Bianconiglio e Gegeniglia
   I VIAGGI E LE GITE DI DUE MOTOTURISTI

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  Dal Bodensee alla Zugspitze

Sabato 12 agosto 2017: Silvaplana, 17°C, il frigorifero delle Alpi funziona benissimo... Il ponte di ferragosto ci permette di rispolverare la moto e partiamo alla volta del Vorarlberg, il più occidentale degli stati federati austriaci.


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La decisione è stata presa all'ultimo momento, quando la precedente idea di andare nel Cadore si è scontrata con le pessime notizie che mostravano frane e allagamenti causati da un meteo ostile, e il ripiegare sulla "solita" Francia ci aveva rammentato calde estati precedenti. Così gli stickers colorati attaccati all'atlante avevano fatto riemergere un'idea di vacanze in Austria scontratasi con la salute del felino di casa e ripiegata sul Trentino... ma adesso siamo qui, già oltrepassata Sankt Moritz e rimesse le ruote dopo otto o nove anni verso la Bassa Engadina. Il sole che ci ha accompagnato per tutte la Valchiavenna e la Val Bregaglia si occulta dietro le nubi già al Maloja e dobbiamo addirittura infilare l'imbottitura nella giacca tecnica nonché i guanti pesanti. Caffè a Chiavenna, sosta pranzo a Zernez, zuppa calda e strudel.
Tra Martina, Nauders e Pfunds lasciamo la moto per raggiungere, in quindici minuti di facile sentiero, la Gola di Finstermünz dove dal 1300 una dogana via via fortificata, costruita sul sito dove l'antica via romana Claudia Augusta attraversava il fiume Inn, imponeva il dazio alla frontiera tra Tirolo ed Engadina. L'annessa cappella dedicata a Maria Assunta è del Seicento. C'è un sentiero anche sul versante della strada del Resia, ma è meno agevole.

Prima di entrare in Austria val bene la pena di fare una deviazione di 24 km A/R per fare rifornimento nel territorio extradoganale di Samnaun, la Livigno svizzera: qui la benzina 95 ottani costa 0,994 € e la 98 ottani 1,044 €: niente di meglio per pulire le candele! Carpe Diem approva, facendo accendere Cassandra (la spia della riserva) proprio pochi chilometri prima della stazione di servizio. All'uscita dalla zona franca il doganiere austriaco ci chiede "Italiani?" e all'assenso ci fa andar via con un rapido gesto della mano.

Scendiamo verso Landeck evitando il tratto di strada a vignetta. L'hotel Enzian a Landeck fu il nostro campo base quando venimmo qui per percorrere la Silvretta Hochalpenstrasse, oggi invece proseguiamo avendo scelto un altro hotel più vicino alle zone di interesse, e per arrivare dobbiamo percorrere ancora tre passi. Il primo è il passo Arlberg 1798m, confine tra il Tirolo e il Vorarlberg. Scendendo dal passo si incontra un bivio dove pieghiamo a destra salendo per i panoramici tornanti e le gallerie della Lechtal LandesStrasse e raggiungendo il Flexenpass 1773m. Da qui si scende verso Zürs e Warth, quindi si sale ancora, dopo una galleria, fino ai 1679m dell'Hochtannebergpass. La discesa dal passo è allietata da una serie di tornanti poco prima di Schröchen dove, in frazione Nesslegg, ai piedi dell'omonimo monte sorge l'hotel Widderstein: appena occupata la camera e messa la moto nel garage coperto, via in piscina e bagno turco! Ecco il panorama dalla nostra finestra...

Domenica 13 agosto: oggi puntiamo sul Lago di Costanza, o Bodensee, dove il Vorarlberg si affaccia a Bregenz infilandosi tra la Germania e la Svizzera. le curve lasciano il posto a una vallata ampia che si dipana verso il lago.
A Bezau facciamo una piccola deviazione per la stazione ferroviaria: c'era una mezza idea di fare un giretto su un treno turistico che corre tra Bezau e Schwarzenberg sui 5 km rimasti della Bregenzerwaldbahn, ma alla fine la brevissima percorrenza non avrebbe giustificato l'ora persa tra andata, manovra della locomotiva e ritorno. "A memoria" il treno dovrebbe arrivare proprio mentre siamo in stazione, ma un'occhiata all'orario smentisce il ricordo: il treno arriverà solo tra mezz'ora, quindi proseguiamo: lo incontreremo alla stazione di Schwarzenberg mentre sta ripartendo.
Evitando la lunga galleria Achraintunnell della strada 200 a favore della vecchia strada arriviamo a Bregenz e, diretti verso Lindau, ci accorgiamo della temperatura e del traffico da "Lago di Garda", per fortuna in moto superiamo le colonne di macchine e finalmente arriviamo nella bella Lindau dove parcheggiamo appena prima del ponte stradale che congiunge l'isola (dove sorge il centro storico) alla terraferma... e finalmente possiamo fare una passeggiata ammirando i Municipi vecchio e nuovo (peccato che il Glockenspiel suoni solo alle 11.45 e alle 17.45), la MaximilianStrasse con le case d'epoca e il porto, con la Mangenturm, il Faro e la statua del Leone di Baviera.

Al parcheggio incontriamo due altri motociclisti italiani, provengono dalla zona di Munchen dove hanno preso tre giorni di pioggia, sono arrivati qui passando per i castelli di Ludwig, dove hanno trovato un affollamento e un traffico fuori dal comune: ricordiamo le nostre code alla casa di Neuschwanstein fuori stagione, figuriamoci in agosto...
Lasciata Lindau andiamo a cercare un po' di fresco: anche Bregenz meriterebbe la visita tra Città Alta e Città Bassa, ma fa un po' troppo caldo per cui ci limitiamo alla salita dai 400 m slm del lago ai 1064 del monte Pfänder mediante la funivia Pfänderbahn. Il ristorante in vetta è provvidenziale per un pranzo tardivo che è quasi una merenda, poi dal belvedere possiamo ammirare sia i cervi che pascolano nel recinto che il panorama del lago di Costanza, sopra il quale volteggiano diversi oggetti volanti... tutti assai ben identificati!

"Quella lì" (non la vedete, l'abbiamo vista noi) è facile, è un'aquila, ma anche bella grossa... quell'altro invece è un ricordo di fumetti di guerra e di cataloghi Airfix: non ci si può sbagliare neanche da lontano, è un trimotore Junkers 52/3m degli anni Trenta, a posteriori identificabile in uno di quelli che operano servizi turistici dall'aeroporto di Dübendorf, presso Zurigo.

Ma c'è un'altra sagoma nel cielo: speravamo di vederla ma sapevamo che non sarebbe stato difficile vista la frequenza dei voli. A una ventina di chilometri da qui, a Friedrichshafen, a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento il conte Zeppelin costruiva le aeronavi che sarebbero passate alla storia con il suo nome, più che con il termine "dirigibili". All'aeroporto di Friedrichshafen un grande hangar ospita due moderni dirigibili, chiamati Zeppelin NT, che compiono mini-crociere di durata dalla mezz'ora alle due ore sul lago, a un prezzo non proprio alla portata di tutti. Forse, se mettiamo qualche monetina da parte ogni giorno, tra dieci anni ci riusciamo anche noi :-)   Ci segniamo la possibile visita di Friedrichshafen in futuro, dato che il Museo Zeppelin merita sicuramente, accoppiato al tour della città e alla visita degli hangar (che si tiene solo il sabato)... e magari al volo: info sul sito ufficiale. E' bello anche solo veder passare l'aeronave.

   

Rientriamo in hotel godendoci le curve una volta lasciato il lago alle nostre spalle... ma guarda questi austriaci dove vanno a costruire i tornanti... (non è vero, sappiamo farli anche noi così). Sula strada del ritorno la spia rossa del check della luce posteriore si accende, la lampadina della luce di posizione si è bruciata: un po' di patema nelle gallerie, domani provvederemo.


Lunedì 14 agosto: oggi si va in direzione opposta, seguendo la Lechtal la cui strada si lascia guidare allegra, a parte i rallentamenti nei pochi centri abitati. La prima stazione di servizio che troviamo è in realtà un emporio, niente lampadine. La seconda è una vera tankstelle dove il Bian può dare sfoggio del suo tedesco imparato sempre sui fumetti di guerra, in fondo basta mettere insieme quattro parole: "Morgen, haben sie eine lampe fur motorrad?" mostrando la lampadina; la signora alla casa sorride gentile, tira fuori una lampadina nuova e via, in cinque minuti ripartiamo con la "coda fatta", detto alla ferroviaria.
La nostra destinazione sarebbe Ehrenberg, presso Reutte. Tradotto dal sito, "le rovine del castello di Ehrenberg sono il fulcro di uno dei più importanti complessi fortificati dell'Europa centrale. Sopra il castello torreggia la fortezza barocca Schlosskopf. Sotto, l'Ehrenberger Klause ostacola difensivamente la strada di fondovalle. A est della strada federale B179, Fort Claudia completa il sistema di fortificazione". Ovviamente il luogo è affollatissimo e una passeggiata fino al castello e sul ponte pedonale sospeso (400 m di lunghezza, 115 di altezza dal fondovalle) sarebbe improponibile.
Puntiamo dunque sul Plansee, uno specchio d'acqua dal colore turchese, pressoché deserto tranne che per due lidi. Un battello turistico compie mini-crociere sul lago ma, oltre che essere strapieno, non offrirebbe altro che viste del bosco, bosco, bosco. Da qui si andrebbe facilmente a Linderhof ma sicuramente sarebbe affollatissimo, idem Garmisch-Partenkirken...

Prendiamo allora la strada del Fernpass in direzione di Imst ma, arrivati a Leermos... illuminazione: sulla Zugspitze non si sale mica solo da Garmisch! Ed eccoci in pochi km alla stazione della funivia Tiroler Zugspitzbahn, dove il display alla biglietteria segnala 8°C in vetta: andiamo su a 2964 metri!
Prima sosta, ristorante: anche oggi il pranzo è quasi una merenda, poi fuori sulle terrazze, metà austriache e metà tedesche, il confine è presso la vetta che resta tedesca per una manciata di metri. Ovviamente i nuvoloni che vedevamo da giù hanno quasi avvolto la vetta e il panorama è così così, ma salendo abbiamo ammirato l'Elbsee con le sue isolette. Peccato che il ghiacciaio sia praticamente sparito... Approfittiamo della webcam pubblica per scattarci una foto, noi siamo lì, nel riquadro giallo, peccato che dietro non si veda niente...

Scesi dalla vetta riprendiamo la strada dell'hotel, valichiamo il Fernpass 1212 m facendo al contrario la strada di tanti anni fa quando andammo a Neuschwanstein con la Cagiva River e deviamo per Imst. giunti a fondovalle, vale la pena di investire 5,10 € per la vignetta anche se dobbiamo percorrere solo 60 km di autostrada, se no arriveremmo troppo tardi, considerato che il tunnel dell'Arlberg è chiuso e che quindi tutti i veicoli devono percorrere il passo.

Martedi 15 agosto: abbiamo lasciato l'hotel Widderstein con un buon ricordo generale, anche se la varietà della cucina non è eccezionale; il receptionist rumeno che parlava un po' di italiano si è comunque prodigato per renderci agevole in soggiorno. Per variare un po' la strada, decidiamo di ripercorrere il FaschinaJoch 1486 m e di scendere a Feldkirch dove si potrebbe anche visitare il bel centro storico medievale... ma fa caldo. Attraversiamo uno scampolo di Liechtenstein e poi... il cantone San Gallo ti prende per sfinimento. Siccome c'è l'autostrada, la cantonale non si preoccupa di evitare i frequenti paesini e al quarto transito a 50 km/h, per evitare di arrivare domani notte, scegliamo di spendere i 37 € della vignetta annuale svizzera, vorrà dire che nei prossimi weekend la ammortizzeremo, e così in due ore e mezza, quattro dalla partenza, siamo già in box senza ulteriori soste, il viaggio di ritorno non è mai di ispirazione per noi... bello però, ci ripetiamo, fare Bellinzona-Milano in un'ora!

La galleria fotografica
 


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