Bianconiglio e Gegeniglia
   I VIAGGI E LE GITE DI DUE MOTOTURISTI

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VALCELLINA, PASSO SAN BOLDO, CANSIGLIO

        

Lunghezza: 230 km
Inizio e termine itinerario
: Barcis (PN)
Tappe intermedie:
Cison di Valmarino (BL), Pian del Cansiglio (BL), Polcenigo (PN)
Transiti importanti:
Longarone (BL), Vittorio veneto (BL), Belluno
Cartografia
: atlante stradale 1:200.000


Visualizza 20110816 San Boldo e Cansiglio in una mappa di dimensioni maggiori

L'indice del report

 

La galleria fotografica

Tra Veneto e Friuli

In occasione del nostro viaggio di agosto 2011 tra Veneto e Friuli abbiamo compiuto questo itinerario poco rispettoso dei confini geografici e sociali, alla scoperta e ri-scoperta di alcune evidenze segnalateci dai membri di alcuni forum da noi frequentati (vedi l'indice del report). Dal nostro campo base di Barcis (PN) si sale verso nord-ovest sulla SS251 percorrendo tutta la Valcellina e passando per Claut fino a raggiungere i comuni di Erto e Casso, ben noti per il disastro del Vajont del 1963. A Passo Sant'Osvaldo 827m incontriamo Marco "Kiosul" del forum di Mototurismo che ci farà da guida. Poco prima di Erto e Casso, in località San Martino, è possibile imboccare la vecchia strada, recentemente riaperta dopo la costruzione di un ponte, che corre sul versante destro della valle e passa sopra la grande frana del monte Toc, permettendo di rendersi conto dell'immane volume di roccia che fece tracimare la diga. Google Maps non riporta ancora la strada come completata. Si torna sulla SS251 poco prima del parcheggio della diga, dove ci si può fermare per raccogliersi alla cappella e visitare il coronamento dell'opera, tuttora in piedi. Avevamo già visitato la diga in passato, in un trasferimento da Cortina verso sud con il CRALT, pertanto non ci fermiamo a lungo e proseguiamo per Longarone attraverso le gallerie di S.Antonio, a senso unico alternato e regolate da semafori con un'attesa di 10 minuti circa.

 Qui avrebbe dovuto esserci il lago del Vajont.. al centro, la frana a "M" di Monte Toc è ancora visibile dopo cinquant'anni

Giunti a Longarone (BL) abbiamo proceduto a sud per Ponte nelle Alpi, il lago di Santa Croce, Vittorio Veneto, la Valmareno e Cison di Valmarino (sosta caffè, peccato che essendo il 16 agosto il paese fosse in fase di smantellamento delle strutture per i festeggiamenti del Ferragosto), per poter "affrontare" il Passo di San Boldo, un valico a soli 706m di altezza arditamente ricavato dai genieri austriaci durante la I guerra mondiale allargando una mulattiera e costruendo i tornanti tutti in galleria. Il passo è a senso unico alternato regolato da semaforo e i tornanti vengono valicati in salita in un solo minuto e mezzo: non è un passo impegnativo ma la vista dall'alto del nastro d'asfalto è spettacolare.

 I tornanti e le rampe di Passo San Boldo

Scesi in Valbelluna presso Trichiana, torniamo verso Ponte nelle Alpi e ripercorriamo parte della strada precedente ma, al lago di Santa Croce, deviamo per Farra d'Alpago e seguiamo le indicazioni per il Cansiglio. La strada è divertente e scorrevole, corre nel grande Bosco del Cansiglio fino a portarci le Piano del Cansilgio, a circa 1000m di altezza, un vasto altopiano che incontriamo appena sbucati dal bosco. Dopo la sosta per uno spuntino, ripartiamo verso sud, rituffandoci nel bosco fino a... meraviglia!!! Complice l'aria tersa, sbucati ancora in quota dal bosco ci troviamo davanti la pianura del Friuli che si estende fino al mare, un tappeto di campi coltivati e l'indistinto azzurro in fondo. Nessuna foto, il ritmo è allegro, Kiosul che ci precede su Bellatrix si tuffa nei tornanti e noi giù a seguirlo, un rumore di sfregamento su un tornante, è lui? no, siamo noi... dopo tante grattate con l'esterno del piede (spesso proteso a fare da inclinometro), abbiamo grattato con la pedalina sinistra!!! E' una bella soddisfazione per i 220 e più kg di Midori con due persone a bordo, no?  ;-)

Scesi a valle dopo il tripudio di tornanti che ci portano dal Cansiglio a Caneva, percorriamo la Pedemontana verso Polcenigo dove, in località Santissima, Kiosul svolta per una stradina che non avremmo visto e si ferma presso la chiesa della Santissima Trinità, vicino alla quale sgorga da una risorgiva il ramo principale del fiume Livenza. L'ambiente è silenzioso e incontaminato, un sentiero permettere di compiere un percorso circolare ed ammirare la limpidezza delle acque del fiume.

 

Lasciato questo luogo idilliaco, proseguiamo per la frazione Gorgazzo, dove da un'altra risorgiva in grotta dalle acque azzurrissime quanto pericolose sgorga il torrente omonimo che si getta nel Livenza dopo pochi chilometri.

 

Il tour volge al termine, salutiamo Marco con cui ci rivedremo l'indomani e rapidamente torniamo al nostro campo base di Barcis.


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