Bella la Slovenia, ma non andateci
solo in
moto, va visitata anche con le scarpe da trekking: sarà un pensiero
controcorrente per molti, ma ognuno ha le proprie opinioni, no? E
questo è quanto a noi si è palesato pian piano nel corso della
nostra settimana di vacanza dell'estate 2012, dall'11 al 20 agosto,
con campo base a Bohinj, nel parco nazionale del Triglav, angolo
nord-occidentale della Slovenia. Non tutti i viaggi, come le ciambelle, riescono col
buco...
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LA
GALLERIA FOTOGRAFICA
Percorrenza
complessiva 2135 km
comprese le tappe di trasferimento
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Visualizza Slovenia e Dolomiti in una mappa di dimensioni maggiori |
Eravamo stati in passato, in pullman, a Lubiana ed
alle grotte di Postumia e avevamo visto la valle
dell'Isonzo dalla prospettiva privilegiata di una discesa sul fiume
in rafting, ma il battage pubblicitario che da mesi copriva Milano
aveva risvegliato la curiosità di visitare in motocicletta la
piccola Repubblica, e così abbiamo messo insieme, con l'aiuto dei
depliant raccolti all'Ufficio Sloveno del Turismo, non dei veri
itinerari ma degli spunti di visite. L'idea era più o meno questa: "se
la Slovenia è grande come la Lombardia (è appena più piccola,
20.000 kmq contro 24.000, ma con un quinto degli abitanti)
trovando una sistemazione abbastanza centrale dovremmo poterla
girare tutta". Tuttavia la mancanza di tempo necessario a
pianificare bene il viaggio ci ha impedito una soluzione itinerante
(a parte che non abbiamo più molta voglia di cambiare albergo ogni
sera, a meno che non si debba arrivare ai confini d'Europa) e la
ricerca di un albergo rispondente alle nostre necessità, unita
all'indisponibilità di altre strutture, ci ha portati a nord-ovest
tagliando fuori la possibilità di raggiungere agevolmente la parte
orientale e meridionale del paese.
Ci siamo
fidati forse un po' troppo dei depliant e non ci siamo
invece affidati ad una Guida Verde Touring: col senno del
poi è stata una scelta poco felice: solo qualche giorno dopo
il nostro arrivo a destinazione, all'ufficio turistico di
Bohinj abbiamo sfogliato una guida in inglese scritta da uno
sloveno che elencava i luoghi veramente imperdibili, ed
avremmo evitato la visita di due città minori. Qui a destra
in ordine dapprima di importanza (i primi tre o quattro
luoghi) e poi via via a memoria le località da vedere in
Slovenia sono (in grassetto quelle che abbiamo visto).
Nota di colore:
l'estensore della guida scriveva testualmente "venite a
visitarci in tanti, ma non tutti insieme e non fermatevi
troppo, non ci piace la confusione"... |
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Grotte di
Postumia
città di Lubiana
Lago di Bled
città di Maribor
Parco nazionale del Triglav
Lago di Bohinj
città di Ptuj
Grotte di San Canziano
città di Pirano
Castello di Predjama
Castello di Otocec
Valle della Logarska |
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Qualche notizia di
carattere pratico: la
Slovenia fa parte dell'UE e quindi
si entra con carta d'identità valida per l'espatrio, la
valuta è l'Euro, i prezzi si sono abbastanza allineati a
quelli europei (non è più il tempo della Jugoslavia, nel bene e nel
male) ma si trovano ancora ristoranti a prezzi non turistici.
La lingua è... incomprensibile, ma l'inglese è parlato
praticamente ovunque e anche l'italiano è compreso sia vicino al
confine che nelle località più importanti.
L'orografia è molto mossa a nord-ovest e più piatta
spostandosi a est.
Circa le comunicazioni stradali, non è detto che le
autostrade siano le vie più rapide ma non è neanche detto che la
rete ordinaria sia in buone condizioni: abbiamo trovato tratti
asfaltati "a biliardo" intervallati da tratti in condizioni non
buone, e addirittura strade bianche: si trattava di strade
ordinarie, con tutte le indicazioni, la segnaletica, le progressive
ogni 500 metri... ma bianche, seppur ben tenute. I limiti di
velocità sono quelli europei ma non c'è per fortuna l'abuso dei
50 km/h come da noi. Le indicazioni di località sono nere su fondo
giallo, quelle autostradali bianche su fondo verde come in Italia.
Per le autostrade è necessario acquistare la vignetta
che, per una settimana, costa 7,50€ (un caffè al giorno anche se più
cara, ad esempio, di quella austriaca). Nei pochissimi tunnel
autostradali il limite scende da 130 a 100 e conviene rispettarlo
perchè sono tutti dotati di autovelox. Si apprezza la quasi completa
assenza di mezzi pesanti in circolazione.
La benzina costa, all'agosto 2012, 1,507 (95 ottani) o 1,525
(100 ottani): questo è molto apprezzato :)
Infine... i termini sloveni sono scritti con dovizia di
accenti qui e là, ma nella stesura del report i caratteri speciali
dei toponimi sono stati eliminati per semplicità. Tanto per dire, il
piatto tipico del Goriziano, i Cevapcici, avrebbe come
corretta grafia
Ćevapčići... hai voglia a
trovare i caratteri giusti nella mappa di Windows... alcun toponimi
citati nel report comunque non si pronunciano secondo la grafia
italiana, ad esempio Divaca, correttamente scritto Divača,
si pronuncia Divacia, pressochè come il toponimo italiano
Divaccia, quando parte della Slovenia e della Croazia facevano
parte dell'Italia.
sabato 11 agosto, trasferimento (330 km)
Avevamo passato la settimana precedente ad aiutare e controllare il
lavoro dell'imbianchino, che aveva terminato venerdì e così con
tutta calma nella mattina di sabato abbiamo fatto i bagagli e nel
primo pomeriggio abbiamo infilato l'autostrada A4 in direzione est,
fermandoci per la notte a Santo Stino di Livenza dopo una
trecentina di km, cena e pernottamento all'hotel "Il Barco", bel
posticino. Per inciso, dopo un viaggio con temperature accettabili,
siamo arrivati 20 minuti prima di un terrificante temporale che,
seppur durato solo un quarto d'ora, ci avrebbe bagnato sino al
midollo... Abbiamo voluto spezzare sia l'andata che il ritorno in
due tappe per evitare di passare l'intera giornata sulla moto anche
se poi al ritorno capiterà lo stesso: in montagna occorre calcolare
medie di 50 km/h...
domenica 12 agosto, arrivo a Ribcev Laz (170 km + 55 km)
Mattina soleggiata, lasciamo Santo Stino di Livenza ed infiliamo
l'autostrada, decisamente trafficata. Alla prima area di servizio ci
fermiamo per acquistare la vignetta e scambiamo due parole con due
motociclisti bolognesi, padre e figlio, che stanno andando in
Albania. Ci complimentiamo per l'impresa segnalando un bell'articolo
di Mototurismo che sfata molti luoghi comuni sull'Albania ed i suoi
abitanti, ed il viso del padre si illumina mentre ci dice che vive
sì da 20 anni in Italia, ma è albanese e va a mostrare al figlio i
luoghi della sua infanzia. Una volta ripartiti, decidiamo di non
seguire il flusso di auto che vanno verso Gorizia e Trieste, ma di
uscire a
Palmanova: dopo uno sguardo a quella che riteniamo
una delle più belle piazze d'Italia, puntiamo verso le colline
del Collio nei pressi di Corno di Rosazzo ed entriamo in
Slovenia accolti dai filari di viti. Di colle in colle raggiungiamo
un valico sopra Plave e scendiamo nella valle dell'Isonzo
mentre il fiume si mostra tra una curva e l'altra. La strada 103 ci
porta agile verso nord, e facciamo una breve pausa a Kanal
per ammirare un piccolo raduno di auto d'epoca, per poi proseguire
sino a Tolmin, dove deviamo per Most na Soci e quindi
infiliamo la 403 che inizia a salire scendere e valicare nel tipico
paesaggio di questa zona: bosco, bosco e sempre bosco, la salita a
tornanti di Podbrdo, altre curve e bosco sulla 909, asfalto
non sempre in buone condizioni... non è una guida rilassata, specie
col carico, tuttavia arriviamo tranquillamente a destinazione, nel
comune sparso di Bohinj,
e precisamente nel capoluogo Ribcev Laz, proprio sulle rive del lago
di Bohinj, o
Bohinjsko Jezero,
al cospetto di un grande circo di montagne oltre il quale il sole
tramonta con colori suggestivi illuminando di caldi toni il ponte e
la chiesetta simbolo di questo luogo, decisamente molto gradevole e
frequentato nè troppo nè troppo poco. I 60 km che separano Tolmin da
Bohinj hanno comunque richiesto un'ora e un quarto, non ci stupiremo
quando scopriremo, all'ufficio del turismo, che tra Most na Soci e
Bohinj esiste un collegamento ferroviario con auto al seguito che
impiega 45 minuti, perchè un'auto ci mette anche due ore a fare lo
stesso percorso. Ci sistemiamo all'hotel Bohinj e poi, essendo
solo le 16 e sapendo che oggi viaggia il
treno speciale Nova Gorica-Bled e ritorno (ferrovia Transalpina), che parte da Bled alle
17.30, facciamo una corsa giù per ammirarlo. Ahinoi, essendo nel
pieno della stagione secca, arrivati in stazione sperando di vedere
una delle locomotive a vapore del Museo Ferroviario di Lubiana, ci
troviamo davanti ad un'anonima diesel che stona con le carrozze
d'epoca e così facciamo ritorno all'hotel senza aver scattato una
foto. In serata arriva uno scroscio di pioggia che mal ci predispone
per il domani... e comunque l'albergo ci mal predisporrà per altre
cose: è vero che la camera è spaziosissima e comoda pur nella sua
semplicità, ma la cena al "ristorante" si riduce a una scelta di due
portate self service (costa solo 5€, retaggio jugoslavo?), la
colazione poi è al minimo sindacale per un hotel classificato
(secondo il metro Sloveno) a quattro stelle. Tollereremo la
colazione ma ceneremo fuori tutte le sere.
lunedì 13 agosto, visita di Skofja Loka e Kranj (155 km)
E uscito il sole ma il circo montuoso è grave di nuvole, preferiamo
fare un salto all'ufficio del turismo per consultare le previsioni
meteo: veniamo informati che nei prossimi giorni si andrà in
miglioramento e in particolare per avventurarsi sulle strade del
parco del Triglav la giornata migliore sarà giovedì. Decidiamo
allora di mettere mano al fascicolo consegnatoci dall'Ufficio del
Turismo che magnifica Skofja Loka come una delle città
medievali meglio conservate della Slovenia, e Kranj per il
suo interessante centro storico e la profonda gola scavata dal fiume
Kokra proprio a ridosso dello stesso. Partiamo così da Ribcev Laz
per la stessa tortuosa strada dell'andata fino al bivio per Skofja
Loka, sulla 403 che, pochi chilometri dopo, diventa sterrata... No,
non è un cantiere, è proprio una strada bianca, e ne percorreremo
una ventina di chilometri prima di ritrovare l'asfalto a Dolenja
Vas. In questi venti chilometri incontriamo un'auto, una squadra
di stradini che rincalza le per fortuna poche buche e veniamo
superati da un camion il cui autista deve conoscere la strada a
menadito per quanto va veloce. Il paesaggio comincia a farsi
monotono: bosco, bosco, bosco, tutto uguale. L'arrivo a
Skofja
Loka è annunciato da brutti palazzoni probabilmente dell'epoca
jugoslava, li superiamo e raggiungiamo la parte più antica;
parcheggiando, troviamo dei pannelli con due itinerari di visita
alla città... bene, seguiamoli. Dopo pochi passi del primo
itinerario, che scende verso il fiume, però l'entusiasmo si spegne:
ci sono qui e là delle case storiche ma sono piuttosto
decontestualizzate, e le stesse targhe che le segnalano sono poco
leggibili. Nel centro storico vero e proprio la parata di palazzi
sul corso principale ha un aspetto molto più piacevole, molto
mitteleuropeo, l'architettura dell'Impero Austro-Ungarico la fa da
padrona, ma nulla a che fare con i borghi medievali del nostro
paese. Dopo una salita al castello, sede di musei, decidiamo di
ripartire per la vicina
Kranj.
Quando raggiungiamo il centro
storico, dopo un girovagare nella periferia (Kranj è divisa in ben
cinquanta insediamenti), lo troviamo sventrato da lavori di posa di
cavi e tubazioni; nessuna indicazione per le gallerie antiaeree
sotterranee, desistiamo dal cercarle; la discesa alla profonda gola
del Kokra non ci attira particolarmente dato che non abbiamo
l'abbigliamento adatto, ammiriamo il percorso pedonale che si snoda
sul fondo dal ponte e dopo una passeggiata in città decidiamo di
rientrare alla base, percorrendo l'autostrada dove facciamo
"conoscenza" con la particolare segnaletica delle uscite: esse sono
numerate (bella cosa) ma percorrendo l'autostrada si incontrano
pannelli dove sia le uscite che le località raggiungibili dalle
uscite sono indicate con lo stesso carattere bianco su fondo verde,
con tanto di distanza, che però fuorviano facendo pensare che ci sia
a quella distanza un'uscita specifica per la destinazione, invece
no! E così saltiamo l'uscita di Lesce (che ci porterebbe a Bled e
poi a Bohinj) interpretando che per Bohinj che ne sia una successiva
e quindi dobbiamo tornare indietro una volta arrivati a Jesenice...
Arriviamo a Ribcev Laz in tempo per il tramonto.
martedì 14 agosto, castello di Predjama e grotte di San Canziano
(350 km)
Il fascicolo delle città della Slovenia è finito nel cestino. Una
gita a Maribor richiederebbe 420 km di autostrada tra andata e
ritorno, decidiamo di restare nella parte occidentale del paese. Per
oggi decidiamo tuttavia di infilare ancora e comunque l'autostrada
visto che la viabilità ordinaria è tortuosa, e di spostarci nel
Carso superando al volo Lubiana per visitare due siti sicuramente
più interessanti delle città di ieri. E così dopo gli ormai canonici
25 km che ci separano da Bled ed i 5 che ci portano in autostrada,
altri 100 km di portano a Postojna (Postumia), sede delle
famose grotte vanto della Slovenia... ma noi le oltrepassiamo,
avendole già visitate una quindicina di anni fa. 10 km dopo
Postumia, ben segnalato e per strada divertente, giungiamo al
castello di Predjama (Predjamski Grad), imponente costruzione
aggrappata ad una falesia entro la quale si snoda un sistema di
grotte. Fu proprio la grotta principale, un vasto antro sul fianco
della falesia, a costituire il primo rifugio abitato, poi via via
fortificato verso l'esterno in una struttura quasi a scatole cinesi,
con scale e viste degne di M.C.Escher. Sotto il castello si estende
poi un altro sistema di grotte che non visitiamo visto che
desideriamo andare a San Canziano. Col senno del poi, la breve
visita (45 minuti) con elmetto in testa e lanterna (la grotta non è
illuminata per rispettare l'habitat della colonia di pipistrelli che
la abita) sarebbe stata molto divertente...
Infiliamo ancora
l'autostrada per raggiungere rapidamente le
Grotte di San
Canziano (Skocjanske Jama) presso la città di Divaca, in modo da
pranzare prima della visita. Ci sono tre percorsi: la visita della
cavità (Grotta del Silenzio e Grotta del Rumore), la visita delle
doline di crollo (Mala Dolina e Velika Dolina) e la somma dei due:
non siamo in tempo per partecipare a quest'ultimo, che dura tre ore,
e più tardi ci diremo che è stato meglio così, perchè la visita
della cavità richiede un'ora e mezza abbondante con dei
dislivelli non indifferenti: dapprima si scende all'aperto
per un sentiero che conduce all'ingresso artificiale della
grotta, e da qui la si risale tutta fino a sbucare
dall'accesso naturale nella dolina di crollo, da cui
fortunatamente una funicolare risparmia gli ultimi trenta
metri di dislivello. |
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Nell'interno della grotta non è possibile
effettuare fotografie, neanche senza flash. I colori dominanti sono
il grigio del manganese nella parte bassa ed il bianco del calcare
in alto, la spettacolarità della grotta non è tanto nelle
concrezioni (a parte il Gigante, una stalagmite di 15 metri, e le
Fontane, delle belle vasche di concrezionamento che andrebbero
ammirate durante il disgelo, quando sono alimentate dall'acqua) ma
nel profondo canyon sotterraneo scavato dal fiume Reka (che sfocia
in Italia con il nome di Timavo) che viene superato da un breve ma
vertiginoso ponte a 45 metri di altezza. Al termine della visita
abbiamo le ginocchia a pezzi e ri-infiliamo l'autostrada per tornare
rapidamente alla base. A pensarci, in un giorno successivo i 420 km
a/r per Maribor non sarebbero tanto distanti dai 350 di oggi, ma
ancora autostrada no...
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mercoledì 15 agosto, Bled (50 km)
"Oggi si riposa", niente tour in moto ma solo il dazio dei 25+25 km
che ci separano dalla cittadina il cui trittico lago-castello-isola
costituisce la cartolina più nota della Slovenia,
Bled. La
"cartolina" è ben nota sin dai tempi passati (persino
Josip Tito
passava le sue vacanze qui, in una villa che ora è un albergo) e
così, al contrario del lago di Bohinj su cui villeggiamo noi, non
ancora sfruttato intensamente dal turismo di massa, parte della
costa del
lago di Bled è sede di diversi hotel: nondimeno e a
ragione è un luogo di indubbia bellezza. Prima tappa, il
castello
(Bleski Grad) raggiungibile comodamente su asfalto, il
parcheggio è ombreggiato da alte piante. Risalente all'anno Mille
come fondazione, domina il lago dall'alto di uno sperone roccioso ed
è adibito a spazio museale con testimonianze degli insediamenti
umani di Bled sin dai tempi preistorici. E' stato ricostruito negli
anni '50 a seguito di un incendio che ne compromise il tetto. Dalla
terrazza (sede di un ristorante), dai camminamenti e dal sentiero di
entrata si godono belle viste sul lago e sulle Alpi Giulie. Al
termine della visita scendiamo sul lungolago e, visto che è
Ferragosto, ci regaliamo un pranzo in un ristorante tipico proprio
sulla sponda di fronte al castello, a cui fa seguito una passeggiata
sul lungolago fin quasi dalla parte opposta (il giro completo del
lago è di 6 km). |
Manca l'isoletta con la chiesa, e l'unico modo
per raggiungerla è la barca, la tipica barca del lago di Bled, che
ricorda le "Lucie" del lago di Como ma è più grande e solida,
potendo portare 18 persone su due panche laterali, mentre il
barcaiolo si pone a poppa con due remi. Sulle rive del lago ci sono
diversi imbarcaderi e noi scegliamo quello sulla riva del campeggio,
opposto alla città, per avere un tratto minore in barca e la luce a
favore. Sull'isola ci sono solo la chiesa di Santa Maria Assunta,
la casa del Parroco, quella del Sagrestano ed alcuni piccoli edifici
di servizio, oltre a un ristoro. Sia per l'importanza turistica che
per il fatto che oggi è proprio l'Assunzione, l'isoletta è
frequentatissima e dalla chiesa si levano i canti della Messa,
impossibile quindi visitarla. La mezz'ora concessa da barcaiolo per
la sosta scorre lentamente, l'isola è davvero uno scoglio. Al
ritorno sulla terraferma rientriamo alla base, ma le camminate non
ci hanno fatto riposare...
giovedì 16 agosto, valle dell'Isonzo e passo Vrsic (210 km)
La mattina il cielo è sconsolatamente grigio... ma oggi non doveva
essere il giorno migliore della settimana? Il sole di ieri è coperto
da una coltre di nuvole basse che sfiora le cime del circo montano:
Ci alziamo con calma e durante la colazione sembra apparire uno
sprazzo di sole. Dal monumento ai primi quattro scalatori del
Triglav la vista della cima della montagna simbolo della Slovenia sembra
regalare sprazzi di cielo azzurro... ok, partiamo affrontando
dapprima gli stessi tortuosi 60 km che ci separano da
Tolmin
già affrontati all'arrivo in senso opposto. Giunti nella cittadina
deviamo per la Forra della Tolminka, una profonda gola
scavata dal fiume e percorsa da una stradina con qualche spunto di
panorama ma non paragonabile ad altre, sino al Ponte del Diavolo,
un ponte in origine militare che permette di valicare la gola e
consente alla strada di raggiungere delle frazioni. Il cartello
esplicativo fornisce una spiegazione finalmente meno fantasiosa al
significato del nome: al di là delle leggende sui patti tra
architetto e demonio, venivano detti "Ponti del Diavolo" tutti
quelli realizzati in zone particolarmente "difficili" per
l'orografia e che quindi richiedevano soluzioni tecniche molto
ardite. Sulla stessa strada troviamo le indicazioni sulla Grotta di
Dante, così chiamata perchè venne visitata, pare, dal nostro Sommo
Poeta. Sarebbe da visitare, sempre con scarpe da trekking ai
piedi... saltiamo. La strada 102 prosegue pigra verso nord-ovest
nell'ampia vallata dell'Isonzo e attraversa Kobarid
(Caporetto), luogo emblematico di una delle più sanguinose
battaglie della Prima Guerra Mondiale, quindi cambia numerazione in 203 e a Zaga piega
verso nord-est fino a Bovec, dove diventa 206 comincia a
essere curvaiola e divertente. A Trenta vediamo le
indicazioni per le sorgenti dell'Isonzo, deviamo e in meno di due km
ci troviamo di fronte a uno sterrato: dalle informazioni chieste a
un ristoro apprendiamo che le sorgenti sono raggiungibili in 20
minuti a piedi, ma che in questa stagione non sono un gran che perchè la portata dell'acqua è bassa.
Riprendiamo la strada mentre
il cielo fa le bizze, sprazzi di sole e rannuvolamenti repentini, e
finalmente iniziamo a salire verso il
Passo Vrsic (o passo della
Moistrocca) 1611 m, il più alto della Slovenia, annunciato dalla
numerazione progressiva dei tornanti da nord a sud: in totale sono
cinquanta, venticinque da una parte e ovviamente altrettanti
dall'altra. La strada sarebbe divertente e allegra se il fondo
stradale fosse ben tenuto, ma purtroppo non lo è, in più siamo
sempre stretti tra gli alberi, quindi panorama zero, a buon peso ci
dirigiamo decisamente verso le nuvole. Quando arriviamo al valico lo vediamo ingombro di automobili e pullman.
Sosta per adesivo e due rapide foto mentre le nuvole cercano di
sgocciolare e partiamo affrontando in discesa la rampa nord, resa
più interessante della sud dai tornanti in porfido e dalle viste un
po' più ampie: peccato però che certi tratti asfaltati facciano
paura, ricordiamo chiaramente quello tra il tornante 11 e il
tornante 8. Lungo la discesa incontriamo la Cappella Russa,
costruita durante la Prima Guerra Mondiale dai prigionieri russi che
lavoravano alla manutenzione della strada, per commemorare i
compagni morti a causa di una valanga. Durante la sosta alla
Cappella inizia a piovere, con decisione, dobbiamo infilare le tute
antiacqua e proseguiamo per
Kranjska Gora dove arriviamo
verso le 14.30 e dove ci fermiamo per il pranzo, trovando un ottimo
ristorante con pensione (sì, qui si pranza a qualsiasi ora...). Dopo
il gustoso pranzo temporeggiamo un po' (nessuno ci manda via, molto
apprezzato) ma siccome non accenna a schiarire, dobbiamo indossare
nuovamente le antiacqua e proseguire per Bled, infilando
l'autostrada a Jesenice anche solo per due uscite, tanto è pagata, e
rientriamo a Ribcev Laz mentre, finalmente, smette di piovere.
Il nostro programma di
viaggio inizia a subire dei ripensamenti. L'idea (seguita sinora)
era di fare una tappa sia all'andata che al ritorno, rientrando in
Italia da Tarvisio attraversando Carnia e Dolomiti, e infatti
avevamo prenotato un hotel a Rocca Pietore per la notte tra domenica
e lunedì, ultimo giorno di ferie, ma decisamente la Slovenia
visitata in questo modo ci ha stancato (sarà un eresia per alcuni,
ma è così), telefoniamo all'hotel prenotato per sapere se la nostra
camera è disponibile dall'indomani, venerdì: se lo fosse partiremmo
domani mattina... no, è disponibile da sabato... ok, partiremo
sabato. |
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venerdì 17 agosto, biciclettata lungo il lago
"Anche oggi si riposa", niente tour in moto ma, visto che ci
troviamo in un luogo effettivamente incantevole, sfruttiamolo come
"gabbia dorata" per quest'ultima giornata.
Il
lago di Bohini
non è solo un'attrattiva in sè, ma a metà della sua valle parte la
funivia per il comprensorio sciistico di Vogel, e a
fondovalle una facile escursione conduce alla
cascata di Savica:
affittiamo quindi due MTB per percorrere i 16 km a/r della strada
che con una lieve pendenza (che però si fa sentire n qualche tratto)
costeggia la sponda ombrosa del lago. Prima sosta alla funivia dove
saliamo ai 1535 m di altezza del rifugio, alle cui spalle si apre un
altopiano con diverse seggiovie. Ovviamente non c'è neve e la
bellezza del posto è un po' rovinata dagli effluvi delle deiezioni
dei numerosi armenti di capre presenti; nondimeno il panorama sul
lago e sulle catene montuose è notevole.
Dopo il pranzo, scesi a
valle sempre in funivia riprendiamo le MTB fino all'inizio del sentiero per la
cascata, facilmente affrontabile anche con scarpe da tennis. Dopo 40
minuti di cammino lungo rampe e scale (ma non ci dovevamo riposare?)
arriviamo alla cascata mentre un elicottero romba sopra le nostre
teste, impegnato in un'operazione di salvataggio di due
escursionisti sul versante opposto. Il ritorno è più agevole, tutta
discesa, poco da pedalare... arrivati a Ribcev Laz il lago è
invitante, ma perchè non facciamo un bagno? E l'ultima sera in
Slovenia si chiude nelle fresche e pulitissime acque mentre il sole
scende e illumina nel migliore dei modi la chiesetta e il ponte.
Silenzioso, il battello turistico, dei due che compiono mini-crociere sul lago attracca, scarica e carca passeggeri, e riparte: è a
propulsione elettrica, nel Bohinjsko Jezero i motori termici non
sono ammessi |
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sabato 18 agosto, trasferimento nelle Dolomiti (345 km)
Sulla carta sembra facile, il tempo c'è, il clima è decisamente
migliorato: lasciamo Ribcev Laz per la ormai stra-conosciuta strada
per Bled, saltiamo Jesenice con due uscite di autostrada
(appena prima della lunga coda che si dirige verso Villach) e via
sulla 201 per Mojstrana (Moistrocca) e quindi Kranjska
Gora. Da qui sarebbe un attimo arrivare a Ratece ed a Tarvisio,
ma il passo Vrsic è lì, senza pioggia: l'idea di ri-valicarlo
per giungere a Bovec ed entrare in Italia dal passo Predil già ci
accarezzava, ma ora ci ingolosisce, ed eccoci ad affrontare in senso
opposto i cinquanta tornanti di due giorni fa, con un traffico
comunque più avvertibile, diverse auto ed un paio di pullman.
Scendiamo dall'altra parte e, a Bovec, svoltiamo a destra
verso il valico di Predil: qui la strada è molto bella, ben tenuta e
decisamente più panoramica: passiamo accanto alla fortezza di Kluze
costruita dagli austriaci a fine '800. Il
passo del Predil 1156 m è deserto, ci sono solo la
ex-dogana, un bar chiuso e alcuni cippi di confine, e ci troviamo a
scendere per alcuni tornanti fino al bel lago del Predil, dove ci
fermeremo per il pranzo perdendo ben due ore a causa di un servizio
a dir poco inefficiente, in un locale all'aperto proprio sul lago
che, peraltro, offre carne alla brace buonissima. Tra la salita a
Sella Nevea e quindi Canale di Raccolana piuttosto che la rapida
discesa verso Tarvisio, optiamo per quest'ultima ed infiliamo
l'autostrada uscendo a Tolmezzo, era il modo più rapido di
arrivare. Percorreremo ora un lungo tratto di SS52 passando per
Ampezzo, Forni di Sotto, Forni di Sopra,
passo Mauria 1298 m e Lorenzago di Cadore. Qui ci
troviamo a un bivio: la nostra cartina "mentale" ci suggerirebbe di
svoltare a destra, salire per Auronzo (con lo spettacolo delle Tre
Cime di Lavaredo in infilata) e raggiungere Cortina d'Ampezzo via
SS48, ma le indicazioni segnalano per Cortina la svolta a sinistra.
La cartina "di carta" è annegata nel bauletto su cui è "ragnato" uno
zainetto, ok andiamo a sinistra. Dolore! La SS51b e poi SS51 per
Calalzo e Pieve di Cadore sono trafficatissime, e lo
stesso il lungo tratto per San Vito e infine Cortina
d'Ampezzo: la stanchezza comincia a farsi sentire e la
contemplazione dell'Antelao e del Sorapiss non ripaga abbastanza.
Altro dilemma, Falzarego o Giau, per arrivare a Rocca Pietore? Giau,
non lo percorriamo da una vita... e la stanchezza si dissolve sulle
curve ben tracciate, sull'asfalto perfetto e soprattutto sulle luci
e ombre del Nuvolau e della Croda da Lago, splendidi alla luce del
tramonto mentre transitiamo sul
passo Giau 2233 m e scendiamo per Selva di Cadore: a
posteriori vedremo che a strada è stata più lunga, ma meritava
davvero. Ancora un po' di strada per scendere a Digonera,
località di Rocca Pietore, e finalmente ci sistemiamo
nell'hotel Digonera, bel posticino, fuori dalle masse anche se (e
perchè) in un luogo molto defilato. Abbiamo comunque passato diverse
ore in moto, la tappa è stata un po' lunga per le strade ordinarie.
domenica 19 agosto, breve tour Dolomitico (110 km)
Due chiacchiere con i proprietari dell'hotel e qualche depliant
presso la reception ci fanno inquadrare il tour odierno, "oggi si
riposa davvero". Lasciamo Digonera diretti verso passo Falzarego e,
qualche km oltre la località omonima, giungiamo ai resti del
castello di Andraz, un forte medievale costruito su un
grande masso erratico, assecondandone la forma. Il restauro
conservativo del rudere lo ha reso completamente fruibile e lo
esploriamo da cima a fondo, beh no, da fondo a cima.
Più tardi
riprendiamo la strada in salita e giungiamo a
passo Falzarego 2019 m al cospetto del Piccolo Lagazuoi.
Breve spuntino e poi giù per Cortina d'Ampezzo, dove evitiamo
il mondano centro e puntiamo sulla stazione di partenza della
Freccia del Cielo, il sistema di tre funivie che ci porterà ai 3191
m della stazione terminale quasi sulla vetta (3244 m) della
Tofana
di Mezzo, da cui si gode un'incomparabile vista sulla conca
di Cortina e su diversi gruppi dolomitici. Fa un gran caldo e la
cosa ci stupisce, più o meno alle stesse altezze l'anno scorso sulla
Marmolada c'erano 8°C e pochi mesi fa sulla Jungfrau addirittura
-6°C con una coltre nevosa imponente, qui invece il calcare
magnesiaco della dolomia è tutto alla luce, neanche un piccolo
nevaio, conseguenza delle minori nevicate invernali.
Dopo esserci
purificati i polmoni e la vista scendiamo a valle e via per il
bell'anello di una quarantina di km SS51-SS48bis-SS48 che gira
intorno al Pomagagnon e al Monte Cristallo portandoci prima a
Misurina e poi al
passo Tre Croci 1805 m, rientrando a Cortina... e come
torniamo in hotel? Ma dal passo Giau, no? E' quasi il
tramonto, ieri non abbiamo scattato nessuna foto, torniamo su! E la
magia si ripete: come ebbe a dirmi anni fa un barista del posto, il
Giau è il passo più bello del mondo. |
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lunedì 20 agosto, il rientro (360 km)
La vacanza è davvero finita, si rientra a Milano, ma possiamo
goderci ancora un'ottantina di km di Grande Strada delle Dolomiti.
Salutiamo i proprietari dell'hotel Digonera e scendiamo verso
Rocca Pietore, infiliamo la SS671, passiamo da Serrai di
Sottoguda ricordando come, anni fa, potemmo passare in moto per
la stretta gola (ora non solo è chiusa al traffico, ma è a pagamento
anche per i pedoni) e saliamo per la lunga teoria di tornanti di
passo Fedaia 2057 m dopo il famoso rettilineo di 3 km al
12% che in effetti mette un po' alla prova la quarta marcia di
Midori a pieno carico. Al raccordo della SS671 con la SS48 a
Canazei, finisce la pacchia: finora non avevamo incontrato
praticamente nessuno, ma tutto il tratto Canazei - Pozza
di Fassa - Moena - Predazzo - Cavalese è
una corsa ad ostacoli nel traffico vacanziero e tra i turisti
pedoni: alla fine dobbiamo sgranchirci un po' e, invece che scendere
direttamente a Ora, a Castello di Fiemme deviamo per la
val di Cembra sulla SP71, godendoci il lato in ombra della valle
sulle ultime belle curve, prima di infilare l'autostrada a Trento.
Se mai torneremo in Slovenia, sarà con auto e scarpe da trekking, ma
il passaggio per Cavalese ci ha fatto sovvenire una bella vacanza di
qualche anno fa, quasi quasi il prossimo weekend...
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