Bianconiglio e Gegeniglia
   I VIAGGI E LE GITE DI DUE MOTOTURISTI

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  Un weekend in Garfagnana

Esercizi di memoria. Viaggio del maggio 2011, report scritto nel maggio 2018 con in più piccole chicche dal web.

Della Toscana, la Garfagnana è un po' misconosciuta forse perché le strade principali che i motociclisti amano per “svalicare” la snobbano un po’: la Cisa e il Cerreto a ovest scendono a La Spezia, a est l’Abetone scende a Lucca e della povera SR445 non si ricorda nessuno… la valle stessa è considerata “di passaggio”, eppure ha delle evidenze naturali e storiche di tutto rispetto.

La prima volta che ci andammo era il lontano 1988, eravamo in quattro sulla Panda 45 della Gegeniglia: io, lei, sua sorella e il suo moroso (ora suo marito) e andavamo in Toscana in campeggio: fu un viaggio memorabile nel bene e nel male e per fortuna oggi ci ridiamo sopra ricordando i diversi aneddoti. Durante la permanenza a Pisa risalimmo la valle per andare alla Grotta del Vento ammirando durante il viaggio anche quel capolavoro di architettura che è il Ponte della Maddalena a Borgo a Mozzano, uno dei tanti cosiddetti "Ponti del Diavolo": al di là delle leggende sui patti tra architetto e demonio, venivano detti "Ponti del Diavolo" tutti quelli realizzati in zone particolarmente "difficili" per l'orografia e che quindi richiedevano soluzioni tecniche molto ardite.

La galleria fotografica

 

Stiamo scrivendo questo report a distanza di sette anni dal viaggio (era il weekend del 21-22 maggio 2011). Prima e dopo questo momento percorremmo la SR445 in un altro paio di occasioni proprio usandola per andare “da A a B”, ovvero da Fivizzano a Ponte a Mozzano (o viceversa), dobbiamo avere ancora da qualche parte (sì ma dove?) la foto della locomotiva Gr.940 monumentata a Piazza al Serchio, e poi ci passammo con il gruppo moto del CRALT in una piovosa gita del ponte del 1° maggio 2010. Durante un transito in un freddo aprile ricordiamo di essere arrivati sino ad Aulla senza trovare un hotel aperto o, se aperto, che avesse il riscaldamento funzionante, il che dà un’idea della scarsa vocazione turistica degli abitanti della valle, perlomeno ai tempi che furono…

… Però, sempre per riempire i vuoti delle zone da visitare e per conoscere meglio la nostra bella Italia, un giretto “proprio” in Garfagnana, a cercare luoghi nascosti, ce lo siamo fatti: per arrivare, tra i vari passi “minori” come Pradarena e Lagastrello (già percorsi in passato), abbiamo scelto la Foce delle Radici.

Lasciata per noia l’autostrada a Terre di Canossa abbiamo preferito percorrere un po’ di Pedemontana passando per Quattro Castella (a quel tempo Patria di Morfeo) incontrando un raduno di VW Scirocco, e imboccando la SP486R a Sassuolo fino a raggiungere il Passo delle Radici 1529m slm, sosta pranzo al bar del passo.. Da qui si potrebbe scendere per la curvosa SP72 ex-SS324, oppure per la ripida SP71 che scegliamo perché passa da San Pellegrino in Alpe, occasione per visitare l’omonimo Santuario e godere dei panorami sulla valle.

Nel rivedere dopo sette anni questa fotografia, scattata per ragioni puramente paesaggistiche ci è venuta voglia di leggere qualcosa sul paese indicato dal cartello stradale, Sasso Rosso... ed abbiamo scoperto oggi il bel sito fototoscana.it che illustra moltissimi luoghi di quella straordinaria regione che è la Toscana, cara Toscana, "cara" Toscana... costi tanto ma hai mille cose da mostrare. Il paese non si vede, è nascosto dalla collinetta, sarebbe sotto la montagna sullo sfondo.

Scesi finalmente in Garfagnana, puntiamo sulla seconda visita della giornata, l’Eremo di Calomini sito un una valletta laterale percorsa dalla SP39 (da cui si arriva alla Grotta del Vento), praticamente scavato sotto un’imponente strapiombo e poi ampliato ad assumere le vere fattezze di una chiesa, un po’ come San Colombano presso Rovereto o l’eccezionale complesso, ben più grande, del monastero di San Benedetto a Subiaco. Tra l’altro, accanto all’eremo sorge un agriturismo-locanda che ha stanze libere, ed ecco che invece che un anonimo hotel abbiamo trovato un luogo fuori dal mondo per pernottare, godendo anche della vista notturna dell’Eremo illuminato… ma prima della sera c’è ancora tempo per girare.

Proseguendo sulla SP39 incontriamo la diga di Trombacco dall’elegante paramento in pietra che sbarra il torrente Turrite di Gallicano per la produzione di energia elettrica. Poco oltre siamo attirati da una bella serie di tornanti, irresistibile! La strada sale a Vergemoli e poi prosegue a mezza costa verso la Grotta del Vento e Fornovolasco, con belle viste sul Monte Forato 1230m che, secondo la leggenda, venne bucato dal Diavolo che vi si schiantò, schiaffeggiato da San Pellegrino, sì, quello dell'Alpe, che gli fece fare tutta la valle con un sol ceffone.. La sera passa tranquillamente con il fresco, la buona cena dell’Agriturismo “Antica Trattoria dell’Eremita” e la passeggiata fino all’Eremo illuminato.

La mattina dopo si scende a valle puntando su Barga, la città più popolosa della Garfagnana, per una visita all’imponente Collegiata di San Cristoforo, risalente all’anno Mille, e una passeggiata per il borgo vecchio.

Finita la visita rieccoci a risalire il corso del Serchio fino alla deviazione per il lago di Vagli, un bacino artificiale realizzato alla fine degli anni Quaranta per la produzione di energia elettrica, sacrificando come spesso accade alcuni borghi tra cui Fabbriche di Careggine divenuto un’icona da quando, a seguito dei (rari) svuotamenti del lago per manutenzione delle opere idrauliche, esso torna alla luce. L’ultimo svuotamento è avvenuto nel 1994 e ad oggi mentre scriviamo (2018) non ne è ancora previsto uno, benché nel 2011 (quando effettuammo il viaggio) si parlava di uno svuotamento per il 2015-2016. Gli abitanti vennero trasferiti nel nuovo paese di Vagli Sotto, dal medesimo impianto urbanistico.

Dal lago di Vagli si raggiunge Campocatino, l’altopiano glaciale a 1000m slm dai caratteristici “caselli”, le case dei pastori, che oggi è gremito di gitanti. Proseguiamo poi fino al lago di Gramolazzo per raggiungere, attraverso tortuosa strada, il paese di Equi Terme e il suo caratteristico “Solco”, una valle naturale assai impervia che è rimasta tale anche dopo l’apertura della strada marmifera per le cave Walton. La strada è sterrata e non ci sentiamo di addentrarci più di tanto in moto, ma meriterebbe un’escursione a piedi.

Dato che la giornata inizia a volgere al termine, scendiamo infine verso Fivizzano con una mezza idea di salire al Cerreto per poi raggiungere Reggio Emilia ma alla fine torneremo verso Aulla per rientrare a casa tramite l’autostrada della Cisa... e possiamo dire di conoscere un po' di più la Garfagnana!
 


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