Bianconiglio
e Gegeniglia |
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Da: https://inforoute.hautes-alpes.fr/wir3/cols.html (tenuto buono per questa e altre volte passate)
Gli anni sono passati e il riscaldamento globale ha fatto il
suo danno.
Già arrivando qui venerdì 2 giugno 2017 per la via più
classica (A4 per Torino, poi Oulx-Cesana-Claviere/Montgenevre
1850m-Briançon) la vista da Cesana Torinese della
vetta pressoché spoglia del
monte Chaberton (3131m slm) ci ha fatto
pensare: se a tremila non c'è neve, figuriamoci a duemilaseicento.
E' anche vero che la Francia presenta a volte condizioni locali davvero
eccezionali, come i sei metri di neve invernali ai soli 1667 m slm del monte Aigoual
nelle Cevennes, o i "trains blindè" della linea ferroviaria delle
Causses, tra Mende e La Bastide, che per attraversare gli altopiani
a 1200 metri di altezza dovevano essere formati da: carro
spartineve, locomotore, due carrozze, altro locomotore, altro carro
spartineve... la speranza quindi è l'ultima a morire... Il tour previsto per sabato 3 giugno è fatto da strade ben note e da una tratta assolutamente nuova per noi, con l'aggiunta di una salita mitica. E' un tour molto classico per chi è della zona: incroceremo due volte un'altra BMW K100 vintage e ci faremo sorpassare sempre due volte da Paolo, torinese su Yamaha TDM che incontreremo anche su al Telegraphe. Sono 200 km di tutto relax... se vi piacciono strade strette, tornanti e qualche strapiombo. La sera prima ha piovuto a dirotto, ma si sa che in montagna le condizioni cambiano repentinamente: al risveglio c'è il sole.
Partiamo dal Col du Lautaret in discesa, verso ovest, verso Grenoble. A La Grave compiamo una piccola deviazione (10 km A/R), ma non ripetetela, non ne vale la pena. Gli amici cisalpini valorizzano qualsiasi cosa, anche un sasso se il cane di Napoleone ci ha fatto pipì sopra, ma l'Oratorio di Chazelet è solo una piccola cappella, benché la vista sul massiccio della Meije di fronte e sulla vallata non sia niente male.
Presso il lago artificiale di Chambon la strada principale è sbarrata e svoltiamo sulla RS1091, 5 km di un perfetto nastro di asfalto largo solo un paio di metri, in parte a senso unico alternato, e torniamo sulla strada principale percorrendo il coronamento della diga di Chambon. Ancora un po' di curve nelle Gorges de l'Infernet, il lungo rettilineo per Le-Bourg-d'Oisans ed ecco, spauracchio di molti Tour de France, i 21 tornanti della salita all'Alpe-d'Huez, con pendenza dall'8 al 17 percento. Saliamo lasciando il giusto spazio di un metro e mezzo ai ciclisti che non viaggiano mai affiancati: il reciproco rispetto (più dai motard verso i Vélo per ovvie ragioni) è una graditissima caratteristica in tutta la Francia.
L'Alpe-d'Huez, come tutte le stazioni sciistiche, in estate non dice niente e al bivio per Villard-Reculas prendiamo la stretta e panoramica D211B del Col de la Penitence (non lo si trova citato da nessuna parte, nemmeno nella carta Michelin "Rhone-Alpes" al 200.000), poi la strada si allarga e, sempre con un buon asfalto, scende a larghe curve fino alla diga di Verney, dove ci raccordiamo alla D526 che arriva da valle risalendo il paramento della diga stessa.
Si sale per la Vallée de l'Eau d'Olle dopo aver superato la grande
centrale elettrica di Grand'Maison, la più potente
idroelettrica di Francia con i suoi dodici gruppi per complessivi
1800 MW, alimentata dal lago artificiale formato dalla
diga di
Grand'Maison che incontriamo poco prima del
Col du Glandon
1924m, dove, in un paesaggio abbastanza lunare, pressoché
disabitato e alla lunga un po' noioso, si svolta per il
Col de la
Croix-de-Fer 2067m per giungere a un altipiano dove torna la
civiltà sotto forma di campi da sci e case di villeggiatura. Per
stare nei tempi previsti rinunciamo alla deviazione per il Col du
Mollard e alla sua discesa a mille tornanti tra le rocce per la più
diretta strada che porta direttamente a Saint-Jean-de-Maurienne,
nella valle più anonima e martoriata di Francia, tra autostrada e
fabbriche di alluminio, sotto uno scroscio di pioggia che dura meno
di 5 minuti, non ci fermiamo nemmeno. In uno degli ultimi tornanti, il monumento eretto nel 2011 dedicato a Marco Pantani ricorda il punto in cui, durante il Tour del 1998, il Pirata attaccò il favorito Ullrich nella tappa Grenoble - Les-Deux-Alpes affrontata proprio nel verso che stiamo percorrendo noi. Marco vinse la tappa ed ipotecò la sua vittoria a Tour. Ciao Pirata, un cliente del Bian ha fatto nuova luce su di te, Uomo e Mito. Let it snow? Eh no... i muri di neve sperati non ci sono, ci accontentiamo di un muretto di tre metri lato monte: forse per viaggiare nella trincea di neve occorre percorrere il Lautaret in inverno, quando il Galibier è chiuso...
I 2646m del col du Galibier ci sono vietati dalla strada sbarrata per un cantiere sulla Voie Sommitale, dovremo accontentarci della stretta e freddissima galleria, ma stamattina siamo partiti con 10°C e l'imbottitura, e abbiamo accumulato tanto calore durante la giornata da sentire solo un bel freschino. La rampa sud è molto più agevole e ci fa transitare accanto al monumento a Henry Desgrange, ideatore del Tour de France. Ancora pochi km di strada stretta e belle curve ed eccoci di nuovo al Col du Lautaret e al nostro hotel. In molti punti panoramici saremo bersagliati dai soliti fotografi che vendono a caro prezzo le immagini via Internet marchiando le anteprime con minacciosi "ne pas reproduire"... e la nostra privacy? Ci scatti foto, le geolocalizzi con data e ora, le pubblichi per due anni sul tuo shop e noi non le possiamo copiare? Ma scordatelo!!! :-) L'indomani, domenica 4 giugno, le montagne hanno un cappuccio di nuvole. Fa niente, dopo aver salutato i signori Bonnabel si sale ancora al Galibier in senso opposto, ancora Valloire e il Telegraphe e giù in Maurienne. rientreremo dal Col du Mont Cenis 2083m con le sue belle curve e faremo un salto all'Abbazia della Novalesa (ma non andate fuori orario visite guidate) dove pranzeremo al grazioso e un po' pretenzioso "C'era una volta", per poi infilare l'autostrada... ... sperando nel contempo che qualcuno faccia cambiare idea a Trump sugli accordi di Parigi.. :-/.
E per finire... tre righe di Storia sul Mont Cenis: dai conquistatori del passato ai moderni conquistatori delle vette
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