Bianconiglio
e Gegeniglia |
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FRANCIA: la
ROUTE
DES GRANDES ALPES |
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Temperatura 15°C, rabbocco carburante per tutti, alle 9.15 siamo pronti alla partenza e oggi si comincia a fare sul serio! Siamo al cospetto del Col de l'Iseran, che è ufficialmente il valico stradale asfaltato aperto al traffico più alto d'Europa. Qui si prende, e si DEVE prendere, confidenza, anzi no, conoscenza intima con le famigerate strade francesi senza protezione a valle. Scordatevi guard-rail alti come muri di Berlino, perché spesso tra voi ed il precipizio non c'è niente, perfino la strada del Gavia sembra abbastanza sicura. La strada sale abbastanza rettilinea, a parte un paio di tornanti a Sainte-Foy-Tarentaise, e costeggia il lago artificiale di Chevril fino ad arrivare a quel mezzo abominio urbanistico che è il comune di Val d'Isére che, per privilegiare lo sfruttamento della valle come stazione sciistica, ha sacrificato la sua origine di borgo montano per divenire un artefatto simil-storico di palazzi: saranno anche di pietra e legno ma non sono baite, sono palazzi... Saliamo ancora lungo la rampa nord, superiamo il belvedere della Tarentaise (peccato, meritava la sosta) e godiamo di viste sul lago mentre raggiungiamo il Col de l'Iseran, a 2770m di altezza, con un panorama invero limitato dalle cime. Ci tuffiamo sulla discesa al 9% della rampa sud, spauracchio del Tour de France superando il belvedere de la Maurienne e ci fermiamo per una sosta a Bonneval-sur-Arc, piccolo borgo classificato tra i più bei villaggi di Francia.
Dopo il pipit-stop scendiamo agevolmente per l'ampia strada, dove una contropendenza ci fa conoscere l'impercettibile Col de Madeleine 1760m e ci conduce verso Lanslebourg-Mont-Cenis. Superata Termignon la strada è chiusa per lavori in corso, e la deviazione ci fa conoscere la panoramica ma lenta e tortuosa D83 che faticosamente ci fa raggiungere Modane, dove proseguiamo costeggiando l'autostrada lungo una delle valli a nostro avviso più martoriate di Francia, fino a Saint-Michel-de-Maurienne dove deviamo per il Col du Telegraphe 1566m. La salita è molto divertente e lo sarebbe ancor di più se non incontrassimo una micidiale combinazione di un camper e un paio di Porsche Targa, molto vintage nei loro colori verde pisello e arancione, che superano facendo numeri da ritiro di patente... al colle, sosta per il pranzo.
Lasciamo il Telegraphe scendendo a Valloire, ed eccoci a salire per i paesaggi lunari del Col di Galibier 2645m, preceduto dal refuge Napoléon (copia di quello che incontreremo al Col d'Izoard) e dalla galleria che permette alle auto di evitare il valico: ovviamente noi saliamo in vetta ma non c'è molto posto per fermarsi, peccato perché due passi fino alla tavola di orientamento li avremmo fatti, così come avremmo cercato il cippo che segnava il confine tra la Francia e la Savoia, quando la Savoia era annessa al Regno di Sardegna prima, ed all'Italia poi.
La discesa della rampa sud del Galibier ci fa incontrare il Col du Lautaret 2058m. Il Lautaret collega il Briançonnais con l'Oisans (Grenoble): dal suo culmine parte la rampa sud del Galibier: per noi quindi è solo un incrocio in discesa, niente visita al Jardin Botanique Alpin dunque... segnamo. La strada scende per Serre-Chevaliers e Monetier-les-Bains piuttosto noiosa, qui è meglio dare un occhio agli autovelox. A onore dei francesi, c'è da dire che quando mettono il cartello, l'autovelox c'è sempre: mai cartelli spauracchio che fanno solo diminuire l'attenzione, e la limitazione di velocità è "umana", tollerabile e limitata al tratto strettamente necessario. Raggiungiamo infine Briançon dove ci fermiamo per una sosta di riposo ed una breve passeggiata nella città fortificata da Vauban, l'architetto militare di Luigi XIV.
Lasciamo Briançon per affrontare l'ultimo passo di oggi, il Col d'Izoard 2360m, altro spauracchio dei Tour de France e la sua spettacolare Casse Deserte, una conca sulla rampa sud che i più definiscono come "lunare", ma che noi chiameremmo "marziana" per le splendide tonalità di rosso che si apprezzano al calar del sole. Saltiamo la sosta al passo (ed anche al refuge Napoléon sulla rampa nord) e ci fermiamo alla Casse per la foto di gruppo, poi ripartiamo con un occhio di particolare attenzione ai ciclisti che percorrono la strada anche a discrete velocità in discesa.
La strada scende verso il
Queyras, dove ci innestiamo sull'arteria che proviene dal colle
dell'Agnello. Ricordiamo che agli stop, anche se non proviene
nessuno bisogna fermarsi, metter giù il piedino, ingranare la prima,
guardare se la strada è libera e ripartire, specialmente se
all'incrocio è ferma la camionetta della Gendarmerie :D |
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