Bianconiglio
e Gegeniglia |
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Porretta Terme (BO) e dintorni, due lunghi weekend primaverili (2016-2017) |
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Era sin dal 2014 che, dopo la partecipazione alla rievocazione storica della Direttissima Bologna-Firenze, pensavamo di fare un giro sull'Appennino bolognese alla ricerca di alcuni luoghi significativi legati alla Direttissima e fu naturale immaginare anche un giro per i luoghi della ferrovia Porrettana, quindi grazie al sempre efficiente sito di Booking avevamo individuato l'Hotel Santoli a Porretta Terme e prenotato il weekend dell'1-2-3 maggio 2014. Purtroppo il solito meteo-terrorismo orchestrato dai media primaverili ci aveva fatto desistere (peraltro a ragione) dal recarci a Porretta, ma la gentilezza dei titolari dell'hotel che avevano accettato comunque la cancellazione della prenotazione ci aveva fatto conservare l'indirizzo: "prima o poi ci andiamo"...
In entrambe le occasioni il viaggio di andata è stato senza storia: autostrada A1 da Milano a Sasso Marconi e poi una quarantina di chilometri di SS64 "Porrettana", la statale che unisce Bologna a Pistoia: da qui si si è prossimi a Pontecchio ove sorge Villa Griffone, già residenza e ora museo dedicato a Guglielmo Marconi, e si passa accanto a Marzabotto, località tristemente famosa per l'eccidio dell'autunno del 1944. A Riola (o meglio, in località Ponte frazione di Grizzana Morandi, ma più vicina a Riola) spicca la chiesa di Santa Maria Assunta, moderno e avveniristico edificio realizzato dal famoso architetto finlandese Alvar Aalto, ma la vedrete solo se non infilate la recente galleria che sottopassa il paese. Arrivati a Porretta Terme, l'hotel Santoli è appena dopo il primo passaggio a livello, dopo aver superato il centro storico, e sorge accanto alle terme Puzzola (con cui ha un collegamento) e alla ex-sottostazione elettrica della ferrovia ai tempi della trazione trifase, ora trasformata in polo multifunzionale con biblioteca. Già nella nostra prima escursione, pur avendo già noi un programma di visite, è stato naturale farci contagiare dalle notizie forniteci da Franco e dalle sue indicazioni fotocopiate, ben più preziose di una guida ufficiale per andare alla scoperta della Microitalia, quindi lasceremo anche la parola ai suoi corsivi. 3 giugno 2016: la prima mappa di Franco ci porta proprio dove vorremmo già andare, nel Parco regionale dei laghi di Suviana e Brasimone, due bacini realizzati negli anni Trenta per alimentare le centrali elettriche della Porrettana e della Direttissima, come Franco ci dice nelle sue righe:
Laghi. borghi e castagneti
Ripresa la strada in direzione Baigno, a Bargi si arriva a
Palazzo Comelli, uno dei più importanti episodi architettonici e
culturali della valle del Reno: costituisce un dotto esempio di
architettura alto-borghese della montagna. Frutto di ampliamenti
successivi avvenuti nel corso dei secoli su preesistenze medievali,
la residenza si articola attorno a suggestive corti interne assieme
alle dimore dei coloni, le stalle, i fienili. Verso valle si apre
l'imponente facciata maestra, sul cui timpano triangolare spicca lo
stemma di famiglia, mentre sul lato sud troneggia un enorme orologio
solare dove il volto di un sole ridente mostra le linee orarie.
Purtroppo, forse essendo il ponte del 2 giugno, il palazzo non era
visitabile né erano accessibili punti di vista interessanti.
Ripresa
la strada bisogna scendere verso il fiume in direzione Lentula,
Badi. La strada va "conquistata": si scende accompagnati da
una vegetazione stupenda fino ad arrivare a un ponticino che è il
punto di risalita per ritrovare la strada di "casa". Esaurita la prima mappa di Franco, abbiamo volentieri indugiato alla (sempre da lui suggeritaci) Trattoria del Cacciatore di Castiglione dei Pepoli (un pelo fuori paese) dopo aver visto il panorama dal parcheggio dietro il palazzo Comunale. Uscendo da Castiglione dei Pepoli in direzione Roncobilaccio siamo andati a cercare il famoso (ferroviariamente parlando) villaggio operaio di Cà di Landino, del quale abbiamo già parlato trattando della Direttissima. Purtroppo il villaggio è in pessime condizioni, a parte la chiesa (chiusa) e la località è abitata solo da una ventina di persone (qualche notizia e foto qui). L'indicazione per il Santuario di Boccadirio ci incuriosisce e facciamo una visita anche a questo luogo di culto per poi riprendere la strada verso Porretta Terme.
4 giugno 2016, giro di ampio respiro, vogliamo sfruttare l'intera giornata (e ci riusciremo, rientrando in hotel quasi alle 21...). Scendiamo verso Bologna per andare a visitare il Santuario della Madonna di San Luca, edificio che domina Bologna dall'alto del colle della Guardia a 300 metri di altezza, che sembra tanto piccolo visto dalla pianura mentre è un imponente edificio in stile barocco, essendo stato completato nel XVIII secolo dopo cinquecento anni dalla fondazione. Non è facile arrivarci per via della complessa viabilità di Bologna: la strada che sale per i colli regala delle bellissime viste, mentre la discesa avviene lungo le vie porticate.
Una veloce corsa in autostrada fino a Faenza e mediante la SS302 (parallela alla ferrovia Faentina) ci ritroviamo a Brisighella, pregevole borgo caratterizzato da importanti architetture militari (la Rocca Manfrediana e la Torre dell'Orologio), religiose e civili, prima tra tutte la Via degli Asini, come viene comunemente chiamata la Via del Borgo: una strada sopraelevata e coperta che prende aria da numerose arcate diseguali, sotto la quale sono ricavate stalle e fienili. Qui ci fermiamo per il pranzo, quindi visitiamo la Rocca dove è in corso una rievocazione in stile medievale per poi proseguire verso sud sempre sulla SS302... peccato non aver potuto approfondire: Brisighella meriterebbe l'intera giornata.
5 giugno 2016, occorre prendere la strada del ritorno ma abbiamo la giornata a disposizione, così la Guida alle "Piccole città, borghi e villaggi" del TCI ci fornisce una prima destinazione. Da Porretta Terme deviando per Gaggio Montano, a Silla fà mostra di sè accanto alla strada uno "Spillone", un intercettore F104 del 51° stormo lì monumentato. La SS603 ci porta a Montese, grazioso paesino che sorge ai piedi di un colle, dove occorre conquistare a piedi la salita al castello e alla sua torre passando per la chiesetta di San Lorenzo. In frazione Montello (ma non ci andremo) un percorso circolare segue le postazioni della Linea Gotica.
Ripercorriamo a ritroso la strada fino a Lizzano in Belvedere cone una stradella che regala mille vedute sul monte Corno alle Scale ci conduce al Santuario della Madonna dell'Acero, risalente al 1500 e così chiamato per via dell'acero monumentale che vi sorge accanto.
A Sestola saliamo al lago della Ninfa, un piccolo specchio d'acqua tettonico sulle falde del monte Cimone. mentre ci rifocilliamo al rifugio il cielo, che si era minacciosamente scurito durante la mattinata, scarica un violento acquazzone. Attendiamo che spiova e poi decidiamo di riprendere la strada di casa infilando l'autostrada a Modena Sud... ma ci resterà una mappa di Franco che non avremo utilizzato... ... e così un anno dopo riprenderemo la strada per Porretta Terme e per l'hotel Santoli :-) finalmente al 14 aprile 2017 si prospetta un weekend di Pasqua dalle favorevoli previsioni meteo. E' venerdì e la Gegeniglia lavora. I bagagli sono pronti dalla sera prima, pranziamo da Anatolia Kebab (il migliore di Milano e, a detta di Fatma, buono quanto quelli turchi) e alle 14 partiamo via A1, Sasso Marconi, SS64 ed eccoci a Porretta, dove i proprietari dell'hotel ci riconoscono. Tardo pomeriggio di Spa, oggi si riposa. 15 aprile 2017: la mappa di Franco ci accompagna lungo il corso del fiume Reno e la ferrovia Porrettana, ma non la seguiremo alla lettera. Il primo tratto di SP632 fino a Pracchia è molto divertente e ci fa addentrare in una valle apparentemente disabitata. Scrive
Franco: il viaggio lungo il fiume Reno ci porta a Pracchia dove
l'antica ferriera del XVI secolo è stata attiva fino al 1950 circa,
in seguito è stata risistemata per consentirne l'apertura al
pubblico. All'interno dell'antica ferriera sono ancora visibili le
antiche opere tecnologiche per la lavorazione del ferro (bottaccio,
ruota idraulica, maglio, fucina e tutti gli antichi attrezzi).
vengono eseguite rappresentazioni alla forgia per scuole e gruppi
organizzati. Parte della collezione apparteneva alla ferriera
stessa, altri oggetti sono stati recuperati in altri opifici della
montagna pistoiese, sono stati donati dalla S.M.I. di Campo Tizzoro
o da privati cittadini. Franco continua a descrivere il suo itinerario, anche se noi facciamo per conto nostro e punteremo direttamente su Campo Tizzoro da sud: In direzione di San Marcello Pistoiese si arriva al bivio in località Pontepetri, qui si svolta a sinistra in direzione Pistoia - Autostrade. Con il fiume Reno che accompagna il viaggio, poco prima della località Le Piastre, sulla destra è da visitare l'ecomuseo sulla Ghiacciaia della Madonnina. Un percorso didattico informativo racconta la storia del fiume e del ghiaccio, gli "antenati" dei frigoriferi e il percorso dell'acqua da ghiacciare e da conservare per diventare refrigerante da conservazione. Proseguendo per circa 1 km si arriva a un bivio: seguire per Prunetta e, attraversando il paese sulla sinistra, imboccare la strada che sale con il cartello "Sorgente Reno". La strada è stretta e senza grandi possibilità di parcheggio. Meglio lasciare la macchina lungo la strada principale proseguendo a piedi (circa 1 km, vestiti da moto "ma anche no"). Finalmente si arriva e ci sorprende vedere "Il Gigante" (il Reno) piccolo piccolo. Tornando indietro in direzione Le Piastre c'è una piccola deviazione di 200 m verso Pistoia e poco fuori del paese di Le Piastre, la curiosa fontana della Campari (1937) a scopo pubblicitario della nota azienda di liquori... e noi l'avevamo vista di sfuggita nel lontano 2004: ma allora eravamo già passati da qui, probabilmente via statale dell'Abetone deviando per San Marcello Pistoiese. Ah, antiche reminescenze... Nei successivi tre paragrafi Franco si perde un po' tra le strade, ma ascoltiamolo: Adesso è possibile continuare in direzione di Piteglio o tornare al bivio Pontepetri per andare a visitare la S.M.I. e il ponte sospeso. Il tragitto è circa della stessa lunghezza ma è più semplice passando da Pontepetri (a noi sembra più lungo da Piteglio e San Marcello). Proseguendo in direzione di San Marcello Pistoiese si arriva a un bivio, anche in questo caso vale la pena proseguire per Campo Tizzoro (da nord) e fermarsi a visitare la S.M.I. (Società Metallurgica Italiana), una fabbrica che produceva proiettili e che è diventata un museo storico con un rifugio antiaereo a 20 metri di profondità che poteva contenere 9000 persone. Proseguendo in direzione di San Marcello Pistoiese (Franco, ci sei già andato :-D ) si arriva a Mammiano. Interessante il ponte sospeso che collegava le due vallate (i due versanti della valle) e permetteva di raggiungere più rapidamente il treno che, partito da Pracchia, portava gli operai alla S.M.I. Inaugurato nel 1923, il ponte nel 1990 è stato inserito nel "Guinness dei Primati" che lo annoverava (fino al 2006) come "il più lungo ponte sospeso pedonale del mondo". La ferrovia in questione è la Pracchia-San Marcello Pistoiese-Mammiano, esercìta dalla FAP, nata nel 1926 come ferrovia di servizio proprio per la S.M.I. per poter trasferire materiali e lavorati verso la Porrettana. La realizzazione a scartamento ridotto ne contenne i costi iniziali ma comportò forti soggezioni per via dei trasbordi necessari e ne decretò la prematura fine nel 1965. Ancor oggi molti valligiani illuminati e alcune associazioni culturali perorerebbero lo sviluppo della zona attraverso il turismo ferroviario... ... e noi, che non abbiamo seguito Franco, cosa abbiamo fatto? dopo la deviazione per Orsigna (8 km a/r), a Pontepetri abbiamo svoltato a destra sulla SS66 ed eccoci a Campo Tizzoro per visitare il Museo e i Rifugi della S.M.I. Il paese nasce intorno alla fabbrica dai grandi capannoni fondata nel 1910 dall'ingegner Orlando per scopi bellici: vi si realizzeranno proiettili di piccolo calibro (max 27 mm) per una quantità stimata, in tutto il periodo di attività che proseguirà fino agli anni Ottanta, di ben due miliardi di cartucce. Campo Tizzoro ha le caratteristiche del villaggio tipico del Paternalismo Industriale, come New Lanark in Scozia e Crespi d'Adda in Lombardia, con alloggi per i dipendenti, scuole, ospedale e chiesa ovviamente dedicata a Santa Barbara. Il museo ospita, nell'ex-palazzina direzionale, il grande plastico del paese e la sala del Consiglio di Amministrazione allestita come all'epoca della visita di S.A.R. il principe Umberto (poi Umberto II, il Re dei cento giorni), nonché sale con gli originali macchinari per la produzione e la selezione delle cartucce. Da una cupola ogivale in cemento armato (delle quattro sopravvissute alle sette originarie) attraverso due rampe di scale si accede ai rifugi: spartane gallerie a venti metri di profondità dove, in caso di attacco aereo, i dipendenti della fabbrica potevano trovare riparo.
Il biglietto del museo S.M.I. ci consente l'accesso a prezzo ridotto ad altri musei gestiti dall'I.R.S.A di Pistoia, così puntiamo mediante la divertente SR66 (la vecchia Porrettana) su Pistoia (da noi già visitata in passato) perché attirati dalla visita alla Pistoia Sotterranea, la cui biglietteria è nell'antico Ospedale del Ceppo, ora sede della ASL. Prenotiamo la visita per le 15.30 e poi, essendo ora di pranzo, gironzolando per il centro troveremo allettante l'offerta di Bonodinulla: vedere la Gegeniglia che mangia di gusto una fiorentina con l'osso non ha prezzo :-) Nicola, uno dei proprietari dell'osteria (l'altro è Roberto) ci farà una gradita sorpresa, ci porterà a vedere il B&B che sta realizzando ai piani superiori, con vista sui tetti di Pistoia proprio alle spalle del Battistero: avrebbe dovuto essere già pronto ma mille difficoltà burocratiche hanno rallentato i lavori. Attendiamo l'ora della visita passeggiando per piazza del Duomo e visitando la Cattedrale di San Zeno. All'ora prevista torniamo all'Ospedale del Ceppo, fondato nel 1277 e in esercizio sino al 2013, sede della Scuola di Medicina di Pistoia dal 1666 al 1844 e ospitante il più piccolo teatro Anatomico del mondo (compreso nella visita).
Pistoia Sotterranea è un percorso che segue il torrente Brana, tombinato nel corso dei secoli nelle varie fasi di ampliamento dell'ospedale per essere usato sia come fonte di acqua potabile che come scarico: non si conoscevano i microbi e si pensava che l'acqua corrente fosse sempre pura... esso si snoda per 650 metri sotto le volte a botte. Tra le tante curiosità tipiche della Toscana, Pistoia ha una toponomastica molto colorita con Via delle Pappe accanto all'ospedale e Via Abbi Pazienza poco distante, legata secondo la tradizione a un epilogo (peraltro incerto) di un agguato di un Guelfo Nero ai danni di un Guelfo Bianco. Il ritorno a Porretta Terme avverrà per la scorrevole SS64 sotto un blando scroscio di pioggia. 16 aprile 2017: un po' di mappa cartacea, un po' alcune indicazioni a voce da Romeo e da Franco, un giro sia per "guidare" che per scoprire borghi dimenticati. Gaggio Montano, da noi solo attraversato l'anno scorso, è un borgo arroccato (appunto...) attorno al Sasso di Rocca, su cui nel 1952 è stata eretta una piattaforma panoramica con un faro e una campana a ricordo dei caduti di tutte le guerre, specialmente la Seconda Guerra Mondiale che qui fu teatro di episodi atroci. Una salita di una quindicina di minuti su una ripida scala è ripagata dall'amplissima vista della vallata.
Da qui la SS633 è una
divertentissima e ben tenuta strada che ci porterà a Vergato, di
nuovo nella valle del Reno, ma non prima di aver fatto una
graditissima sosta alla trattoria "Peccati
di gola" di Susano: malgrado sia Pasqua, non abbiamo
prenotato e sono già le 13.30 veniamo accolti con simpatica
familiarità, serviti sollecitamente, i piatti sono ottimi e il conto
assolutamente ragionevole: bravi, complimenti, meriterete un'ottima
recensione su TripAdvisor!
Lasciata La Scola dopo la gradevole visita e sempre per strade da un millimetro sulla cartina entriamo nel Parco Naturale di Montovolo e ci fermiamo nel parcheggio del Santuario della Beata Vergine della Consolazione, che raggiungiamo dopo pochi minuti di sentiero. Edificato intorno al 1200 su una chiesa preesistente, sorge sul monte Palese dove era probabilmente presente un tempio pagano dedicato alla dea Pale. Per la sacralità del luogo, per la forma del monte e per la prossimità dell'oratorio di Santa Caterina di Alessandria, in fantastica posizione panoramica presso il Salto di Santa Caterina (pochi minuti a piedi, la vista spazia fino a Bologna e oltre) il monte è detto anche "il Sinai bolognese". Entrambi i templi erano comunque chiusi. Tra una stradella e una deviazione per frana rientriamo in hotel.
17 aprile 2017: oggi si prende la strada del ritorno ma, come l'anno scorso, avendo l'intera giornata a disposizione per rientrare, la prendiamo molto alla larga... Salutati gli amici dell'hotel Santoli, da Porretta Terme partiamo ancora per Pracchia sulla SS632, a Pontepetri deviamo sulla SS66 e quindi valichiamo il passo dell'Oppio 821 m scendendo a San Marcello Pistoiese dove incontriamo la SS12 "dell'Abetone e del Brennero". Pochi chilometri dopo l'indicazione del borgo storico di Cutigliano ci fa deviare verso questo pregevole paese con il suo Palazzo dei Capitani della Montagna ornato dagli stemmi dei Capitani che si sono susseguiti.
Dopo la visita riprendiamo la SS12 e affrontiamo in salita le belle curve che ci portano al passo dell'Abetone 1388 m. Dopo alcuni km in discesa altra sosta a Fiumalbo, borgo anch'esso meritevole di visita e assai frequentato dalla gente della zona per il rito dell'aperitivo in piazza, al quale indugiamo anche noi. Notevole l'Oratorio di San Rocco.
Potremmo ora seguire continuamente la SS12 che ci porterebbe "dritti dritti" con tutte le sue belle curve a Modena, ma abbiamo voglia di "più curve" e quindi a Pievepelago deviamo per Sestola sulla SS324, sì, sempre la SS324 "del passo delle Radici" che ci riporterebbe a Gaggio Montano... giungiamo a Sestola per l'ora di pranzo ma un'invitante trattoria è più che completa, ci accontenteremo di un primo e un caffè in un pub che osa essere comunque aperto, il proprietario ci dice che vuol rivitalizzare il locale anche fuori stagione aprendolo di giorno. La strada più breve tra Sestola e Pavullo nel Frignano la conosciamo per averla già percorsa in senso opposto in altra gita, ma i tredici tornanti che risalgono il versante della valle del torrente Scotenna sono ovviamente più divertenti in salita, e per di più la strada è in condizioni migliori della precedente volta. Riprensiamo la SS12 per riabbandonarla alla Madonna dei Baldaccini perchè la deviazione "la Montagnana" per Serramazzoni è molto più panoramica. A Montardone un cartello segnala la Riserva Naturale regionale delle Salse di Nirano e ci buttiamo nella deviazione: il fenomeno delle salse eruttive (o vulcanetti di fango) è frequente nel geologicamente vivace Appennino ed è visibile sia a Nirano (presso Maranello) che a Regnano (presso Scandiano). Purtroppo le indicazioni non sono particolarmente precise nè i locali sanno eruderci circa la strada corretta, alchè ci segneremo i vulcanetti per una prossima volta e via, Modena nord e autostrada, si torna a casa dove arriveremo alle 19 dopo aver giocato a Tetris in autostrada... |
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