auto provenienti dal lago di Garda (per esperienza ci sono spesso code) sia per fare le ultime curve del viaggio, a Sabbio Chiese deviamo per Odolo sulla SP79 percorrendo il tratto a mezza costa noto come "le Coste di Sant'Eusebio" dapprima famoso (fu teatro di gare di Cronoscalata in auto fino al '75) ed ora famigerato perché scambiato per circuito dai centauri della zona e pertanto teatro di numerosi incidenti anche dalle conseguenze tragiche... ma oggi è deserto e lo percorriamo a velocità turistica godendoci il paesaggio, incrociando comunque una pattuglia dei CC che ha fermato alcuni motard che procedevano in direzione opposta. Dopo le ultime curve e due coppie di tornanti siamo ormai allo sbocco della valle e intravediamo la periferia nord di Brescia... ancora pochi km ed entriamo in autostrada a Brescia Ovest per dirigerci a casa... ma che belli questi giretti di ampio respiro: km più, km meno sono mille :)
 


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