Era da un po' di tempo che, fermata Carpe Diem
in attesa di climi favorevoli e di un tagliando-quasi-restauro
(compiuto tra fine marzo e primi di aprile), Bian e Gege spulciavano
i calendari dei treni speciali per cercare di soddisfare un altro
loro modo elettivo di viaggiare e così, la notizia che il Comitato
Provinciale di Belluno dell'Associazione Italiana Cultura e Sport
(AICS) aveva organizzato per il 12 aprile un treno speciale a
vapore da Treviso a Longarone su percorso circolare ha fatto
loro immediatamente confermare l'adesione alla manifestazione.
Sabato 11 aprile
partiamo in tutta comodità: un Frecciabianca ci porta in poco più di
un soffio a Mestre e da lì un regionale ci conduce a Treviso in
completo riposo dandoci la possibilità di visitare di nuovo la bella
cittadina.
Ci sistemiamo all'hotel Continental, a due passi dalla stazione
ferroviaria, e passiamo il pomeriggio in giro per Treviso godendoci
la vivacità delle strade e delle viuzze, animate da molte persone
del posto che si fermano presso le enoteche e altro luoghi di
ritrovo, ben altra atmosfera rispetto alla nostra visita precedente
effettuata in giorno infrasettimanale, quando forse gli operosi
trevigiani erano affaccendati. Ci lasciamo portare dai flussi di
persone ammirando come se fossero nuovi diversi scorci, ma ne
troviamo anche di inaspettati a conferma che non basta mai una
visita per conoscere un luogo per quanto piccolo.
All'approssimarsi dell'ora di cena ci
siamo preparati segnandoci questi due indirizzi che vi proponiamo: Osteria della Gigia, Via Barberia 20, tel.0422582752
E' un piccolissimo, caratteristico locale sempre gremito dove, a
parte il canonico Spritz in diverse varianti (e a prezzi per noi
milanesi inimmaginabili, 1,30€) si può gustare dell'ottimo street
food genuinamente paesano, sempre a prezzi con i decimali. Ci siamo
fermati per gustare lo Spritz in versione "amara", a scelta con
Cynar, Montenegro o Jagermeinster. Trattoria Toni del Spin, Via Inferiore 7, tel.0422543829
Avremmo dovuto prenotare qualche giorno prima, questa trattoria è
sempre molto gettonata dagli autoctoni, sarà per la prossima volta.
Ci siamo fermati in un altro ristorante scelto a caso dove, passata
la diffidenza iniziale per via della sala vuota, la qualità dei
piatti e la frequentazione a parire dalle 21 gli hanno fatto
riguadagnare punti: tenete conto della Trattoria 2 Mori,
Via Bailo 9, tel.0422540383.
Filmato
Domenica 12 aprile:
sveglia alle 6.45 per la colazione e poi, via, in stazione, dove un
pennacchio di fumo e vapore annuncia che il treno è già al binaro di
partenza. In testa la protagonista, la locomotiva a vapore Gr.740.293
costruita nel 1920 dalle Officine Meccaniche e Navali di Napoli:
rodiggio 1'Dh2+2'2'T22, massa in ordine di marcia 117 t, velocità
massima 65 km/h, potenza massima 980 CV.
A seguire la carrozza Bz32153 a scompartimenti e le Centoporte
Bz36632, Bz36686, CIz36033 e Bz39134, quest'ultima in grigio ardesia
al contrario delle altre in castano e castano/isabella. Ci
sistemiamo proprio sull'ultima perché è ben noto che è quella da cui
si vede meglio il treno in curva. Siamo armati di macchina
fotografica, telecamera e occhiali anti-infortunistici per poter
guardare fuori dal finestrino senza il pericolo di ricevere fumo,
fuliggine e schegge di carbone negli occhi.
Siamo classificati come Regionale 29066 da Treviso a Ospitale di
Cadore e partiamo alle 8 come da nostra traccia oraria. Dapprima in
rettilineo nella Marca Trevigiana, a Montebelluna ci
arrestiamo qualche minuto e ripartiamo iniziando ad affrontare le
livellette al 14-15 per mille che contraddistingueranno tutto il
viaggio di andata. La sosta a Feltre per il rifornimento di
acqua si protrae più del previsto poiché la colonna idraulica non
sembra voler erogare quanto necessario, restiamo ulteriormente fermi
per far effettuare l'incrocio a un regionale trainato da una D.445,
costante presenza su queste linee insieme alle ALn.668 ed ai
Minuetti. Alla stazione successiva, Busche-Lentiai-Mel altra
lunga sosta per dare precedenza a un regionale, poi un incrocio a
Sedico-Bribiano; nota di colore, un gruppo di appassionati di
equitazione travestiti da banditi del far-west simula un attacco al
treno. La nostra traccia oraria ormai è saltata ed arriviamo a
Belluno con 1h20 di ritardo, così la prevista sosta di un'ora
non viene effettuata. Altri gitanti salgono per la tratta finale
Ponte nelle Alpi - Longarone, caratterizzata dalle viste sulla Val
Gallina (dove una diga alimenta la centrale di Soverzene), dal
passaggio sul ponte di Faè e, a Longarone (dove arriviamo
verso le 12.30) dalla vista verso la forra che inquadra la grande
diga del Vajont, all'epoca la diga ad arco più alta del mondo,
tristemente nota per la catastrofe del 9 ottobre 1963. Il treno
proseguirà per Ospitale e quindi per Calalzo,
rientrando a Longarone per le 14.30 circa (treni 29064 e
29063).
A Longarone è prevista la visita alla Fiera dove è in corso una
mostra-scambio di modellismo ferroviario: un servizio di bus navetta
ci porta rapidamente al sito. Attraversiamo lo spiazzo occupato da
modelli ferroviari a vapore vivo che percorrono un anello e puntiamo
sul self-service prima che esso si riempia, indi possiamo visitare
con calma la mostra, ammirando i diversi diorami, plastici e
impianti modulari, cercando di non "farci restare attaccato alle
mani" alcun modello, siamo partiti volutamente col portafoglio
all'essenziale. Ritireremo comunque gli omaggi gentilmente donati
dall'AICS (due DVD con filmati storici delle ferrovie in queste
lande) e acquisteremo una copia anastatica di un libro del 1914
sulla tratta Belluno - Calalzo. Torniamo alla stazione a piedi non
senza avere visto gli esiti di un incidente stradale in cui un
incauto centauro in tuta se l'è cavata con qualche graffio, ma la
cui Aprilia RSV Mille dovrà essere rottamata, essendone uscita con
il telaio tranciato all'altezza del cannotto di sterzo...
Intorno alle 14.30 il treno, con la 740 a tender avanti, rientra da
Calalzo: ci riaccomodiamo sulla nostra carrozza attendendo la
partenza delle 15.22 tra foto odori e rumori di macchina a vapore. A
Ponte delle Alpi la locomotiva viene portata all'altra
estremità, riprendendo la marcia avanti, perché mentre l'andata è
stata compiuta via Feltre - Belluno, il ritorno è via Vittorio
Veneto - Conegliano, linea con rampe al 24 per mille tra Nove e
Vittorio Veneto che affronteremo in discesa.
Dopo pochi km dalla partenza costeggiamo il lago di Santa Croce,
bacino naturale "artificializzato" grazie alla diga di Bastia,
una bassa e lunga diga a terrapieno. Al di là del lago le creste
dell'Alpago e del Cansiglio sono ancora spruzzate di neve.
Oltrepassata Sella Fadalto attraverso la lunga galleria di 2152 m
inizia la lunga teoria di brevi gallerie e, tra i piloni
dell'autostrada Alemagna, si vedono il Lago Morto e la centrale
elettrica di Fadalto vecchia. Una volta giunti a Vittorio Veneto
la "storia" del viaggio è finita, siamo di nuovo in pianura e
giungiamo a Conegliano, innestandoci sulla linea
elettrificata Treviso - Pordenone.... come si stava bene senza la
palificazione! L'ultimo strappo alla folle velocità di 60 km/h ci
riporta a Treviso, dove saluteremo gli estemporanei compagni
di viaggio compreso l'altro fer-fotografo che, avvolto in una kefiah
per proteggersi a sua volta dalla fuliggine, comparirà più volte nel
nostro filmato.
La gita è finita e dobbiamo rientrare: recuperato il nostro bagaglio
in hotel, un regionale di nuovo di porta a Mestre e un Frecciabianca
a Milano... vediamo di organizzare la prossima e... grazie, AICS!
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